Referendum: tre si e mezzo per la Uil

E’ nella tradizione della Uil stare nella politica, non essere nella politica. Ragion per cui, come sottolinea il sindacato di via Scalabrini, l’organizzazione non può sottrarsi dall’esprimere un’opinione in vista dei referendum del 12 e 13 giugno.

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«L’esercizio del voto – osserva il segretario provinciale Massimiliano Borotti – è un fatto importante». Anche di fronte a uno strumento sminuito come il referendum, che la Uil vorrebbe anche propositivo, ma che, comunque, rappresenta un importante momento di democrazia per il Paese. Il primo appello che giunge dalla Uil, quindi, è quello di andare a votare.

Entrando nel merito dei quesiti, l’organizzazione di via Scalabrini chiede un “sì” per la retromarcia sul nucleare, un tema su cui la Uil si è sempre spesa molto, un “sì” per l’abrogazione delle norme che consentono la privatizzazione dell’acqua, «che è un bene universale», e un “sì” per abrogare la possibilità di privatizzare i servizi pubblici locali.

Più defilata la posizione dell’organizzazione sul legittimo impedimento. «E’ il quesito più politico – osserva Borotti – quindi la Uil intende lasciare agli iscritti totale libertà di voto». Un’osservazione, però, è d’obbligo: «I cittadini davanti alla legge dovrebbero essere tutti uguali».