Centenario del Polo di Mantenimento, si attende un nuovo piano industriale

“Dovremmo lavorare su tre elementi fondamentali personale, produzione e infrastrutture”, così il nuovo direttore del Polo militare di Piacenza, il colonello Claudio Totteri, riassume le priorità alla base del suo nuovo incarico.

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In occasione delle celebrazioni per il centenario dell’arsenale piacentino e del termine dell’incarico alla sua direzione del Generale Francesco Castrataro, ci si interroga sul destino che l’area cittadina ricoprirà in futuro.

Giudizio unanime sulla necessità di riqualificazioni strutturali, oggetto dello studio in atto per l’elaborazione di un nuovo piano industriale che dovrebbe risollevare le sorti dell’area militare, a cui oggi è stata consegnata la cittadinanza onoraria.

“Questo è e resterà l’ente più importante dell’esercito” ha dichiarato il generale uscente Generale Francesco Castrataro “c’è un’evoluzione della società e dell’esercito quindi è inevitabile che ci siano delle riconfigurazione. Sono sicuro che si arriverà ad una soluzione”.

L’ Arsenale militare di Piacenza, che si estende su un’ area vasta ben venti ettari (vi si innalzano i bastioni del cinquecentesco Castello dei Farnese), ha garantito ai piacentini sin dalla sua fondazione, nel 1911, migliaia di posti di lavoro. Per anni la sua tradizione industriale ha fornito al Paese un contributo di studi e di progetti per le bocche da fuoco dei carri armati, dei semoventi e dei cannoni.

Uno stralcio dell’intervista al colonello Franco Adami, pubblicata dal Corriere della Sera nel 1995.

“Nel 1981 abbiamo presentato uno studio, apprezzato in campo Nato, sul blocco di culatta del semovente M 109 per consentire una maggiore celerità di tiro. Impegnativi anche gli studi sugli acciai e quelli per consentire al Leopard di sparare in movimento. Eppoi quelli per dotare la fanteria di un mortaio da 60 millimetri pesante appena 8 chili. La nostra esperienza si riversa anche nel restauro di antiche artiglierie provenienti dai musei o di monumenti in bronzo. Abbiamo un laboratorio chimico all’ avanguardia che compie perizie per le Forze armate e, a pagamento, per conto dell’ industria privata”.

Negli ultimi anni l’attività svolta all’interno dell’arsenale consiste soprattutto nella manutenzione e riparazione di mezzi militari provenienti da tutta Italia. Attualmente i lavoratori altamente specializzati impegnati all’interno del polo sono 800, a rischio mobilità per il blocco delle assunzioni e i mancati investimenti in un’area considerata troppo estesa e non adeguata a livello tecnologico.