Piacenza. L’Osservatorio Permanente della Val Trebbia organizza un evento di sensibilizzazione rivolto ai giovani per Venerdi 9 settembre dalle ore 18, 30 alle ore 24 a Palazzo Farnese- Piazza Cittadella a Piacenza. Si tratta di un concerto a cui prenderanno parte Animali Rari, Grass end Brass, JC Cinel e Doctor Wood.
Durante il concerto verrà proiettato un fiume di immagini del Trebbia e dei fiumi e torrenti Piacentini. Nelle pause tra un gruppo e l’altro sono previsti 3 step di veloci domande e risposte e letture, uno sull’acqua e privatizzazione dei servizi, un secondo sullo stato dei nostri fiumi, in primis il Trebbia ed un terzo sulla val trebbia e la montagna piacentina, condotte da Giovanni Palisto insieme a No Tube, Ass.Ottonese XXV Aprile, La Goccia, Legambiente, Fipsas, Comitato per l’Attuazione dei Referendum e a Difesa dei Beni Comuni .
Saranno presenti banchetti informativi con materiale – Ingresso gratuito
Da sempre la musica, oltre che puro piacere dell’anima, è un potente veicolo di messaggi e significati, linguaggio perfetto per parlare al cuore ed alla mente delle persone.
Cosa può esserci di meglio quindi che sposare musica ad ambiente e territorio per celebrare la bellezza e la poesia dei nostri Fiumi e delle loro vallate a cominciare dalla Val Trebbia e riflettere sui problemi e sulle emergenze che le caratterizzano.
L’osservatorio Permanente della Val Trebbia ha scelto “un fiume di musica” per parlare dell’acqua, dei fiumi e delle loro vallate partendo dalla Val Trebbia che è il simbolo del nostro territorio. Musica, divertimento e riflessioni in libertà per una serata dedicata interamente all’acqua, preziosa e sprecata ed al territorio piacentino.
4 importanti gruppi musicali piacentini hanno risposto all’appello dell’Osservatorio, Animali Rari, Grass end Brass, JC Cinel, Doctor Wood, per suonare uniti per il Trebbia e la sua vallata, per l’acqua e tutti i fiumi Piacentini.
Divertimento ed impegno per una serata tutta dedicata all’acqua, ai fiumi ed alle vallate Piacentine in collaborazione con il Comune di Piacenza.
Scheda Osservatorio permanente della Val Trebbia:
A poco più di un anno dalla nascita dell’Osservatorio Permanente, non possiamo che essere contenti per ciò che si è riusciti ad ottenere: tre realtà radicate sul territorio( No Tube, La Goccia di Bobbio e Assottonese xxv aprile) da Piacenza ad Ottone, lavorano insieme in modo continuativo alla ricerca di un futuro per la Valle ed il suo fiume.
Nell’arco di quest’anno si sono affiancate, inoltre, all’Osservatorio realtà come Legambiente, Fipsas, Expo Alta Val Trebbia (collaborazione quest’ultima, che ha allargato il campo di azione anche in territorio ligure)e tantissime altre persone.
Siamo certi che questo sia il punto di partenza : il confronto continuo tra chi vive in pianura e chi vive in alta valle .
L’osservatorio permanete nasce dalla necessità di elaborare un piano di sviluppo economico e sociale per l’Alta Val Trebbia che contrasti lo spopolamento e garantisca la tutela di questi territori, elaborazione fatta alla società civile, da chi vive la montagna e la val Trebbia e conosce le sue risorse e i suoi bisogni, dal trasporto pubblico, la statale 45 o l’assistenza sanitaria.L’Osservatorio si pone come stimolo alle Istituzioni. Non ci sarebbe futuro per chi vive quassù senza il fiume Trebbia, ma sarebbe anche impossibile difendere un valle spopolata, ecco perchè l’augurio che ci facciamo è quello di veder partire un serio progetto di sviluppo economico ed ecocompatibile per la Val Trebbia che tenga conto dei bisogni e dei diritti di chi ama e vive questi posti, ancor prima degli interessi privati di pochi.
I nostri ringraziamenti vanno a tutte le realtà che via via sono entrate a far parte dell’Osservatorio e alla giunta comunale di Piacenza per aver offerto la propria collaborazione in occasione di questo evento.”
Scheda Fiumi Piacentini:
I fiumi sono le più preziose tra le ricchezze ambientali del territorio Piacentino.
In molte situazioni costituiscono gli ultimi habitat integralmente naturali della nostra Provincia: vere proprie oasi di naturalità ancora sottratte all’azione dell’uomo.
Il Trebbia è sicuramente il principe dei nostri fiumi: per la sua lunghezza, per il grande bacino idrografico, per la notevole portata d’acqua che lo contraddistingue in ogni stagione, per la bellezza unica al mondo di molti suoi scorci, per la ricchezza dei suoi ecosistemi, per le sue particolarità geologiche, e, non da ultimo, per le sue potenzialità turistiche. Il Trebbia è infatti uno degli ultimi fiumi balneabili d’Italia.
