La Fondazione Teatri di Piacenza presenta il cartellone della stagione musicale 2011-2012 del Municipale: lirica, concertistica e danza realizzati in collaborazione con la Fondazione Arturo Toscanini e Aterdanza. La lirica sarà inaugurata il 19 ottobre con Roméo et Juliette di Gounod, mai andata in scena a Piacenza e si chiuderà con un titolo tra i più amati qual è La traviata di Verdi. Prosegue il progetto Strauss con Salome, un’altra prima per il Municipale: nel cast Anna Maria Chiuri e due orchestre.
Per i concerti, interpreti di fama come Roberto Abbado, Kazushi Ono, Mario Brunello e Pietro de Maria.
Ben sei gli appuntamenti della danza che aprirà con il Balletto Accademico di Stato di San Pietroburgo impegnato in due serate ‘classiche’ con La bella addormentata e Romeo e Giulietta; nel cartellone anche la street dance con lo spettacolo Blaze ed il Sogno di una notta di mezza estate in collaborazione con il Teatro Gioco Vita; chiude l’ultima creazione del Balletto Teatro di Torino, una delle compagnie italiane più blasonate.
Tra le collaborazioni, dopo l’esperienza nella passata stagione con il concerto dedicato a Liszt, s’intensifica il rapporto con il Conservatorio Nicolini che, in occasione dei 250 anni della nascita di Giuseppe Nicolini, proporrà l’opera Le due gemelle mentre a gennaio, ai Teatini, debutterà la rassegna cameristica con protagonisti gli insegnanti e i migliori allievi del Conservatorio.
Inoltre alcuni dei concerti cameristici tradizionalmente presentati dalla Società dei Concerti si svolgeranno, per la prima volta, presso la Sala dei Teatini, consentendo in questo modo la partecipazione ad un pubblico nuovo.
Ricco di novità, di nomi significativi e di proposte di valore qualitativo, si presenta il cartellone 2011-2012 della Fondazione Teatri di Piacenza -lirica, concertistica e danza- realizzato in collaborazione con la Fondazione Arturo Toscanini e Aterdanza.
La Stagione Lirica alterna due titoli meno conosciuti: Roméo et Juliette e Salome (mai rappresentati a Piacenza) a due del repertorio verdiano: uno molto amato qual è La traviata, l’altro I Lombardi alla prima crociata, facente parte del gruppo delle opere “patriottiche” di Verdi. Un ulteriore omaggio, al termine del 2011, per i 150 anni dell’Unità nazionale che la Fondazione Teatri tributa a Piacenza ‘primogenita’.
Il sipario del Municipale si alzerà il 19 ottobre (repliche il 21 e 23 ottobre) con Roméo et Juliette musica di Charles Gounod. Ispirata alla celeberrima tragedia di Shakespeare, composta per il Théâtre Lyrique di Parigi, dove fu rappresentata per la prima volta nel 1867, l’opera è stata creata negli anni della maturità di Gounod che si avvalse del libretto di Jules Barbier e Michel Carré. ‘Dramma lirico’ di articolata cantabilità, Roméo et Juliette è caratterizzato da una ricca strumentazione e da armonie raffinate che seguono con forte partecipazione emotiva il tragico amore dei due giovani innamorati veronesi che, contrastato dalle rispettive famiglie (i Capuleti e i Montecchi), li condurrà fino alla morte. La regia dello spettacolo, che si preannuncia decisamente originale ed articolato, è di Manfred Schweigkofler il quale ha intelligentemente rivisitato con gli occhi di oggi la tragica vicenda umana dei due giovani. “Il mio allestimento di Roméo et Juliette –commenta il regista- narra del fallimento di una piccola, sincera e intima relazione all’interno di una grande società pubblica gonfiata. È una lotta di due piccole persone contro un macchinario strapotente. È il dramma di un amore fragile, schiacciato dalla società brutale. Roméo et Juliette si svolge nel glamour