I segreti dei Templari di Gerardo Placido venerdì in scena a Chiaravalle

Sarà Gerardo Placido a interpretare l’ultimo frate armato protettore della via dei pellegrini verso il Santo Sepolcro, Jacques de Molay, in “Il tesoro dei Templari”, spettacolo in programma venerdì 9 settembre alle 21.15 nel chiostro dell’abbazia di Chiaravalle della Colomba di Alseno, in provincia di Piacenza. Placido, regista e attore, sarà affiancato dall’attrice Guenda Goria. Per l’occasione l’artista Nadia Scozzesi ha realizzato opere d’arte e scenografie che saranno esposte in abbazia dal 9 al 18 settembre. Firma dell’iniziativa è Omnia Eventi. La Provincia patrocina lo spettacolo.

Radio Sound

Questo pomeriggio, per la presentazione a palazzo Garibaldi, presenti il regista e gli attori Goria e Massimiliano Messere (Filippo il Bello). A rappresentare l’Ente il presidente Massimo Trespidi e il vice Maurizio Parma.

Come spiegato da Silvia Bonomini, viceregista, la rappresentazione scenica narra le ultime vicende dei Templari raccolte grazie a testimonianze e a ricerche redatte da alcuni storici.

Al centro della scena la cruenta fine dell’ordine, la fuga dei cavalieri e la loro dispersione, con l’immenso tesoro che portarono con sé. Le gesta eroiche degli antichi protettori dei pellegrini si conclusero nel 1314 in maniera cruenta: molti di loro finirono sul rogo, come l’ultimo Maestro, de Molay, dopo che il re di Francia Filippo IV, detto il Bello, assieme al silenzio-assenso di Papa Clemente V, decisero lo scioglimento dell’Ordine dei Templari con l’accusa di eresia. In questo modo riuscirono a confiscare il loro tesoro, risanare le casse del regno e ad annullare l’enorme debito contratto con gli stessi Templari e il loro enorme potere.

A ispirare i templari la regola di San Bernardo, lo stesso che diffuse la regola cistercense che tuttora vive tra le mura dell’abbazia alsenese di Chiaravalle della Colomba, “un luogo affascinante e misterioso che mi ha impressionato fin dal primo momento”, ha raccontato questo pomeriggio Placido in conferenza stampa, spiegando che l’idea di uno spettacolo nasce proprio dalla volontà di “valorizzare questi luoghi di eccellenza”.

Placido ha rimarcato la valenza, oltre che “religiosa” anche “politico, sociale e culturale” della regola dei templari, che fece di Bernardo un grande precursore della moderna Europa, sotto il segno di una comune Fede”.

La politica e il tema sociale rientrano anche nella sfida del racconto “dei rapporti tra il regno di Filippo il Bello, il papato e i templari, fatti di difficili equilibri e di un ordine destinato ad essere disciolto per volontà del re”.

Sul periodo – ha sottolineato – rimangono zone d’ombra. Una tra tutte: il volto della Sindone. Qualcuno – ha detto il regista – sostiene si tratti del viso di de Molay, passato attraverso il cammino del calvario. Altri misteri “celebri” del periodo rimangono: “Il Santo Graal” (alcune fonti dicono che sarebbe stato ritrovato dai cavalieri e portato in Scozia nel corso della caduta dell’ordine) e lo stesso tesoro dei templari che – narra la “leggenda” – sarebbe nascosto in un luogo sconosciuto insieme ai suoi segreti.