Accanto al Trebbia sono però decine i corsi d’acqua di assoluto valore naturalistico della nostra Provincia: dagli altri torrenti maggiori – Nure, Arda, Tidone – per arrivare a affluenti quasi sconosciuti ma di spettacolare bellezza come il Lardana, il Perino, il Curiasca, il Grondana, il Gramizzola, per citarne solo alcuni.
Purtroppo però i nostri corsi d’acqua non sono considerati per l’immenso valore che hanno. Al contrario: spesso sono visti solo in modo strumentale: come fonte di reddito, come una fognatura o come un immondezzaio.
Sono molti i pericoli che minacciano i nostri fiumi. Citiamo i più gravi:
– L’idroelettrico selvaggio, che vorrebbe trasformare i fiumi in tubi dedicati alla produzione di energia, con grandi profitti a vantaggio di pochi, nessun posto di lavoro creato e con costi sociali e ambientali scaricati sulla collettività. Oggi ancora cinque progetti di impianti idroelettrici minacciano il Trebbia, il Grondana (affluente del Nure) e il Gramizzola (affluente montano del Trebbia, famoso per la sua “acqua dei centenari”).
– La captazione indiscriminata di sorgenti montane, che taglia la linfa vitale al fiume ancora prima della sua nascita, e ci fa chiedere a ogni estate: “ma perchè anche quest’anno c’è meno acqua dell’anno scorso?”. Pensiamo che nemmeno la Regione sa quante sono le sorgenti ufficialmente captate nella nostra Provincia! Se pensiamo poi che spesso per ogni captazione autorizzata c’è n’è una abusiva, il quadro è sconfortante. E in questa situazione l’Ato ha appena annunciato di voler potenziare le captazioni montane per portare acqua alla villettopoli di pianura, cresciuta senza alcun rispetto delle risorse a disposizione.
– La sottrazione continua di ghiaia dall’alveo dei fiumi. Un’operazione barbara, che spesso viene fatta con la scusa di “ripulire il fiume” o di proteggerlo, e che invece trasforma sempre di più in una canna di fucile pronta a sparare alla prossima piena. Pensiamo qualche decina di anni fa la piena del trebbia raggiungeva la foce in tre giorni, e oggi le bastano poche ore..
– Le derivazioni agricole che non rispettano il Deflusso Minimo Vitale. I nostri fiumi – il Trebbia in particolare – non sono condannati alla morte estiva dal loro regime naturale. A metterli in secca e a devastarne l’ecosistema sono le derivazioni agricole che spesso non rispettano il Deflusso Minimo Vitale imposto dalla legge. Se non vi fossero queste derivazioni, o se, quantomeno, queste derivazioni rispettassero sempre il DMV, avremmo vita nei nostri fiumi per tutta l’estate.
Scheda Acqua e privatizzazioni
Dopo il risultato del referendum contro la privatizzazione dell’acqua è necessario lavorare fortemente per la modifica degli statuti dei consigli comunali e la proclamazione che l’ acqua è un bene comune privo di rilevanza economica e costituisce un diritto umano universale.
Purtroppo il governo non solo non ha ancora attuato le indicazioni referendarie, retrocedendo sulle privatizzazioni già attuate e abolendo i profitti sull’acqua ma, con la manovra economica in fase di discussione parlamentare e già approvata con Decreto Legge n. 138 del 13 agosto scorso, ha riproposto (negli articoli raggruppati sotto il Titolo II) in altra forma la sostanza delle norme abrogate con volontà popolare. Tutto ciò – oltre a non rispettare la volontà di partecipazione e le decisioni che i cittadini impongono ai rappresentanti politici – è una chiara violazione della Costituzione poiché il popolo italiano si è pronunciato con referendum contro l’affidamento al mercato di tutti i servizi pubblici locali previsti dal Decreto Ronchi, e tale decisione è vincolante per almeno cinque anni (come affermato dalla giurisprudenza costante della Corte Costituzionale).
Occorre invece fare in modo che :
-tutte le acque superficiali e sotterranee siano pubbliche e non mercificabili e costituiscano una risorsa che va salvaguardata e utilizzata secondo criteri di solidarietà. Gli usi delle acque sono indirizzati al risparmio e al rinnovo delle risorse per non pregiudicarne il patrimonio e la qualità.
-la gestione del servizio integrato sia sottratto al principio della libera concorrenza, sia realizzata senza finalità lucrative, persegua finalità di carattere sociale e ambientale e sia finanziata attraverso meccanismi di fiscalità generale specifica e meccanismi tariffari
– tutte le forme di gestione del servizio idrico debbano avviare la trasformazione in enti di diritto pubblico
-vada definito un governo pubblico e partecipativo del ciclo integrato dell’ acqua
-vada eliminata la tariffa della cifra corrispondente alla remunerazione di capitale ( 7%)
– vadano ridefiniti gli ATO sulla base dei bacini