Abbattere la dispersione scolastica: proposta della giunta regionale

L’Assemblea legislativa ha esaminato e approvato questa mattina la proposta di legge della Giunta che realizza il nuovo sistema regionale dell’Istruzione e Formazione professionale, presentato dall’assessore regionale alla Scuola e Formazione Patrizio Bianchi.

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Un percorso unitario tra istruzione e formazione, che raccorda i percorsi degli Istituti professionali e della Formazione professionale rendendoli equivalenti e complementari, e capaci di intrecciare i bisogni formativi dei ragazzi e le necessità del mercato del lavoro. Un sistema, su cui la Regione investe 55 milioni di euro all’anno, che mira a valorizzare la cultura del lavoro e ad assicurare il successo scolastico di tutti i giovani, in particolare nel delicato momento di passaggio dalla scuola media alla scuola superiore.

La sfida è prevenire, e in ogni caso ridurre, la dispersione scolastica e l’abbandono, realizzando percorsi flessibili e personalizzati, che possano rimotivare, rafforzare le competenze di base e orientare i ragazzi, anche con percorsi scolastici frammentati, affinché non ci siano giovani in Emilia-Romagna che debbano scontare l’insuccesso scolastico.

Dall’anno scolastico 2011-2012 gli studenti diplomati alla scuola secondaria di primo grado potranno iscriversi a un percorso quinquennale di istruzione secondaria superiore – liceale, tecnica o professionale – oppure ad un percorso unitario di istruzione e formazione professionale di tre anni.

I soggetti che gestiranno i percorsi triennali a qualifica saranno gli Istituti Professionali che hanno scelto il regime di sussidiarietà e gli Enti di formazione professionale accreditati, che dovranno progettare in modo unitario i percorsi. L’obiettivo è quello di garantire il successo formativo per tutti i ragazzi, e dunque la presa in carico di tutte le specifiche necessità degli studenti che si possono presentare fin dal primo anno.

Il nuovo sistema è inserito all’interno della strategia di Europa 2020, una strategia inclusiva fondata sull’investimento sulle persone. Le competenze che i giovani potranno acquisire nel triennio corrispondono alle figure nazionali correlate al Sistema Regionale delle Qualifiche, e riconosciute dal Sistema europeo delle qualifiche. Sarà inoltre garantito il raccordo fra il sistema nazionale di istruzione e il sistema formazione professionale regionale, per consentire il passaggio degli studenti da un percorso all’altro.

In prospettiva, la Regione sta pensando di realizzare anche un quarto anno, dopo i primi tre, che consentirebbe ai ragazzi di rientrare nel percorso quinquennale di istruzione secondaria superiore e arrivare al diploma di maturità frequentando il quinto anno integrativo.

Il nuovo sistema dell’Emilia-Romagna, nel cui percorso di preparazione e realizzazione sono state coinvolte le parti sociali, gli enti locali e le autonomie scolastiche e formative, si è resa possibile in un quadro normativo che si è evoluto negli ultimi anni. A partire dal 2005, quando il decreto legislativo 226 ha attribuito competenza esclusiva alle Regioni in materia di istruzione e formazione professionale, per continuare con le linee guida del 2007, fino all’accordo dell’aprile scorso tra il Ministero e le Regioni che ha istituito le 21 figure professionali nazionali.

Con DPR 87/2010 e il riordino degli Istituti Professionali, si è dato vita a livello nazionale ai percorsi quinquennali anche per l’Istruzione professionale, mentre fino ad oggi gli Istituti professionali rilasciavano una qualifica già al termine del terzo anno.

Il sistema dell’istruzione e formazione professionale in Emilia-Romagna

In Emilia-Romagna nell’anno scolastico 2010-2011 sono 38.649 gli studenti impegnati nell’istruzione professionale, il 23,62% del totale dei ragazzi frequentanti la scuola superiore in regione. Sono circa 6 mila i giovani che frequentano la formazione professionale. Sono 75 gli istituti professionali e 55 gli enti di formazione accreditati per l’obbligo di istruzione. L’Emilia-Romagna è la prima regione in Italia per il numero di studenti che frequentano gli istituti tecnici e i professionali (61%).