dell’Alta Moda. I Capulets e Montaigus sono due marchi di moda affermati, ma concorrenti nella conquista del mercato. Juliette non solo è una figlia viziata, ma anche la prima testimonial della casa. Il suo viso è raffigurato su tutti gli striscioni pubblicitari della città e sulle maggiori riviste. Per questo sembra quasi impossibile che Romeo possa iniziare una relazione con la top model della ditta concorrente. Paride è l’editore del più importante giornale di moda, e quindi il previsto matrimonio con lui una strategia della famiglia”. Alla guida dell’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna sarà un direttore esperto di musica francese: Yves Abel che tra i numerosi incarichi ricopre quello di Direttore Musicale dell’Opéra Français di New York, istituzione da lui stesso fondata nel 1988, al fine di rendere noto il repertorio operistico francese di più rara esecuzione. Roméo et Juliette, il cui allestimento proviene dall’Opera di Philadelphia e che sarà cantato in francese con i sottotitoli in italiano, nascerà a Piacenza e vedrà la partecipazione del Coro del Teatro Municipale diretto da Corrado Casati. Nell’articolato cast si sottolinea la presenza dell’apprezzato tenore venezuelano Aquiles Machado che in alternanza ad Ivan Momirov affronterà il ruolo di Roméo. I soprani Monica Tarone e Maria Rosa Lopalco si alterneranno in quello di Juliette; al loro fianco interpreti rinomati come Andrea Concetti (Frère Laurent) e Massimiliano Gagliardo (Mercutio); e ancora: Annalisa Stroppa (Stéphano), Enrico Turco Le (Compte Capulet), Gianluca Bocchino (Tybalt) Gabriella Sborgi (Gertrude), Alessandro Nuccio (Paris), Graziano Dallavalle (Grégorio), coreografa e prima ballerina Lindsay Browning;maestro d’armi Charles Conwell. Roméo et Juliette dopo il debutto piacentino andrà in scena a Bolzano e a Modena.
Il 24 e 26 novembre andranno in scena I Lombardi alla prima crociata, opera in cui Verdi si dimostra oramai insuperabile “Maestro del Risorgimento”. Composta nel 1843, su libretto di Temistocle Solera (ispirato a un poema di Tommaso Grossi) un anno dopo il Nabucco, è – similmente a tutte le opere giovanili di Verdi- ricca di scene corali e percorsa da una musica incalzante, dai ritmi serrati a volte quasi brutali. Da menzionare il coro O Signor, dal tetto natio che, diceva la poesia del Giusti “tanti petti ha scosso ed inebriati”: si tratta della preghiera che i crociati, riuniti nelle tende lombarde presso Gerusalemme, rivolgono al Signore che li ha chiamati dalla terra natia con la promessa di liberare la città santa dal dominio dei musulmani “invasori”. Ma oltre ai grandi momenti corali e alle vivide scene di violenza, nei Lombardi si trovano melodie accattivanti profuse a piene mani e pagine delicate come la preghiera di Giselda. “La vicenda storica – spiega Alessandro Bertolotti regista dell’opera – offre non pochi spunti di attualità, come la riflessione riguardo all’unione tra i popoli in primis. Ce lo ricorda la vicenda sentimentale di una ragazza cristiana, Giselda, che s’innamora di un musulmano, un extracomunitario diremmo noi, e paga per i suoi sentimenti. E’ questa una figura di rilevante interesse che nello spettacolo verrà considerata sempre come ‘ragazza’ anche se passano diversi anni dal Prologo, la cui azione si svolge davanti a Sant’Ambrogio, rispetto alla vicenda direttamente legata alla crociata ambientata a Gerusalemme. Da questo punto di vista, sarebbe molto facile quasi scontato cedere alla tentazione di realizzare una regia ‘moderna’ come se ne vedono oggi. Proprio per questo motivo, preferisco imboccare la strada della tradizione