Chiesa: molti giovani si avvicinano all’agricoltura grazie ai voucher

L’agricoltura continua a rivelarsi un vero argine alla crisi peggiore dal dopoguerra, nonostante le pesanti difficoltà in cui si dibattono le imprese agricole come i costi produttivi record, i prezzi sui campi non remunerativi e una burocrazia lenta e inefficiente. Il settore primario tiene, anche oltre le sue caratteristiche anticicliche, rispetto al complesso dell’economia nazionale e traina la ripresa dell’occupazione. “L’Agricoltura garantisce occupazione a circa un milione di lavoratori e offre nuovi spazi ai giovani: quasi il 50% di chi lavora in agricoltura ha meno di 40 anni e la metà di questi è sotto i 29 anni. D’altronde – sottolinea Enrico Chiesa, Presidente di Confagricoltura Piacenza – anche il boom registrato dalle iscrizioni alle facoltà d’Agraria prova che l’agricoltura, oggi, offre possibilità di lavoro, anche dipendente, interessanti e stimolanti”. Confagricoltura sottolinea come il motivo di questa nuova tendenza sia soprattutto una questione occupazionale: per quasi il 60% dei giovani laureati, infatti, c’è un lavoro pronto entro un anno dalla laurea. Durante l’estate 2011, il settore agricolo, che con le sue oltre un milione e seicentomila aziende, è da sempre un grande bacino occupazionale, darà lavoro ad almeno 200mila giovani che saranno impegnati nelle campagne. “Nella nostra provincia – rileva Chiesa – ci attendiamo in settembre la concentrazione delle assunzioni di studenti che saranno retribuiti con voucher per i lavori di vendemmia. I voucher sono uno strumento che Confagricoltura ha fortemente voluto e che si è rivelato utilissimo”. Si tratta di buoni lavoro che comprendono già la copertura assicurativa e previdenziale e non sono soggetti a ritenute fiscali. I voucher, inoltre, offrono interessanti opportunità di reddito e occupazione a categorie particolarmente deboli e rispondono coerentemente alle richieste di semplificazione del lavoro nei campi che può così meglio esprimere le proprie potenzialità in un momento di crisi, senza con ciò destrutturare il mercato del lavoro agricolo. Per gli studenti, lavorare nei campi significa prendere contatto con il mondo del lavoro e, in particolare, con quest’interessante settore. Le possibilità occupazionali offerte dal comparto agroalimentare non si limitano solo al tradizionale lavoro agricolo, ma si possono sviluppare anche nelle attività connesse, come ad esempio gli agriturismi. “Sono dati su cui è ora si rifletta e s’investa a fondo – sottolinea Chiesa – se non si vuol rischiare di lasciar spegnere per esaurimento una delle poche forze economiche ancora reattive nel Paese. Per questo – conclude Chiesa – ribadiamo la necessità di politiche, nazionali ed europee, che rafforzino ed agevolino l’ingresso di nuove forze giovani nelle imprese agricole”.

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