Beni Culturali, prevenzione e lotta: \”l\’obiettivo è conservare\”

La tutela e la valorizzazione dei beni culturali si concretizzano attraverso l’attività di molteplici competenze che mirano alla conservazione del bene e alla sua fruizione migliore, valutandone il contesto storico, artistico e antropologico.

Radio Sound

Ciononostante, la mera salvaguardia del bene inteso come specifico manufatto dipende in larghissima misura dalla possibilità di impedire e contenere gli attacchi di organismi dannosi, nonché dalle condizioni microclimatiche di conservazione.

Nella maggioranza dei casi, nella gestione ordinaria del patrimonio culturale, i danni causati da batteri, muffe e insetti vengono considerati alla stregua di un male necessario e troppo poca attenzione viene prestata all’elevato potenziale di danno che deriva dalla loro presenza nei luoghi di conservazione. Se a questo si coniuga la limitata preparazione in questo settore da parte di chi si occupa di conservazione, si può facilmente intuire di quale entità siano i danni derivati da infestazioni che evolvono indisturbate per innumerevoli anni.

La conoscenza degli agenti di danno biotico, delle loro modalità di attacco e di sviluppo oltre che della loro limitazione sono premessa indispensabile a qualsiasi azione di tutela e valorizzazione. Da qui l’esigenza non solo di conoscere, ma anche di rendere possibile un aggiornamento continuo di questa conoscenza e di “formare” chi si occupa, a vari livelli, di conservazione dei beni culturali.

In questo settore, infine, manca il confronto tra gli operatori (e ricercatori) su questi temi specifici così che spesso esperienze di sicuro valore rimangono nell’ombra mentre potrebbero costituire modelli da emulare o da cui partire per ricerche più approfondite.

La tavola rotonda, programmata a conclusione del Convegno internazionale “Meeting on Cultural Heritage Pests” (in programma dal 7 al 9 giugno), affronterà i temi “Diagnosi e prevenzione” e “Attuali possibilità di difesa”.

Tale occasione, promossa e realizzata dal CPBC, centro di ricerca per la Protezione dei Beni Culturali dagli Organismi dannosi dell’Università Cattolica, vuole quindi essere un momento di confronto aperto e onesto sulle problematiche attuali relative alla conservazione dei beni culturali. Di conseguenza, pur essendo svincolata da specifiche esigenze commerciali, considera la realtà operativa italiana ed è rivolta agli operatori di tutto il territorio nazionale, siano questi tecnici della disinfestazione, del restauro o dirigenti di strutture preposte alla conservazione.

La tavola rotonda prenderà avvio da interventi di ricercatori che, sulla base di dati sperimentali e conoscenze scientifiche, riassumeranno lo stato dell’arte a coloro che, operando come conservatori, affrontano concretamente i problemi connessi al degrado biotico. Il filo conduttore degli interventi sarà la riflessione sui fattori che rendono possibile l’innovazione attraverso la valorizzazione dell’insieme delle risorse presenti e implementabili nei luoghi di conservazione. Grazie alla ricerca scientifica, che sembra avviarsi verso un intreccio sempre più stretto con le esigenze degli operatori nel settore della conservazione, si possono trovare soluzioni innovative nella quotidiana gestione e organizzazione delle principali realtà di conservazione.

Di seguito è previsto un momento di dibattito tra gli intervenuti per condividere risultati, dubbi e problemi sulle fondamentali necessità del settore.

Un attestato di partecipazione verrà rilasciato a coloro che ne faranno richiesta.

La tavola rotonda si terrà il prossimo 10 giugno, a partire dalle ore 9.45, presso l’Università Cattolica di Piacenza.

La partecipazione è gratuita, ma sarà necessario iscriversi on-line entro il 29 maggio.