Dopo l’incontro con il tavolo allargato dell’imprenditoria regionale e prima di portare all’attenzione della Giunta regionale le evoluzioni in merito alla risoluzione regionale con cui la maggioranza ha proposto l’aumento del canone per le attività estrattive da 57 centesimi a due euro al metro cubo, l’assessore regionale alla Difesa del suolo Paola Gazzolo ha incontrato Confapi Piacenza.
Il confronto avvenuto nella sede di via del Commercio ha permesso al presidente dell’Aniem (Gruppo filiera edilizia Confapi Piacenza) Armando Schiavi ed al direttore provinciale della Confederazione Fabio Bellinaso di condividere alcune riflessioni con l’assessore e di proporre soluzioni in vista dell’adeguamento dei canoni.
Su questo fronte, in particolare, l’assessore Gazzolo ha raccolto una segnalazione di Aniem Piacenza e si è impegnata nel verificare che non esistano sovrapposizioni degli oneri previsti dalle leggi regionali 17/1991 e 4/2007, affinché gli imprenditori non siano costretti a pagare due volte, sia per la concessione dei terreni sia per l’escavazione.
Tra i temi posti in evidenza è emerso con forza quello della legalità, argomento sul quale è stata dichiarata grande attenzione ed un forte impegno da parte dell’Amministrazione regionale.
«Gli oneri – ha detto Schiavi – devono essere in linea con la sostenibilità economica delle aziende, poiché oneri scorretti possono portare allo sviluppo dell’illegalità, favorendo l’arrivo delle ecomafie su un territorio, come quello emiliano-romagnolo, caratterizzato dalla presenza di imprenditori locali, seri e da sempre impegnati in importanti investimenti per un corretto recupero ambientale».
«Non dobbiamo poi dimenticare – ha aggiunto Schiavi – che oggi in capo alle aziende del settore, oltre ai canoni pesano anche gli extra oneri derivanti dalle richieste dei Comuni nei quali sono collocati i siti produttivi, che vanno ovviamente ad incidere sui nostri bilanci».
Dunque pur comprendendo e condividendo la scelta della Regione di mettere mano agli oneri, fermi dal 1991, Confapi ha chiesto alla componente della Giunta Errani di riflettere sull’opportunità di un adeguamento graduale, senza imporre impennate come quella messa nero su bianco dalla risoluzione.
Una risoluzione che, così com’è, rischia di mettere in difficoltà solo il contesto emiliano romagnolo, dato che in territori limitrofi, a partire dalla Lombardia e dal Veneto, ci sono condizioni operative ed economiche decisamente migliori: ragion per cui Confapi ha chiesto all’assessore Gazzolo un’armonizzazione delle proprie decisioni con quelle delle altre Regioni.