AGGIORNAMENTO: E’ passata tra vibranti polemiche e qualche imbarazzo la variante al bilancio di previsione contenente il maxibando europeo sulle mense voluto congiuntamente da Comune e Ausl, e cioè il vero scoglio di ieri in Consiglio comunale. Per il centrodestra si tratta di un provvedimento-blitz dell’esecutivo Reggi; non condiviso per tempo con il Consiglio, con qualche profilo «di illegittimità», ma che soprattutto vincolerà le prossime due amministrazioni comunali. Per la maggioranza, invece, una soluzione improntata al risparmio, più sicura sotto il profilo dei controlli sanitari e in grado di dare sprint al nostro sviluppo economico e in particolare alla nostra produzione agroalimentare.
A favore si sono espressi il Pd, la lista civica di Reggi, Rifondazione comunista e Bruno Galvani (misto); contro il Pdl e Carlo Mazza (misto); astenuti Udc ed Edo Piazza (misto) mentre Gianni D’Amo non ha partecipato al voto.
Il bando (che non si espleterà prima di sei mesi) prevede una convenzione trentennale tra i due enti, la ristrutturazione di un centro pasti congiunto a La Verza per la preparazione dei pasti (890mila all’anno nelle mense scolastiche, 560mila in ospedale) con forniture a prevalenza di prodotti locali (c’è in gioco anche la Camera di commercio). Per la base d’asta si parla di 55-60 milioni di euro mentre la durata riguarderà i prossimi nove anni.
Come già aveva lasciato intendere l’andamento della commissione, il dibattito si è rivelato un muro contro muro estenuante fino all’ultimo. Ed è naufragata mestamente anche la speranza, costituita dall’emendamento D’Amo, che a un certo punto poteva, se non mettere d’accordo tutti, quantomeno far trovare punti di contatto tra i poli.
Il capogruppo di Piacenza Comune – «non pregiudizialmente contro al bando» – chiedeva di dividere il periodo in due tronchi, con una verifica dopo i primi quattro anni. Proposta stroncata dal voto e motivata (da Reggi e dall’assessore al Bilancio Luigi Gazzola) con la necessità di prevedere un tempo lungo per consentire all’Ausl di ammortizzare l’ingente investimento.
Il sindaco Reggi ha parlato di un’opportunità da cogliere. «Si risparmierà sul costo unitario del pasto e si darà un colpo allo sviluppo economico della città e alla filiera corta dei prodotti locali. E’ chiaro – ha aggiunto – che impegnamo le amministrazioni future, ma non possiamo fare in altro modo, altrimenti nessuno farebbe investimenti e la città retrocederebbe».
Ragionamenti condivisi dai consiglieri del Pd Giorgio Cisini, Giovanna Calciati e dal capogruppo Pierangelo Romersi. Decisamente contrari i colleghi del Pdl. Tempi giudicati precipitosi per un appalto così rilevante: «Tutta questa fretta fa dubitare di qualcosa, ad esempio che ci sia già il vincitore», ha fatto presente un polemico Mazza. Tutti contro anche gli esponenti del Pdl. Da Luigi Salice, critico con il metodo partecipativo e con alcuni profili del bando considerati «illegittimi» (più alcune criticità dovute alla risoluzione del contratto e alla formalizzazione delle garanzie), a Marco Tassi, per il quale il Consiglio ne è venuto a conoscenza troppo tardi. Alla prova del voto, la variante è passata con 23 voti favorevoli.
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Non si è ancora conclusa la seduta del Consiglio Comunale di Piacenza.
Toni accesi sul tema della riqualificazione di Piazzale Plebiscito. Decisa la posizione del consigliere di Piacenza Tutta Guglielmo Zucconi. “Meno demagogia e meno populismo” sbotta Zucconi “I comitati ormai spunatno come funghi”
È previsto per questa sera l’incontro tra il sindaco Roberto Reggi e gli esponenti del Comitato cittadino guidato da Marco Natali e sostenuto da Legambiente. La questione riguardal’abbattimento dei tigli previsto nell’ambito del progetto di riqualificazione di Piazzale Plebiscito. Il sindaco si dichiara aperto al dialogo, il comitato dal canto suo ha già raccolto un migliaio di firme per salvare 9 dei 15 alberi che nella nuova pianificazione verrebbero abbattuti. Carlo Mazza del Gruppo Misto promette che la questione verrà anche dibattuta anche in una seduta ad hoc del consiglio comunale.
Altro tema che ha scatenato un vero e proprio scontro politico quello sul maxi bando per le mense scolastiche, della durata di nove anni. Provvedimento portato all’improvviso e senza il dovuto metodo, secondo il centro destra.
Ascolta il nostro inviato Marcello Pollastri