Al via \”Dal Mississippi al Po\” tra musica, letteratura e cinema

Il fatidico settimo anno, quello che terrorizza la convivenza della coppia, spesso minandone definitivamente la stabilità. Non c’è nessuna crisi nel rapporto sempre più consolidato tra il festival musicale-letterario Dal Mississippi al Po e la sua sede naturale, la città di Piacenza. L’acqua scorre sotto i ponti e tanta ne è passata, ma il Po resta il cuore geografico della città, così come il nostro festival aspira a diventarne sempre più quello culturale e umano.

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Giunto, appunto, alla sua settima edizione, un traguardo importante, il festival, organizzato da Fedro scs, con la direzione artistica di Davide Rossi e Seba Pezzani, ripropone la propria formula vincente, che ne fa uno dei pochissimi festival internazionali italiani in cui musica e letteratura si fondano senza soluzione di continuità, creando una simbiosi che è nel DNA dell’arte ma che non sempre trova applicazione concreta. Tale formula prevede incontri letterari conditi da tanta musica dal vivo e concerti introdotti dalle sapienti parole di chi fa della scrittura la propria ragione di vita.

A quarant’anni esatti dalla scomparsa di Jim Morrison, il festival ha deciso di dedicare al carismatico totem della poesia rock uno spazio privilegiato, invitando uno degli amici più stretti del cantante dei Doors, quel Frank Lisciandro che più di ogni altro ha i titoli per parlare della figura umana di Morrison, spogliandola del fumo della leggenda. Amico, guida nei momenti cupi, fotografo, biografo e persino coproduttore di Jim Morrison e dei Doors (in parte sua la produzione dell’album postumo An American Prayer), Lisciandro allestirà, nello Spazio Mostre di Palazzo Farnese, una mostra (in larga parte inedita per il nostro paese) di grandi scatti dei Doors e di altre importanti band degli anni ’60, restando a disposizione di tutti i visitatori che abbiano domande da fare e curiosità da soddisfare.

A suggello dell’attenzione speciale dedicata al fenomeno Jim Morrison-Doors, verrà presentato in anteprima nazionale lo splendido libro Riders on the Storm, l’autobiografia di John Densmore, batterista della band di Los Angeles, uno spaccato onesto, tranciante, a volte persino spietato del mondo musicale, con non poche sorprese per i fan.

Gli anni ’60, dunque, una stagione irripetibile, l’età dell’oro della musica rock. Lo stesso Lisciandro ne parlerà con la sua classica onestà intellettuale al pubblico piacentino, insieme a Tim Willocks e a Claudio Gargano: della serie quando la musica diventa scrittura.

Ovviamente, la musica resta il perno attorno a cui tutto il resto ruota. Con una grande e, ci auguriamo, gradita novità: quest’anno i concerti principali si svolgeranno tutti nello splendido Teatro Municipale, una cornice grandiosa che siamo certi possa suggellare definitivamente il nostro sforzo di abbattere quante più barriere possibile, incluse quella storica tra la musica classica e la cosiddetta musica leggera. Già immaginiamo le espressioni ammirate, quasi estasiate, degli ospiti americani che calcheranno quel prestigioso palco. Dal duo effervescente Watermelon Slim & Super Chikan, espressione vivente del superamento di un’altra annosa barriera, quella razziale, nel territorio più intimamente afroamericano, cioè il blues, alla frizzante serata delle armoniche con le band esplosive di Rick Estrin e Andy J. Forest, passando per due vere star planetarie della musica “del diavolo” come Alvin Youngblood Hart, depositario vivente della tradizione, e Sonny Landreth, uno dei maestri incontrastati della chitarra slide, nonché un virtuoso dal curriculum impressionante.

Ma gli appassionati non si preoccupino: ogni singolo istante del nostro-loro festival sarà all’insegna della musica, con una serie di interventi durante gli incontri letterari e con alcune incursioni del “dopo-festival” in locali della città che hanno aderito con entusiasmo al nostro invito: Bullone Pub, il locale più americano di Piacenza, dove -siamo certi- alcuni degli ospiti del festival si potranno sentire a casa, ed il caffè letterario Baciccia, che ospiterà sia un evento letterario dedicato a Jim Morrison che interessanti live acusitici.

Dunque, oltre ai nomi principali in cartellone, grande musica con Nerak Roth Patterson (vecchia conoscenza del pubblico piacentino), Tony Washington e la sua band di scatenato gospel moderno, Kasey Lansdale, Francesco Piu & Davide Speranza, RAB4 e anche la “nostra” Linda Sutti.