per confezionare uno spettacolo pulito con l’aiuto di diapositive e controproiezioni che raccontano la vicenda storica con i luoghi e le azioni. Sono immagini tuttavia che suggeriscono parimenti gli stati d’animo e realizzano una sorta di ‘racconto nel racconto’ che mette luce al dramma intimo dei protagonisti”. L’opera, che rientra nelle manifestazioni di Piacenza ‘Primogenita’, richiede un cast vocale di tutto rispetto composto da due tenori, qui interpretati da Alessandro Fantoni (Arvino) e Ivan Magrì (Oronte). Questo allestimento, tutto piacentino, conta anche su Ivanna Speranza (Giselda), Andrea Patucelli (Pagano/Eremita), il mezzosoprano piacentino Stefania Ferrari (Viclinda), Davide Baronchelli (Pirro). Gli altri ruoli, Priore, Acciano e Sofia, saranno interpretati da allievi della scuola di canto del Conservatorio “Nicolini” di Piacenza. Accanto a Bertolotti lavorerà lo scenografo e costumista Artemio Cabassi; le coreografie di Giuseppina Campolonghi saranno interpretate dal corpo di ballo formato dalle allieve dell’Accademia di danza “Domenichino da Piacenza”; partecipano inoltre il Coro del Teatro Municipale di Piacenza con il suo maestro Corrado Casati e l’Orchestra Filarmonica Italiana diretta Gioele Muglialdo.
Dopo Elektra rappresentata con vivo successo di pubblico e di critica nella stagione 2009-2010, prosegue l’impegnativo progetto dedicato ai capolavori operistici di Richard Strauss, uno dei musicisti più rappresentativi del novecento del quale il 4 e 5 febbraio 2012 sarà in scena Salome, dramma lirico in un atto tratto dall’omonimo poema di Oscar Wilde. Breve, fulminea, è un’opera la cui azione si dipana già dalle primissime battute condita di erotismo, edonismo, esotismo ed estetismo. Composta tra il 1902 ed 1905, esprime appieno la cultura del Novecento nel senso che è già partecipe della corrente espressionista che si afferma nel Nord Europa. Al teatro espressionista, infatti, rimandano la violenza espressiva, il senso di angoscia, l’incapacità di comunicare il disagio racchiuso dai personaggi in scena in special modo dalla protagonista, sensuale giovane fanciulla che brama, anche attraverso la morte, un amore mai conosciuto e impossibile. Lo spettacolo, in coproduzione con i Teatri Comunali di Bolzano e Modena, viene presentato in lingua originale con soprattitoli. Con il regista Manfred Schweigkofler, molto apprezzato nell’Elektra; collaborano Walter Schütze per le scene, Kathrin Dorigo per i costumi e Claudio Schmid per il disegno luci. “La storia di Salomè conserva, in tutta la sua attualità, la forza descrittiva delle peggiori debolezze umane. -dice Schweigkofler-. Protagonista è un vecchio (Erode) ricco e potente che ad una giovane (Salomè) promette tutto quello che vuole. Dall’altra parte vi è una donna (Erodiade) insoddisfatta e trascurata. Così s’innesca la tragedia che superando la vicenda biblica datata 2000 anni fa, finisce per illustrare la pura cronaca quotidiana. Nel mondo dominato dalla corruzione, si ode una voce diversa che scongiura di ritornare a certi valori;una sorta di grido di verità che invita tutti “a fare molta attenzione”. Salomè è irresistibilmente attratta da questa voce, anche perché Jochanaan disegna un mondo nuovo, uno scenario completamente differente. Nasce dunque una sorta d’attrazione fra il santo e la peccatrice che porterà al tragico epilogo”. Come è accaduto due anni fa per Elektra anche per quest’opera, sono coinvolte due orchestre la Haydn di Bolzano e Trento e la Regionale dell’Emilia Romagna – con la direzione di Niksa Bareza che saranno collocate sul palcoscenico dietro ai cantanti. “Dietro a questa