E’ scappata dalla Comunità protetta, cui era stata appena affidata, la prostituta rumena di 14 anni scoperta l’altro giorno dalla Polizia municipale sulla Caorsana. La fuga è avvenuta l’altro pomeriggio menre la minorenne straniera, insieme con altri giovani collocati nella stessa struttura, stava facendo un giro in città sotto il controllo di alcuni educatori.
Non sono ancora chiarissimi i contorni dell’allontanamento, fatto sta che la giovane rumena sarebbe risucita ad allontanarsi dal gruppo facendo poi perdere le sue tracce. Stando alle informazioni raccolte, qualcuno l’avrebbe vista staccarsi dal gruppo e salire in fretta e furia su un’auto. Per ora un mistero.
I responsabili della Casa protetta, che la stava accogliendo da sabato, hanno subito provveduto ad effettuare la segnalazione di allontanamento a tutte le forze dell’ordine e alla procura dei minori di Bologna. Risulta che non appena ricevuto l’avviso la stessa Polizia municipale abbia avviato le indagini per cercare di rintracciarla il prima possibile. La giovane straniera era stata trovata sabato pomeriggio sulla Caorsana in compagnia di una connazionale di 19 anni. Era sprovvista di documenti. Così per risalire all’età esatta, era stata sottoposta a un esame auxologico (sulle ossa). Successivamente, con l’aiuto di un’assistente sociale del Comune, assistita e accompagnata da un’agente del Comando di Via Rogerio, era stata accompagnata presso una Comunità protetta della città allo scopo di avviarla a un programma di recupero.
Programma di fatto subito interrotto perché la ragazza è riuscita a fuggire nemmeno quattro giorni dopo approfittando di un giro esterno organizzato dalla Casa protetta. Dunque c’è chi avrebbe riferito di averla vista salire su un’auto. Ed è proprio su questo particolare che si starebbero concentrando le indagini della Polizia municipale.
«Stiamo lavorando a una traccia che porterebbe alle persone che sarebbero riuscite a ricontattarla». Questo l’unico commento della comandante Elsa Boemi. Non si può escludere nessuna traccia: né che sia stata rintracciata da parenti che comunque la tenevano sotto controllo, né – ipotesi forse più accreditata – che siano stati i presunti sfruttatori a riuscire in qualche modo a rimettersi in contatto con lei. Ciò, nonostante le fosse già stata tolta l’utenza del telefono cellulare, come avviene solitamente, allo scopo di proteggerla.
Purtroppo non è sporadico che minorenni affidati a strutture protette riescano poi ad allontanarsi. Nel caso di prostitute minorenni poi, i casi aumentano. A quell’età, quando ancora la forza di volontà di staccarsi dal raket non è ancora ben definita e quando il sentimento di paura e di ritorsioni è dominante, le giovani preferiscono spesso rischiare lo stesso e allontanarsi.