La Conferenza Stato-Regioni ha approvato uno schema di accordo per la predisposizione, entro l’anno, di uno studio finalizzato all’aggiornamento delle zone vulnerabili da nitrati e alla definizione dei carichi inquinanti attribuibili ai diversi settori civili e produttivi. Lo studio affiancherà il lavoro fatto finora per la richiesta di “deroga” ai limiti attuali di azoto zootecnico per ettaro in via di conclusione il 17 maggio a Bruxelles.
La direttiva nitrati sta, infatti, entrando nel pieno della sua attuazione e, come previsto, i problemi per le aziende agricole si confermano notevoli sotto molti punti di vista. “La nostra azione sindacale – commenta Luigi Sidoli Direttore di Confagricoltura Piacenza – sta portando a buoni risultati, non è passata una sola settimana senza affrontare, sui diversi tavoli il problema”. In una recente nota dell’associazione si leggevano le considerazioni del Responsabile del Servizio tecnico Giovanni Marchesi “Stiamo aspettando la deroga che speriamo sia concessa dall’Unione Europea per poter superare il limite fissato a 170 Kg di azoto per ettaro l’anno in zona vulnerabile allora, come è avvenuto in altri paesi dell’UE, sarà possibile raggiungere il limite dei 250Kg in zona vulnerabile, quella, per intenderci, in cui ricade la pressoché totalità dei terreni di pianura”.
La questione relativa alla gestione degli effluenti zootecnici ed al digestato proveniente dagli impianti di biogas – aveva sottolineato Confagricoltura – merita una maggiore attenzione al fine di evitare che una risorsa per l’agricoltura italiana, si trasformi in un problema, attraverso normative restrittive che ne ostacolano l’utilizzazione agronomica.
“Stiamo faticosamente raggiungendo il nostro obiettivo principale – commenta Sidoli – ripensare alla validità di una direttiva che è stata scritta ormai troppi anni fa e rivedere le disposizioni europee. Ripeto quanto detto in precedenza – conclude Sidoli – la questione dei nitrati va posta nella sua interezza. Accogliamo, dunque, con soddisfazione la decisione della Conferenza Stato Regioni che va esattamente nella direzione che avevamo indicato: garantire un sistema di rilevazione idoneo a quantificare il peso delle altre fonti d’inquinamento, come quella civile, al fine di evitare che le cause dell’eutrofizzazione siano attribuite ingiustamente e totalmente al settore agricolo e si concentrino, solo su di esso, tutti gli aggravi normativi e tecnici. Questo documento può rappresentare un valido inizio per un percorso concreto finalizzato ad un chiarimento definitivo della problematica “.