scelta –commenta il regista- vi è una ragione scenica ma anche musicale e riguarda l’amalgama tra le voci e l’orchestra che, essendo numerosa, facilmente potrebbe sovrastarle. Collocata dietro la massa dei musicisti ha il compito di ‘condurre’ il canto nel più totale equilibrio tra testo e suoni”. Garanzia della riuscita di questa è l’esperta bacchetta di Bareza, molto apprezzata per la conoscenza di un repertorio sinfonico e lirico. Nato a Spalato nel 1936, ospite dei più importanti teatri europei, ha avuto contatti personali con compositori quali Carl Orff, Olivier Messiaen, Luigi Dallapiccola, Gian Francesco Malipiero, Goffredo Petrassi, Dmitri Shostakovich, Luigi Nono, Benjamin Britten per la migliore comprensione ed interpretazione di nuove composizioni. Il cast di Salome annovera, in alternanza, nei ruoli di Herodes, Scott MacAllister e Peter Svensson, mentre in quello di Salome Cristina Baggio e Cassandra McConnell; il mezzosoprano piacentino Anna Maria Chiuri sarà Herodias, Samuel Youn Jochanaan, Harrie van der Plas Narraboth, Jelena Bodrazic Paggio.
Chiuderà il cartellone il 23 marzo (repliche il 24 e 25 marzo) La traviata di Giuseppe Verdi, uno spettacolo per la regia di Rosetta Cucchi (apprezzata a Piacenza in Viaggio a Reims, Sweeney Tod, La Cenerentola) – scene di Tiziano Santi e costumi di Claudia Pernigotti-, nascerà a Modena coprodotto insieme al Teatro di Bolzano. Com’è noto Verdi con quest’opera compie il passo decisivo verso la sua nuova drammaturgia, dove a tessere i legami fra i personaggi non è più l’immancabile storia d’amore, ma anche una variegata rete di rapporti intrisa di sottili valenze psicologiche. In questo senso la figura di Violetta è più complessa di tutte le eroine che la precedono e una delle più “moderne” dell’intera drammaturgia verdiana. Tenendo in gran conto tali peculiarità si muove la regia di Rosetta Cucchi. “Questa Traviata non sarà certo opulenta ma essenziale, minimale – commenta la regista che è anche direttore artistico della Fondazione Toscanini -, per mettere maggiormente in risalto la solitudine di questa donna che, pur vivendo in società, non viene scalfita da essa. Desidero dare un segno forte a tale tematica. Così Flora, Gastone, il Barone sono solo ombre che alla fine non essendo reali scompaiono. Quella di Traviata è una storia comune come tante, non c’è unicità. Nel testo di Dumas, lei (Margherita) ad un certo punto dice:”Noi siamo nella mani del caso”:infatti, mentre la storia si dipana, avvertiamo nel corso dell’opera il destino che prende il sopravvento. La protagonista fa un tentativo di deviare, ma è come una seconda lei che cerca invano di fuggire da una situazione predefinita. Solo alla fine ci riesce, quando incontra la morte”. Il cast è formato da: Gladis Rossi Violetta, Milena Josipovic Flora Bervoix, Paola Santucci Annina, Giuseppe Varano/Alejandro Roy Alfredo Germont, Carlos Bergasa Giorgio Germont, Stefano Consolini Gastone, Alessandro Battiato barone Douphol, Valdis Jansons marchese D’Obigny Daniele Cusari dottor Grenvil. Ne fanno parte inoltre: l’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna ed il Coro Lirico Amadeus del Teatro Comunale di Modena diretti da Pietro Rizzo. Tra i direttori italiani di maggior talento della sua generazione, Rizzo, nonostante la giovane età, ha già all’attivo numerosi impegni in importanti teatri ed un repertorio operistico di più di 40 titoli: nelle ultime due stagioni si è, infatti, affermato ottenendo grandi successi nei debutti al Metropolitan Opera, Dallas Opera, Deutsche Oper Berlin, Teatro Comunale di Firenze e Teatro Reale Svedese di Stoccolma.
