Opera prima che impose il regista Marco Bellocchio all’attenzione internazionale, film della rivolta contro le istituzioni, la famiglia, la scuola, la religione, pellicola preannunciante il ’68. Interpreti Lou Castel, Paola Pitagora, Marino Masè, Liliana Gerace, Pierluigi Troglio.
Con la proiezione de “I pugni in tasca” venerdì 25 marzo alle ore 21 al Teatro Comunale Filodrammatici di Piacenza si conclude il ciclo “Cinema e Teatro”, proiezioni e incontri presentati da Giorgio Betti.
Il progetto “Cinema e Teatro”, che indaga i collegamenti tra grande schermo e palcoscenico, è un percorso proposto da Teatro Gioco Vita – Teatro Stabile di Innovazione nell’ambito del programma “InFormazione Teatrale”, organizzato con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
L’adattamento teatrale del film “I pugni in tasca”, curata dallo stesso Marco Bellocchio, andrà in scena al Teatro Municipale per la Stagione di Prosa “Tre per Te” (5 aprile): protagonisti Ambra Angiolini e Pier Giorgio Bellocchio, regia di Stefania de Santis.
Premiato ai Nastri d’argento del 1965, “I pugni in tasca” (1965) riassume i temi cari a Bellocchio. Al centro della vicenda si trovano infatti la religione, la famiglia, l’amore, la patria e la proprietà.
Sulle montagne prospicienti Piacenza, in una villa un tempo ricca ed ora fatiscente, vive una famiglia borghese in un isolamento pressoché totale. La madre dei quattro figli è cieca e non gestisce l’educazione dei figli nè l’amministrazione della casa. Piuttosto è Augusto, il maggiore dei figli e il capo famiglia, che sembra proiettato con la mente al momento in cui lascerà la villa. Il suo lungo fidanzamento con Lucia, una ragazza di città, dovrebbe infatti portare presto al matrimonio. I due fratelli di Augusto, Alessandro e Leone, e la sorella Giulia mostrano d’avere disturbi mentali. Leone è affetto da epilessia e non è in grado di ragionare. Giulia, apparentemente normale, è invece ferma ad uno stato totalmente infantile ed è legata da un rapporto morboso al fratello Alessandro. Quest’ultimo, infine, soffre pure di epilessia, ma dimostra una fredda lucidità mentale. Egli difatti, concepisce diabolici progetti di omicidio nei confronti di tutta la famiglia. Un giorno, avendone l’occasione, getta la madre in un dirupo e affoga nella vasca da bagno Leone. Rivela poi l’accaduto alla sorella, la quale gli si mostra alleata per eliminare Augusto. Alessandro, però, palesa una freddezza, che spaventa Giulia. Durante una crisi epilettica, la ragazza si trattiene dall’aiutarlo, abbandonandolo al suo destino.
«La dissoluzione della famiglia borghese – per dirla con le parole di Paolo Mereghetti nel suo “Dizionario dei film” edito da Baldini & Castoldi – viene attuata con una ferocia sgradevole e poetica insieme, che trova nel grottesco i suoi spunti migliori e nello sconvolgente Castel il suo interprete ideale. All’epoca lasciò a brandelli l’immaginario cinematografico collettivo, oggi non lascia indifferente nemmeno chi ha acquisito un non comune senso dell’orrore».
L’ingresso agli incontri di “Cinema e Teatro” è gratuito.