Trespidi ha incontrato Tacconi, storica bandiera della Juventus

“Un mito calcistico nella squadra sbagliata”. Così il presidente della Provincia Massimo Trespidi ha accolto questa mattina nel suo ufficio il campionissimo Stefano Tacconi – storica bandiera della Juventus di fine anni ’80 e tra i portieri più forti al mondo – giunto a palazzo Garibaldi accompagnato da giornalisti, dirigenti sportivi e imprenditori (c’era anche il manager del team Ducati di SuperBike “Supersonic” Danilo Soncini), per una proposta di collaborazione trasversale tra sport e politica. Tacconi ha dimostrato di apprezzare tantissimo la realtà piacentina ed emiliana e ha espresso parole di elogio per alcune delle tipicità locali, suo grande favorito il culatello. Il presidente è stato invitato alla prima tappa italiana del campionato  SuperBike a Monza, l’8 maggio prossimo. Per il team Supersonic in pista Maxime Berger, giovane talento francese. Parlando di sport Trespidi ha sottolineato il livello di eccellenza raggiunto dalla realtà piacentina, recentemente inserita nella top ten nazionale dal Sole 24 Ore e ha sottolineato la sua personale passione per il pallone (da ragazzo giocava come centrocampista in promozione), che associa a quella per la maratona. Tacconi si è rivelato informato e aggiornato sulla realtà del Piacenza Calcio. “Mister Madonna? Lo conosco, ci ho giocato contro. Sta facendo bene, i ragazzi stanno viaggiando alla grande. Garilli? Sta tenendo in piedi una società. E oggi come oggi non è facile”. Il calciatore si è poi espresso sul panorama calcistico internazionale: “C’è qualche portiere giovane che sta emergendo, penso a Viviano e a Sirigu. Lloris del Lione? E’ uno dei migliori, molti lo dicono, ma sono tanti quelli in gamba”. Nel corso dell’incontro Soncini, presente anche come collaboratore del periodico Eva Tremila, di cui cura una rubrica, ha rivolto alcune domande a Trespidi, che ha parlato di sport come “fattore di grande crescita della personalità” e “grande strumento al servizio della solidarietà”. Il presidente ha citato l’esperienza dell’Associazione volontari per il servizio internazionale – di cui è socio – che, in anni di attività, ha costruito pozzi in Niger e Sudan, scuole per i bambini di Baghdad, un orfanotrofio a Betlemme, dove convivono ebrei e palestinesi. “Credo molto – ha spiegato – nel valore della solidarietà, come rete di contributi che ciascuno di noi può dare per tutte le cause umanitarie”.

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