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Saranno undici i concerti, dal 24 ottobre 2011 al 15 aprile 2012 (con inizio alle ore 20.30) che formeranno il calendario della Stagione Concertistica 2011-2012, della Fondazione Teatri al Municipale, realizzato in collaborazione con la Fondazione Arturo Toscanini, l’Orchestra giovanile Luigi Cherubini e l’associazione Nel pozzo del giardino.
Ad aprire la stagione, il 24 ottobre, il concerto dell’Orchestra giovanile Luigi Cherubini diretta dal Maestro Pinchas Zuckerman, nella duplice veste di direttore e violino solista, che riprende il progetto inaugurato nella passata stagione dal pianista Michele Campanella. La serata, che prevede un programma classico prevalentemente mozartiano, si concluderà con l’esecuzione di uno dei brani più famosi di W.A. Mozart, la celeberrima Sinfonia n. 40.
Il cartellone sarà poi all’insegna di affermati direttori e di interpreti di grande spessore alla guida della Filarmonica Arturo Toscanini e spazierà dai grandi classici del Settecento, Ottocento e Novecento, alla musica contemporanea, presente con due ‘prime’ esecuzioni italiane.
Il programma è particolarmente attento dunque a presentare alcuni capolavori ‘classici’ ma anche del tardo Ottocento presentando brani di Haydn, Mozart, Schubert e Beethoven per arrivare a Brahms (Sinfonia n. 1, Concerti n. 1 e n.2 per pianoforte e orchestra op. 83) e Ciaikovskij (Sinfonie n.1 e n. 2 e il celeberrimo Concerto per pianoforte e orchestra n. 1). L’Ottocento è rappresentato inoltre da quella magnifica pagina costituita dal “Preludio e morte di Isotta” dal Tristano e Isotta e dai poemi sinfonici Don Quixote e Tod und Verklärung op. 24 di Richard Strauss. Quest’anno il cartellone si arricchisce di due nuove composizioni: Woven Dream del giapponese, nato a Hiroshima, Toshio Hosokawa, presentata per la prima volta lo scorso anno a Lucerna, che sarà eseguita in prima nazionale al Municipale di Piacenza; così come la Suite sinfonica Tales from the underground del friulano Cristian Carrara che sarà eseguita nel concerto del 5 novembre con la Filarmonica Toscanini diretta dal giovane di nazionalità svizzera/belga, di riconosciuto talento, Matthieu Mantanus già assistente di Giuseppe Sinopoli; nella stessa serata il pianista bulgaro Vessilin Stanev eseguirà il ‘terribile’ Concerto n.3 di Rachmaninov.
