Sono soprattutto nelle campagne che resistono e crescono ancora le prime imprese nate con l’unità d’Italia quando undici milioni di lavoratori (75 per cento del totale) erano impegnati in agricoltura. Queste imprese che hanno fatto la storia dell’Italia unita sono state premiate a Roma a Palazzo Rospigliosi, nell’ambito dell’iniziativa “150°: voler bene all’Italia per affrontare il futuro”, organizzata da Coldiretti e Symbola in collaborazione con il Censis nel corso della quale sono stati conferiti dal presidente nazionale della Coldiretti Sergio Marini dodici riconoscimenti alle aziende agricole italiane con oltre centocinquanta anni di attività per le performance dimostrate e i risultati raggiunti negli anni.
A questo prestigioso evento non poteva mancare il signor Luigi Mossi, titolare dell’omonima azienda vitivinicola e che ha una storia di 500 anni.
Risalendo nel tempo attraverso manoscritti presso gli Archivi di Stato e Parrocchiale l’Azienda vitivinicola Mossi viene rilevata nel primo Estimo Rurale Farnese del 1558 relativo al Comune di Albareto di Ziano Piacentino (Piacenza). In tale documento, sottolinea il presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi, si legge che Jo. Francesco Mossi, nato nel 1516, era il capo famiglia, aveva moglie e sei figli, una casa, del bestiame e dei terreni “culti, affilagnati e vineati”.
Da allora, quattordici generazioni si sono succedute, sempre in Albareto, a produrre uva e vino. Oggi l’Azienda Mossi produce diversi tipi di vini, spumanti ed altri prodotti, soprattutto da vitigno autoctoni, di cui ha mantenuto nei secoli la tradizione produttiva.
“E’ importante sottolineare, prosegue Bisi, che il signor Mossi può essere definito il “padre dell’Ortrugo”, perché è stato il primo a vinificare in purezza questo vitigno, che oggi rappresenta, insieme al Gutturnio, il nostro vino più prestigioso e identitario. Senza dimenticare che proprio la nostra Organizzazione ha lanciato ormai quattro anni fa il Gran Premio dell’Ortrugo”.
Tra le dodici aziende premiate ieri sera, l’azienda Mossi è la più antica a livello regionale e la seconda a livello nazionale. “Siamo molto orgogliosi di aver presentato questo esempio importante della vitivinicoltura provinciale, ha dichiarato il direttore di Coldiretti Piacenza Massimo Albano. L’imprenditore Luigi Mossi è un fiore all’occhiello del territorio piacentino, (nel dicembre 2008 gli avevamo dedicato “l’intervista del mese” sul nostro mensile, La Voce dei Coltivatori), ed ha dimostrato negli anni tanta lungimiranza, impegnandosi attivamente per promuovere i nostri vini non solo fuori dei territorio provinciali, ma anche nazionali”.
Per Coldiretti il territorio con le proprie identità e peculiarità è una risorsa fondamentale del Paese. “La nostra Organizzazione, ha conclusa Albano, negli anni, grazie alla coerenza che ha sempre contraddistinto il suo percorso, si è “accreditata” agli occhi dell’opinione pubblica, come forza sociale, passando da una rappresentanza di categoria ad una rappresentanza di sistema e quindi del territorio in senso lato e dei soggetti presenti sul quel territorio. Pertanto, una rappresentanza di filiera che diventa rappresentanza di cibo, bene primario di ogni essere umano, che racchiude un enorme valore identitario. Per questo motivo riteniamo che dare un riconoscimento alle aziende agricole che hanno fatto la storia della nostra agricoltura significhi, non solo “voler bene all’Italia”, ma valorizzare e rappresentare il territorio, perché chi non conosce il passato non può credere nel futuro.”