Incapace di intendere e volere: già assolta. Stesso reato, nuova perizia



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Ruba perché traumatizzata dalla morte della figlia. E’ questa la motivazione alla base dell’assoluzione di una donna piacentina di 46 anni, assistita dall’avvocato Mara Tutone: la sentenza risale a qualche tempo fa, ma è ora in corso un processo per il medesimo fatto, sempre a carico della stessa persona. E dunque ieri mattina il giudice Marina Marchetti ha nominato un nuovo perito, William Bettini, per appurare se la signora abbia commesso anche il secondo furto in condizioni di incapacità di intendere e volere.

 

Nel 2007, la protagonista di questa curiosa e drammatica vicenda aveva rubato oggetti dagli scaffali di un grande magazzino di Via Emilia Parmense, ed era perciò stata denunciata dal personale in servizio. Soltanto 3 mesi prima era avvenuto un fatto analogo, per il quale però appunto la donna era stata assolta, in seguito all’esito della perizia: depressione derivante dal trauma della perdita della figlia. Il lutto avrebbe determinato la concomitanza di due patologie: la perdita della memoria e la cleptomania, e la donna si sarebbe dunque macchiata dei reati contestati senza rendersene conto.

 

La vicinanza dei due avvenimenti fa propendere a che la donna venga assolta anche in questo caso e con la medesima motivazione