Susanna Camusso scalda Piacenza verso lo sciopero generale del 6 maggio

Una lunga relazione, un fiume di interviste. La segretaria Cgil Susanna Camusso, ospite d’onore nel giorno delle celebrazioni per i 120 anni della Camera del lavoro piacentina, non si è risparmiata e ha commentato ad ampio raggio i temi dell’attualità politica motivando lo sciopero generale indetto per il 6 maggio prossimo. Dalla vicenda “protezionista” di Parmalat («Sono strane le modalità, come se si fosse scoperto all’improvviso che servono delle politiche industriali»), alle ultime bagarre parlamentari («Siamo sempre più vicini ad un’emergenza democratica), fino alle più stringenti considerazioni di tipo economico. «Questo è un paese sull’orlo del disastro economico – ha commentato la numero uno Cgil – cresce la diseguaglianza, l’inflazione senza crescita rappresenta sempre di più un pericolo e non esiste un progetto energetico». «Il nostro sciopero è un gesto di responsabilità – ha proseguito Camusso – vogliamo richiamare l’attenzione della politica e della classe dirigente per un paese che ha bisogno di scelte, a cominciare dal lavoro». Ma la partecipazione al giorno di festa piacentino ha permesso a Susanna Camusso anche di punzecchiare i colleghi di Cisl e Uil, descritti come «rassegnati alle scelte del Governo», e di spendere più di un passaggio sull’intervento in Libia e sull’emergenza immigrazione. «Era annunciato, difficile considerarla una vera emergenza – ha spiegato – invece di lanciare allarmi, il Governo avrebbe dovuto lavorare per un percorso di accoglienza intavolando una discussione con l’Unione europea senza le contrapposizioni a cui abbiamo assistito. L’emergenza viene invece usata per costruire insicurezza e paura, insistendo sull’idea di clandestinità per creare panico. Lo sapevamo benissimo, quando i paesi sono attraversati da vicende così importanti come quelle del Sud del Mediterraneo, i fenomeni migratori sono una conseguenza diretta».

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La mattinata si è aperta con un’appassionata descrizione storica del segretario della Camera del lavoro di via 24 maggio Paolo Lanna, che ha raccontato l’evoluzione del sindacato dal 23 marzo di 120 anni fa, quando presso il ritrovo di allora in via Borghetto, cominciarono a incontrarsi tutti quei lavoratori interessati ad unirsi per rivendicare tariffe orarie più vantaggiose, fino ad oggi. «I valori di allora sono gli stessi per cui dobbiamo lottare anche oggi – ha evidenziato Lanna – per riuscirci, anche a Piacenza dobbiamo vincere una scommessa: quella di coinvolgere una nuova generazione che è chiamata a prendere in mano il suo destino».

Un augurio di buon compleanno è arrivato anche dalle istituzioni, con i saluti portati dal sindaco Roberto Reggi e dall’assessore provinciale a scuola e lavoro Andrea Paparo. «Piacenza è stata la prima città d’Italia ad annettersi all’Italia unita e trent’anni dopo ha dato la luce alla prima Camera del lavoro nel paese – ha riferito il primo cittadino – segni di un attivismo e di un’attenzione alla tutela dei lavoratori che ancora oggi ci distinguono». «Il mio auspicio è che sul territorio piacentino possa essere mantenuta l’unità sindacale che ha portato stimoli e contenuti rilevanti nella gestione della crisi – ha aggiunto Paparo – mi auguro che il 6 aprile prossimo, in sede di commissione provinciale di concertazione, sindacati e imprese arrivino alla sottoscrizione di un’intesa proficua per la nostra provincia».