Ma la scrittura è di per sé musica e le atmosfere dei romanzi degli scrittori americani invitati a Piacenza lo testimoniano. Inutile parlare del ritmo voodoo di Joe R. Lansdale e della intensità di Tim Willocks, ormai due travi portanti del festival. Meglio spendere due parole sui “nuovi”: scenari torbidi di un’America provinciale sempre ricca di spunti intriganti, nelle pagine di Anthony Neil Smith (con il suo Minnesota innevato che tanto ricorda la Fargo dei fratelli Cohen), oppure ambienti suburbani la cui normalità può risultare agghiacciante, se scalfita con gli strumenti giusti (Linwood Barclay, con il suo humour nero ne è testimone).

R.J. Ellory, Luca Bottura, Beppe Sebaste, Andrea Villani e una schiera di ottimi giornalisti non possono certo essere considerati dei comprimari.

Ma quest’anno si è deciso di sterzare leggermente e di dare spazio alla contingenza. Ecco il motivo di un evento dedicato ai Venti di Cambiamento dell’universo islamico, più che mai vicino a noi con i suoi aneliti di libertà e le difficoltà a fare i conti con millenni di sopraffazioni. Chi meglio di uno scrittore può aprirci gli occhi? E se gli scrittori sono diversi (Amara Lakhous, Ahmad Gianpiero Vincenzo e Younis Tawfik) e tutti provenienti da quell’universo in transizione, tanto meglio.

Gli spunti sono tantissimi. La Scrittura come Redenzione risulta dunque un tema naturale da sviscerare con chi fa della lotta al male e al lato oscuro dell’uomo la propria quotidianità. Michele Giuttari, stimato ufficiale di polizia, David Monti, magistrato, Alessia Micoli, criminologa, e Giacomo Cavalcanti, napoletano strappato al crimine da una grande forza interiore e da incontenibili slanci creativi.

Se si parla di autori italiani, non si può fare a meno di menzionare preminenti esponenti della letteratura italiana come Massimo Carlotto (tra l’altro grande appassionato di blues), un gradito ritorno al festival, così come di nuovo tra noi sarà l’esuberante Paolo Pasi, il geniale Andrea G. Pinketts, che invece è alla sua prima apparizione, al pari di Peppe Lanzetta, artista davvero poliedrico.

E, siccome un festival per essere tale deve vivere in comunione con la città che lo ospita, ancora una volta saranno i luoghi storici di Piacenza a fare da cornice a tutti gli eventi: Piazza Duomo in cui si terranno moltissimi appuntamenti letterari ed i già citati Teatro Municipale, dove si terranno i grandi live serali e Palazzo Farnese, che accanto al Diaro Fotografico di Frank Lisciandro ospiterà nello splendido cortile anche una mostra di strumenti musicali, con tanto di laboratorio di liuteria mobile, affiancata da una mostra-mercato di vinile e CD da collezione per i numerosi appassionati.

Una piccola novità, per finire, la scelta di promuovere direttamente un libro del festival: Il Blues del Delta di William Ferris, una delle opere più illuminanti sulla nostra musica, pubblicata da Postmedia con il patrocinio del festival “Dal Mississippi al Po” e del festival gemello “Roots’n’Blues’n’Food Festival”. Farlo, per giunta, con l’aiuto di Lance Ledbetter, un giovane e geniale discografico americano, nonché profondo conoscitore delle radici folk americane, ci pare una scelta dovuta.

Dal Mississippi al Po aprirà ufficialmente i battenti con due anteprime extra provinciali: a Salsomaggiore domenica 19, in concomitanza con il festival 18E20, e a Milano mercoledì 22, presso lo spazio eventi di FNAC, per entrare poi a pieno regime, in città giovedì 23.

Inoltre per la settima edizione, Dal Mississippi al Po si arricchirà delle suggestioni del cinema, con le riprese dei videomakers Francesco Paolo Paladino, Maria Assunta Karini e Luka Mocaleano, che seguiranno il festival ed i suoi ospiti in ogni evento, dietro le quinte inclusi, per realizzare il docufilm Break Blues.

I biglietti per i concerti live a Teatro Municipale avranno un costo di 15€ (posto unico), ma per gli appassionati sarà possibile acquistare un abbonamento per le quattro serate a 40€. Biglietti ad abbonamento potranno essere acquistati presso la biglietteria del Teatro a partire dalle ore 20.15 di giovedì 23 giugno.

Per poter approntare un programma in linea con la qualità che da sempre caratterizza il nostro festival, ancora una volta è stato fondamentale l’appoggio che i nostri sostenitori ci hanno concesso. Senza la vicinanza degli assessorati alla cultura della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Piacenza e del Comune di Piacenza, nonché senza l’aiuto prezioso della Fondazione di Piacenza e Vigevano e di Assiteca, il festival quest’anno non si svolgerebbe.

Un enorme grazie va anche ai molti partners tecnici di Dal Mississippi al Po: Viaggi dello Zodiaco, Grafiche Lama, LTP, Banca di Piacenza, IREN Emilia, CCIAA di Piacenza, Parietti Auto, Ferranti Musica, Cantina Perini & Perini, e Slang Music.