Oculistica: specialista piacentina premiata a Roma

Il trapianto della membrana amniotica a livello oculare permette di curare diverse patologie della cornea. È questo l’esito di un importante lavoro di ricerca per il quale, nei giorni scorsi a Roma, è stata premiata Chiara Morini, oculista all’ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza.

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Trentacinque anni, laureata a Pavia e specializzata in oculistica pediatrica all’università La Sapienza di Roma, la piacentina ha lavorato per cinque anni all’ospedale pediatrico Bambino Gesù della capitale. Proprio in quel contesto è maturata l’esperienza che le ha fruttato il premio Mario Gelsomino, importante riconoscimento nazionale che conferma e amplifica l’interesse già dimostrato dal congresso della Società oftalmologica italiana nei mesi scorsi. A novembre, in quello che è l’appuntamento di riferimento per oltre 2400 specialisti e mille espositori di aziende, vengono infatti presentate le principali novità nel campo della diagnosi e della terapia delle patologie oculari.

La dottoressa Morini, che da novembre lavora a Piacenza nell’equipe di Oculistica diretta da Paolo Arvedi, aveva già ottenuto una menzione da una commissione di esperti.

Come detto, la ricerca premiata riguarda il trapianto di membrana amniotica in età pediatrica e dimostra le potenzialità di questo innovativo sistema.

“Estratta dalla placenta – spiega l’oculista piacentina – possiede eccezionali proprietà anti-infiammatorie e, trapiantata a livello oculare, può permettere di curare diverse malattie della cornea, della congiuntiva e del limbus, che non rispondono alle terapie tradizionali”. Sono i casi di ulcere, traumi, ustioni, causticazioni, pterigi, esiti di interventi oculari, abuso di lenti a contatto, pemfigoide e sindrome dell’occhio secco.

“Trapiantata nell’occhio, la membrana amniotica – continua – si riassorbe in pochi giorni, liberando potenti sostanze neurotrofiche, antinfiammatorie e antidolorifiche. Stimola la riparazione dei tessuti evitando la formazione di cicatrici oculari e potenzia l’azione delle cellule staminali intrinseche dell’occhio migliorando tutta la trasparenza e la superficie oculare. Questo permette, in alcuni casi, di evitare il trapianto di cornea”.

 

Molto soddisfatto del riconoscimento è il dottor Arvedi, primario di Oculistica: “L’arrivo e l’esperienza di Chiara Morini permettono alla nostra unità operativa di migliorare ancora le risposte alle esigenze dei pazienti, con particolare attenzione alle patologie dei più piccoli”.