Un concerto molto ricco sia musicalmente che come varietà d’interpreti è in cartellone sabato 14 maggio alle ore 20.30 al Municipale di Piacenza, con la Filarmonica Toscanini diretta da Timothy Redmond, il tenore Robert Anthony Gardiner, il Quartetto di Cremona ed Ettore Contavalli (primo corno della Filarmonica), in qualità di solista. La serata presenta un raffinato omaggio alla musica inglese attraverso un tema specifico, quello dei brani per piccola orchestra di Elgar “Serenata in mi minore op. 20” e “Introduzione e Allegro per quartetto d’archi e orchestra op.47”, di Vaughan Williams “Fantasia su un tema di Thomas Tallis” e di Britten “Simple Symphony” e la “Serenata per tenore, corno ed orchestra”.
Fautore della rinascita della musica britannica Edward Elgar (1857-1934) ha legato il suo nome all’epopea vittoriana, a dispetto di una notorietà acquisita inizialmente con fatica, per motivi di carattere religioso essendo cattolico in un ambiente per lo più protestante. Perciò solo a partire dagli ultimi anni dell’Ottocento il suo nome cominciò a circolare, in tempo però per essere identificato come il principale cantore dei fasti dell’Impero Britannico. Essenzialmente autodidatta, Elgar seguì un itinerario stilistico piuttosto lento in cui ebbero fondamentale importanza l’amore per gli autori tedeschi in particolare la conoscenza diretta delle opere di Wagner.
La Serenata in mi minore op. 20, composta nel 1892, è una delle sue composizioni strumentali più raffinate. Di stampo quasi mendelssohniano, pur rientrando in quella produzione fatta soprattutto di pezzi salottieri – brani per violino, pianoforte o piccoli complessi da camera che caratterizza l’attività compositiva di Elgar almeno fino alla fine dell’800 – permette comunque di apprezzare la grande vena melodica, le qualità di ottimo orchestratore e la padronanza dei mezzi orchestrali di un autore che fu definito come il padre della musica inglese del Novecento storico.
L’ Introduzione e allegro per archi, op. 47, venne creato nel 1905 in onore della London Symphony, nella versione per quartetto d’archi e per orchestra d’archi, allo scopo di evidenziare il virtuosismo dei componenti della neonata compagine. La composizione non piacque molto, ma poi è diventata fra i lavori più eseguiti ed apprezzati del compositore inglese.
Tra i musicisti che cercarono di ridare vita ad una tradizione musicale originale inglese, affrancandola da condizionamenti estetici del tardo romanticismo tedesco, per orientarla piuttosto verso prospettive autonome che avevano nel folk song il loro fondamento, vi è Ralph Vaughan-Williams, autore di uno degli esempi più riusciti di questa tendenza: la Fantasia su un tema di Thomas Tallis, lavoro che rivendica la diretta provenienza dalla grande stagione della poesia e della musica inglese dei secoli XVI e XVII. Il richiamo a Thomas Tallis, compositore cinquecentesco, risulta evidente nell’utilizzo come base della Fantasia della terza melodia scritta per il salterio dell’arcivescovo Parker nel 1576.
Maestro della vocalità novecentesca, Benjamin Britten non disdegnò di affrontare forme musicali fra le più diverse. E non deve meravigliare che fra i primi frutti di un genio precoce, si trovino, brani di squisita fattura come la Simple Simphony che appare un abile divertissement il cui organico da orchestra d’archi si pone in linea con una tendenza tutta inglese (la Serenade di Elgar) dove l’aristocratica raffinatezza del comporre è rivestita da un sottile humor. La Serenata per tenore, corno ed orchestra, creata nel 1943 per l’amico cornista Dennis Brain, allora costretto a servire l’aeronautica inglese in piena Seconda Guerra Mondiale, e per il tenore Peter Pears, è composta da sei brani vocali su testo di poeti inglesi. Attraverso la musica di Britten, le liriche diventano delicate invocazioni alle ombre notturne, incorniciate da un breve intervento del corno solo, riproposto anche nella conclusione.
Alla guida della Filarmonica Toscanini, il giovane Timothy Redmond già Direttore Principale della Filarmonica di Cambridge; ha guidato alcune delle principali orchestre britanniche tra cui la London Symphony Orchestra, la Royal Liverpool Philharmonic Orchestra, l’Ulster, la BBC Philharmonic Orchestra e l’Orchestra di Opera North, oltre ad aver debuttato in importanti teatri come il Mariinskj di San Pietroburgo ed il Covent Garden di Londra. Il tenore Robert Anthony Gardiner ha studiato violoncello, violino e canto perfezionandosi a Francoforte. Tra i numerosi premi ricevuti: l’Harwood Elizabeth Memorial Prize e il Wexford Festival premio Rosenblatt; ha collaborato con numerose formazioni tra cui la Royal Liverpool Philharmonic Orchestra, Royal Philharmonic Orchestra di Leeds, Orchestra da Camera del Nord, Goldberg Ensemble, Northern Sinfonia Orchestra; ha cantato opere e oratori di autori come Monteverdi, Haendel, Mozart Beethoven, Mendelssohn, Britten.
Il Quartetto di Cremona nasce nel 2000, all’Accademia Stauffer di Cremona, si perfeziona con Piero Farulli alla Scuola di Musica di Fiesole e con l’Alban Berg Quartett. Presente nelle più importanti sale da concerto, ha inciso quest’anno per Decca l’integrale dei Quartetti di Fabio Vacchi e si è aggiudicato la vittoria all’undicesima edizione della Web Concert Hall Competition (USA).
Dopo il diploma conseguito presso il Conservatorio “Martini” di Bologna, Ettore Contavalli si è perfezionato con Guido Corti, Hermann Baumann, Radovan Vlatkovic, Barry Tuckwell vincendo con quest’ultimo un diploma di merito all’Accademia Chigiana di Siena. Ha ottenuto il primo premio al Concorso Internazionale “Città di Stresa”; ha collaborato con varie orchestre e formazioni cameristiche sotto la direzione di famosi direttori come da Thielemann a Maazel, da Chailly a Muti. Dal 1997 suona stabilmente nell’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna e nella Filarmonica Arturo Toscanini.