In occasione della Partita costituzionale, svoltasi ieri a Piacenza era presente, tra gli altri, anche il noto giornalista sportivo Ivan Zazzaroni. Prima dell’incontro lo abbiamo raggiunto, sia per parlare della sua partecipazione a questa manifestazione, ma soprattutto per chiedergli qualche commento sulla situazione che sta vivendo il giornalismo sportivo. Da qui è nato un lungo dialogo, durante il quale Zazzaroni ha toccato molti temi. Dal cambio di linguaggio introdotto da internet, alla pay per view, dalla crisi del “sistema” alle responsabilità della politica che gravano sul calcio. “secondo me i più giovani non si sono accorti che è cambiato tutto. L’impostazione è sbagliata. Soprattutto sui giornali è sbagliata…anche in radio sento molte volte gente che recupera un linguaggio degli anni ’80”, ha dichiarato Zazzaroni che ha poi precisato: “Il web oggi ha stravolto radicalmente il linguaggio della gente”. Altro aspetto specifico della professione di giornalista sportivo, toccato da Zazzaroni è stata l’intervista con il calciatore, o comunque con il personaggio sportivo: “una cosa che sta facendo morire i giornali sono le interviste mediate. I calciatori non vogliono intermediari. Con i blog, gli uffici stampa…conta molto il rapporto personale che hai con il calciatore”. Sulla crisi del calcio, invece, prendendo spunto dal Piacenza, Ivan Zazzaroni ha detto: “non è la questione del Piacenza, ma la vostra società è uno dei tanti elementi di una grande crisi che sta coinvolgendo il calcio. Se tu vai in giro per l’Italia vedi il problema Mantova, il problema Avellino. Il problema Roma, in questo caso che viene risolto dalla politica e dalle banche. Tutto il bene che si poteva dire del calcio anni ’80 e ’90 – dove c’era denaro che circolava – è finito”. E’ una serie di fattori sta facendo venire meno la partecipazione al calcio, ma anche ad altri sport, secondo Zazzaroni. Prima di tutto gli stadi: “nelle piccole piazze la gente non va allo stadio, ma ha ragione. Gli stadi sono orribili, sono scomodi. Io quando vado a vedere la partita fuori due m….i per i biglietti, poi io che entro gratis oltretutto… ma vedo la gente aspettare mezz’ora. Vai in tribuna e se piove, mediamente prendi l’acqua”. Altro spetto è stata l’introduzione della pay per view: “è la morte di tutto. La moto Gp non la vedeva nessuno, il basket da quando è in pay per view è ufficialmente morto, perché rimane uno sport per pochi e quindi non fa i numeri. E se i dirigenti vanno solo a soldi e non capiscono di portare la gente allo stadio tra un po’ arriverà un momento tragico. Quando le tv chiuderanno il rubinetto vedrai tutti alla canna del gas”. Infine Ivan Zazzaroni interviene anche su un tema spinoso come quello che riguarda Silvio Berlusconi. Alla domando: ma perché il presidente del Consiglio e presidente del Milan non cambia le regole nel calcio (soprattutto dal punto di vista fiscale), aspetto che avvantaggerebbe, certo il Milan, ma anche tutte le altre squadre? Zazzaroni al riguardo è chiaro: “se permetti oggi ha altri problemi. Il calcio per lui è l’ultima cosa. Quest’anno si prende tutti i vantaggi di un Milan che non ha mai seguito perché glielo ha fatto Galliani. Infatti questo è il secondo scudetto di Galliani, dopo quello di Zaccheroni”. Problemi che non verranno mai risolti perché purtroppo Berlusconi, sempre secondo Zazzaroni: “ha altri problemi che non risolverà mai e lui guarda solo i suoi, non i nostri”. Chiude, prima di scendere in campo con la formazione “No Fair No Play, con una previsione ottimistica: “i media locali sono gli unici che hanno futuro”.