Tra i direttori d’orchestra, sono previsti due attesissimi ritorni: Rinaldo Alessandrini, il 18 dicembre, alle prese con un programma di quattro sinfonie da Haydn a Prokof’ev passando per Mozart e Schubert – una sorta di storia di questa forma musicale attraverso significative tappe – e Michele Mariotti, ormai riconosciuto tra le eccellenze italiane, che il 15 aprile sarà protagonista di una serata nella quale, accanto alla Prima Sinfonia di Schumann, sarà eseguito il Concerto n.1 di Cajkovskij con Pietro De Maria al pianoforte. Tra le novità: il direttore giapponese Kazushi Ono direttore principale a La Monnaie di Bruxelles che domenica 15 gennaio eseguirà tra l’altro la Sinfonia n. 7 di Bruckner mirabile capolavoro tardoromantico. In essa, come è noto, trovano espressione, quanto mai compiuta ed equilibrata, le istanze che informano lo stile sinfonico dell’autore: misticismo, sensualità, candore, dottrina, fede e inquietudine. Il suo tempo Lento, uno degli esempi più imponenti e commoventi, è un omaggio particolare a Wagner (morto durante gli anni di creazione della sinfonia). Da segnalare, la serata di sabato 12 novembre con Roberto Abbado, nipote del grande Claudio, che si aprirà con il Poema sinfonico n. 4 “Orpheus” di Franz Liszt. Un’ altra novità è costituita dalla brillante bacchetta di John Axelrod, di scena il 3 marzo, impegnato in un fascinoso programma dedicato alla Spagna comprendente, oltre al celebre Bolero e alla Rhapsodie espagnole di Ravel anche il Capriccio spagnolo di Rimskij-Korsakov e Don Quixote Variazioni fantastiche su un tema cavalleresco di Richard Strauss, una composizione di dimensioni colossali (prevede l’impiego di 97 esecutori) che mostra un idioma orchestrale duttilissimo, capace di passare dal tono caustico e beffardo a quello sentimentale, di tratteggiare scenette di forte impatto teatrale. La struttura complessa e solidamente costruita, ricca di virtuosismi orchestrali, di invenzioni melodiche e di gustose soluzioni onomatopeiche, dimostra la straordinaria fantasia del compositore e la sua grande abilità nel manipolare il materiale sonoro. Il cartellone è completato il 9 dicembre dal concerto-recital del basso Michele Pertusi – con il giovane Marco Dallara dalla guida dell’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna – ed inoltre da una serata, il 19 febbraio, dedicata alla musica russa con la direzione di Roman Brogli, direttore musicale del teatro di Lubecca con il violoncellista Mario Brunello che eseguirà il Concerto n. 1 di Kabalevskij. Infine (fuori abbonamento) la serata finale del XII Concorso Internazionale per giovani voci liriche “Flaviano Labò” con l’Orchestra Filarmonica Italiana, in collaborazione con gli Amici della Lirica di Piacenza.
Menzione a parte per il concerto di San Silvestro, con inizio alle ore 17, realizzato in collaborazione con l’associazione piacentina Nel pozzo del giardino. A dirigere l’orchestra di nuova formazione 150rchestra il Maestro Marco Beretta. Verrà presentato un programma consono al clima festoso della serata che prevede l’esecuzione di brani della tradizione viennese e veneziana.
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Forte del successo di questi ultimi anni, la Stagione di Danza 2011-2012 aumenta gli appuntamenti, da cinque a sei. La scelta dei titoli è stata dettata in gran parte da un disegno progettuale mirato a creare anche collegamenti tra gli spettacoli stessi e anche con i titoli della stagione lirica. Ad esempio, il primo e l’ultimo appuntamento, presentano coreografie basate sulle musiche de La bella addormentata: il primo martedì 27 dicembre (ore 16) -serata inaugurale della stagione – è con il Balletto Accademico di Stato di San Pietroburgo, direttore artistico Jurij Petuhov;che proporrà la versione classica basata sulle coreografie di Marius Petipa, mentre l’altro del 22 aprile con il Balletto Teatro di Torino dal titolo Le Vergini sarà una rivisitazione in chiave moderna per la coreografia di Matteo Levaggi (applaudito l’anno scorso per il balletto Caravaggio).
