Difendere la valle del Trebbia dallo scempio dell’energia idroelettrica. L’Osservatorio Permanente Val Trebbia, insieme a No Tube, Associazione XXV Aprile e Associazione La Goccia, prende atto dei progetti che si vorrebbero attuare nel territorio lungo il fiume, che verrebbe sfruttato per rifornire di energia idrica le centrali elettriche. Per fare ciò sarebbero previste dighe e bacini artificiali che andrebbero a compromettere l’integrità del corso fluviale. Ad esempio la diga proposta all’altezza di San Salvatore farebbe scomparire i meandri del Trebbia che invece l’Osservatorio vorrebbe rendere patrimonio dell’Unesco.
Intanto Roberto Lucà di Associazione 25 Aprile, interessata alla salvaguardia della Val Trebbia, lancia l’allarme sul futuro di Ottone che potrebbe scomparire per la troppa trascuratezza alla quale è costantemente soggetto. Ottone conta più di 30 mancanze all’anno, tra decessi e trasferimenti. Considerando che gli abitanti sono circa 400, tra dieci anni Ottone potrebbe non esistere più. La causa di questo regresso, secondo Lucà, è il continuo svilimento delle comunità montane, private dei servizi essenziali e di una degna promozione del territorio. Al contrario queste aree vengono deturpate con continue installazioni di impianti per energie alternative che impoveriscono il paesaggio. Un incontro è previsto per il 2 Aprile a Rivergaro quando comitati ed esperti si incontreranno per discutere soluzioni alternative allo scempio dello sfruttamento energetico.
All’incontro che si terrà al Salone Parrocchiale di Rivergaro alle 15, parteciperanno Giancarlo Vecchi, docente di analisi delle politiche pubbliche al Politecnico di Milano, Francesco Puma dell’Autorità di Bacino del Po, Umberto Fantigrossi docente universitario e avvocato e Sabrina Freda, Assessore all’Ambiente della Regione Emilia Romagna.