Michele Lodigiani, Presidente di Confagricoltura Piacenza, coglie l’occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua per ricordare quanto in agricoltura si sia fatto per il risparmio idrico e quanto sia indispensabile programmare sul fronte della regimazione delle acque.
“Negli ultimi anni l’agricoltura ha sostenuto uno sforzo immenso di modernizzazione – sottolinea Lodigiani – sostituendo, di fatto, i sistemi d’irrigazione tradizionali con altri molto più efficienti come l’irrigazione a goccia e la fertirrigazione, sperimentando l’irrigazione programmata e mirata. Le applicazioni dell’agricoltura di precisione sono uscite dall’ambito sperimentale e dagli istituti accademici per trovare impiego nei nostri campi. Tutto questo a testimonianza della grande rilevanza che il settore primario riconosce alla risorsa idrica. L’irrigazione, inoltre, non è solo importante in termini di quantità: ha un ruolo chiave nel garantire la qualità della produzione ed è, pertanto, un elemento basilare della strategia complessiva dell’agricoltura italiana. I 2/3 delle esportazioni di prodotti agricoli provengono da colture irrigue.”
Quest’anno il World Water Day del 22 marzo è stato dedicato alla “sfida urbana” ed il dato che emerge dall’analisi ISTAT evidenzia come in Italia il 47% dell’acqua potabile vada sprecata a causa di una rete idrica colabrodo. Il nostro Paese – afferma Confagricoltura – dovrà confrontarsi sempre più con i problemi legati all’uso dell’acqua, rivedendo le proprie strategie di gestione e di risparmio, creando le infrastrutture sufficienti ad accumularla e metterla a disposizione nei momenti in cui serve. Da una parte l’acqua che viene sprecata, dall’altra un settore come quello agricolo che vede nella risorsa idrica uno dei più importanti fattori di competitività. Confagricoltura pone in evidenza come oltre il 40% della produzione agricola si avvalga dell’irrigazione, mentre il rapporto tra superficie irrigata e Sau è pari al 20%.
“L’appuntamento della Giornata Mondiale dell’Acqua fa riflettere sul fatto che la ‘sfida dell’acqua’ non riguarda solo il terzo mondo, ma anche i Paesi avanzati – commenta Lodigiani – e, se è pur vero che nelle campagne si stanno facendo grossi sforzi per adeguarsi alle normative europee su acque e nitrati, si avverte la necessità di un’adeguata politica nazionale dell’acqua, con particolare attenzione al ruolo degli Enti che la gestiscono, come le Regioni, le Autorità di bacino, i Consorzi di bonifica. A livello locale, poi – conclude Lodigiani – non è pensabile che una politica di gestione sostenibile di questa risorsa, possa escludere la realizzazione d’invasi che ne permetterebbero una regimazione efficace ed efficiente”.