Si apre così all’insegna del ‘classico’ doc la stagione di danza con una prestigiosa compagnia il cui riconoscimento di “Balletto accademico di Stato” la pone accanto al Balletto del Marijnskij di San Pietroburgo e al Balletto del Bol’soj di Mosca. La sua fama legata alla direzione artistica di Leonid Yacobson e la varietà del repertorio proposto, fanno di questa compagnia una formazione richiesta in tutto il mondo. Oggi il Balletto Accademico di Stato di San Pietroburgo è diretto da Jurij Petuhov, danzatore e coreografo che può fregiarsi del titolo di “artista del popolo di Russia”, personalità che guida la compagnia su una strada perfettamente bilanciata sia fra tradizione e contemporaneità, sia fra tecnica ferrea e straordinaria capacità espressiva. Il Balletto Accademico di Stato di San Pietroburgo sarà protagonista anche il giorno dopo, mercoledì 28 dicembre, sempre ore 16, con Romeo e Giulietta, spettacolo che si collega con l’opera lirica nel cartellone della stagione dedicata al celebre capolavoro di Shakespeare musicato da Gounod. Celebre è la versione danzata, il balletto in tre atti, sulla stupenda partitura di Prokof’ev, un caleidoscopio di virtuosismo espressivo di straripante energia, un susseguirsi di ritmi selvaggi che qui vengono proposti nella coreografia di Šamil Teregulov.
Dal classico alla break dance con lo spettacolo Blaze in programma domenica 12 febbraio, ore 16 con la regia del coreografo e regista londinese Anthony van Laast, già famoso per Mamma mia! e Sister Act, che presenta 16 tra i migliori street dancer e breakdancer al mondo, con una coreografia firmata dai nomi più brillanti e ricercati del momento, tra cui: Ryan Chappell, Lyle Beniga, Mike Song, Chris Baldock e Kenny Wormald e con le scene di Es Devlin, e il lighting design di Patrick Woodroffe e Adam Bassett (collaboratori di grandi artisti, tra cui Michael Jackson e i Rolling Stones). Lo spettacolo viene proposto sulla scia del successo riscosso ultimamente dalla street dance, grazie anche allo show televisivo So You Think You Can Dance.
Dopo Romeo e Giulietta, ancora Shakespeare il 4 marzo ore 21 ed il 5 marzo ore 10 per le scuole, con Sogno di una notte di mezza estate, una produzione Teatro Gioco Vita -che prosegue la sua ricerca sulla relazione tra danza e teatro d’ombre- in collaborazione con Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatri di Piacenza, Imperfect Dancers. Sulla mirabile partitura di Mendelssohn il coreografo Walter Matteini, già danzatore di Aterballetto e il regista Fabrizio Montecchi, inventano uno spettacolo ricco imperniato sul gioco tra immaginazione e ‘ombratilità’. Su quel testo, reinterpretato a meraviglia dalla musica romantica del compositore tedesco, all’interno del quale s’intrecciano il mondo fisico e corporeo e il mondo immateriale degli spiriti, danza e ombre si prestano in modo particolare anche per le svariate forme e declinazioni che possono assumere confrontandosi per fare esplodere in scena la complessa realtà e i molteplici piani di cui il Sogno è composto.
Domenica 18 marzo alle ore 16 sul palcoscenico del Municipale, saranno di scena gli allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala direttore artistico Fréderic Olivieri, alla prese con tre coreografie del repertorio classico, ma non solo: in programma La Bayadére, nella versione di Marius Petipa e due coreografie attinte dal repertorio di due indiscussi maestri del novecento quali Jiří Kylián e William Forsythe. In apertura un vero classico, il Grand Pas Classique (Il regno delle ombre) de La Bayadère di Marius Petipa, creazione del 1877 con le musiche di Minkus. La coreografia, ripresa dal direttore della Scuola Frédéric Olivieri, costituisce un caposaldo del repertorio romantico in cui particolarmente vivo è il gusto per l’esotismo, il soprannaturale e il sentimentalismo. Segue Larmes blanches creazione del 1985 di Angelin Preljocaj. Su un palcoscenico avvolto dal buio, due coppie di danzatori evocano le trappole della vita quotidiana in cui scivolano le relazioni amorose alternando, sull’elegante atmosfera barocca delle musiche di Bach, Balbastre e Purcell, gesti meccanici e spezzati a movimenti più rotondi e sinuosi. Si chiude con Evening Songs creato nel 1987 da Jiří Kylián, indiscusso protagonista della danza contemporanea, anima del Nederlands Dans Theater. Il balletto, per tre coppie di danzatori, introduce elementi di danza folk sulle note di Dvorák. I costumi, disegnati dallo stesso Kylián, con Joke Visser, prevedono per le ballerine delle ampie gonne che sulla scena vanno a comporre forme suggestive. Lo spettacolo costituisce uno dei numerosi impegni a cui sono chiamati ogni anno gli allievi della Scuola di ballo, che rappresenta il cuore del Dipartimento Danza dell’Accademia Teatro alla Scala, presieduta da Pier Andrea Chevallard e diretta da Luisa Vinci.
