Con gli scatti del piacentino Prospero Cravedi \”l\’Africa sorride\”

Presso la sede di Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo, in via Cesare Martelli 15 (zona Montale) a Piacenza, si è tenuta la presentazione della mostra “L’Africa che sorride” del fotografo piacentino Prospero Cravedi. L’esposizione in 200 scatti è stata allestita in questi giorni nella sede della Ong piacentina dopo aver fatto tappa nei mesi scorsi ad Assisi (PG) e a Treviso.

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Con gli scatti racchiusi nella mostra “L’Africa che sorride”, organizzata da Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo, Prospero Cravedi, attraverso i mille colori, i volti, i sogni e le speranze dell’Uganda, accompagna il visitatore a dare un volto ai progetti di promozione umana promossi dall’associazione piacentina fondata quasi 40 anni fa da don Vittorio Pastori e dall’allora vescovo di Piacenza, mons. Enrico Manfredini.

Alla conferenza stampa è intervenuto il fotografo Prospero Cravedi e il presidente di Africa Mission don Maurizio Noberini.

Per maggiori informazioni contattare Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo al numero 0523-499424.

L’Uganda di Prospero è un Paese che sorride. L’obbiettivo della macchina non nasconde la semplicità di abiti ed edifici, né dissimula la sete di una terra arida. Ma sa cogliere la differenza, sempre attuale, tra povertà e miseria.

E’ un confine sottile, che traspare con forza inattesa dalla meraviglia sul volto di un bambino, da un intreccio di mani operose, dall’energia che vibra nelle braccia e nelle gambe dei giovani che frequentano il Centro “Don Vittorio”. Lo vedi nell’entusiasmo con cui questi ragazzi partecipano alla loro marcia per la pace, o si impegnano simbolicamente nella pulizia della loro città – Moroto – da un tappeto di rifiuti. Lo segui scorrere nell’acqua che esplode dal terreno dove è stato perforato un nuovo  pozzo. Lo osservi solcare le zolle nelle orme del bestiame che costituisce, per la popolazione Karimojong, la prima e più importante fonte di sussistenza.

Nella carenza di mezzi e di risorse, la dignità del lavoro e della consapevolezza emerge potente. Non c’è staticità in queste immagini, né l’immobilità che isola e fissa gli istanti: è come se corressero davvero, quei piedi che inseguono un pallone, come se dalle capanne dei villaggi si sentissero uscire, in lontananza, mormorii di vita e relazione tra la gente. Perché ogni foto – che rappresenti le cure prestate nei dispensari, le analisi effettuate nel laboratorio veterinario, o il ritorno al luogo d’origine di donne e bambini che finalmente lasciano la strada – racchiude il senso di un cammino che è iniziato più di trent’anni fa.

Prospero Cravedi ne è stato testimone, seguendone i primi passi e le tappe percorse nel tempo. I suoi scatti raccontano, con rispetto e comprensione profonda, una quotidianità fatta di tradizioni ancestrali e speranze nuove: non cercano la complicità facile del pietismo, ma esprimono la bellezza della condivisione e di un incontro reciproco tra culture. Descrivono il coinvolgimento della popolazione locale nei progetti di sviluppo, mostrando con efficacia cosa voglia dire rendere le persone protagoniste del loro stesso futuro. Restituiscono, in tutte le sue sfumature, il significato di una solidarietà autentica, che opera per migliorare il presente e costruire, insieme, il domani.

“Molti parlano dei poveri, ma pochi parlano con i poveri”, ha scritto Madre Teresa. Queste immagini spiegano, meglio di tante parole, la pienezza e la gioia di quel “parlare con”.