La stagione si conclude domenica 22 aprile 2012 ore 16 con Le Vergini, coreografia di Matteo Levaggi realizzato dal Balletto Teatro di Torino direttore artistico Loredana Furno. In collaborazione con gli artisti visivi Corpicrudi (Samantha Stella e Sergio Frazzingaro), è un lavoro di controtendenza rispetto ai precedenti di Levaggi e avvicina danza classica e arte contemporanea. La musica è, come si diceva sopra, quella di Cajkovskij e la struttura coreografica utilizza formule collaudate del balletto classico, come il passo a due (adagio, variazione, coda), il Grand Pas, che impiega anche alcune soliste e alcune coppie del corpo di ballo, e il divertissement. Il candore del bianco e l’accostamento alle immagini di Picnic a Hanging Rock o alle Vergini Suicide di Sofia Coppola ci trasportano invece in un mondo differente, poeticamente lontano dalla favola, pur trattando degli stessi argomenti: vita, morte, sessualità.
Dopo la positiva esperienza con il concerto dedicato a Liszt, nella prossima stagione si approfondirà la collaborazione con il Conservatorio “Nicolini” insieme al quale la Fondazione Teatri e il Comune di Piacenza, Assessorato alla Cultura, si apprestano a ricordare Giuseppe Nicolini in occasione dei 250 anni della nascita (1762 – 2012). Dopo aver allestito Il geloso sincerato (2004) e L’amor mugnaio (2007), nella primavera prossima si metterà in scena al Municipale un altro lavoro del compositore piacentino allievo a Napoli dell’illustre Domenico Cimarosa. Si tratta di Le due gemelle, un’opera comica in due atti il cui manoscritto è conservato a Bruxelles. L’intreccio si basa su un artificio teatrale tipico delle commedie settecentesche: due gemelle, una sciocca e una astuta (interpretate dalla stessa cantante), che per la loro somiglianza ingannano due pretendenti; il finale vedrà ovviamente trionfare l’amore, con un doppio matrimonio. Il lavoro, di ottima fattura, consentirà a un tempo di riscoprire un compositore minore, ma non così lontano dai grandi di quel periodo. Ed inoltre, costituirà l’occasione ad gruppo selezionato di studenti del Conservatorio cittadino di sviluppare competenze “sul campo” vale a dire di cimentarsi in palcoscenico.
La collaborazione con il Conservatorio “Nicolini” riguarderà anche la prima stagione di Musica da Camera con lo scopo di valorizzare le realtà musicali della città e del suo territorio. I concerti vedranno impegnati esclusivamente insegnanti e studenti del Conservatorio “Nicolini” che attraverso un percorso comprendente autori dal ‘700 al ‘900, si esibiranno nell’insigne Sala dei Teatini, tra gennaio e aprile 2012. La possibilità di poter ascoltare autori significativi della storia musicale attraverso esecuzioni di valore, sia da parte di insegnanti sia dei migliori studenti del Conservatorio, rappresenta un momento fondamentale sia per la promozione delle attività musicali e didattiche della scuola stessa, sia per la diffusione della cultura musicale in città. La musica cameristica sarà altresì presente attraverso alcuni concerti promossi dalla Società dei Concerti che, per la prima volta, si eseguiranno presso la Sala dei Teatini.