Sabato 19 marzo, dalle 16 alle 19, nella sala consiliare del Comune di Caorso, si terrà l’iniziativa “Il nucleare divide, l’energia rinnovabile unisce”. L’evento, organizzato dall’associazione CaBoiardi, l’associazione Creafuturo (Cremona) e Giovani Democratici di Piacenza, sarà preceduto alle 15 da una cerimonia simbolica sul ponte di Castelvetro delle organizzazioni antinucleari di Viadana, Cremona e Mantova: “Uniremo le due sponde del fiume, in omaggio ai 150 anni dell’Unità d’Italia, con un asse ideale, una carovana che partirà da Viadana (Mantova) e raggiungerà Caorso” ha spiegato Marco Pezzoni (Creafuturo Cremona).
Nello stesso tempo, vista la tragica situazione che sta investendo il Giappone in questi giorni, il coordinamento No Nuke di Piacenza organizzerà un sit in di fronte al Comune di Caorso, in attesa dell’arrivo della carovana dall’altra sponda del Po.
Un evento che, per la prima volta, vede unite le asssociazioni, i movimenti e i partiti. Hanno aderito infatti Legambiente, Partito Democratico, Italia dei Valori (impegnata nella sensibilizzazione del referendum voluto proprio dal segretario Di Pietro), Sinistra, Ecologia e Libertà. Federazione della Sinistra-Rifondazione, Federazione dei Verdi, Ecologisti Democratici. E i Comitati antinucleari di Casalmaggiore, Viadana, Cremona, Canneto sul Po, Piadena, Bologna, Acli e Arci Cremona, Rete Donna Cremona.
Quindi, nella sala del Consiglio, spazio ai cittadini e al dibattito con rappresentanti delle associazioni e dei partiti:
apriranno i lavori Gianluigi Boiardi e Marco Pezzoni (PD Cremona) in qualità di presidenti delle associazioni che hanno organizzato l’evento; quindi Marcello Petrini, segretario provinciale Giovani Democratici di Piacenza; Daniele Nastrucci, sindaco di Caorso negli anni del funzionamento della Centrale Arturo; il senatore dell’Italia dei Valori Luigi Li Gotti che spiegherà le tappe che porterannno al referendum di giugno; l’assessore regionale Giancarlo Muzzarelli, la consigliera regionale dei Verdi Gabriella Meo e il portavoce del coordinamento Non Nuke di Piacenza Giampaolo Bardini. E’ quest’ultimo che incalza: “questa manifestazione è il segnale di un territorio esteso impegnato per dire no al nucleare. I cittadini sono stanchi di essere presi in giro da figuri politici e da amministratori collusi con gli interessi economici. La politica è preposta al cittadino e non all’economia”. “Il decreto Romani è stata una scelta politicamente ed economicamente sbagliata sotto tutti i punti di vista. Soprattutto da quello economico dal momento che non favorisce certo nuovi posti di lavoro” spiega Andrea Tagliaferri, responsabile regionale ambiente dei Giovani Democratici Emilia Romagna.
“Quello che sta accadendo in Giappone deve farci riflettere: noi in Italia, un Paese che non è in grado di risolvere neppure i problemi dei rifiuti a Napoli, non saremmo in grado di rispondere neppure ad una minima parte della tragedia orientale”.
Un argomento ripreso da Marco Pezzoni: “E’ uno scontro tra la lobby nuclearista che vuole fare i propri affari e dall’altra la prospettiva del futuro, quella che sta vincendo negli Stati Uniti, nella Germania. Le rinnovabili hanno sì problemi seri di regolamentazione, ma il vero problema è che da un anno e mezzo questo tipo di energie hanno superato l’apporto de nucleare rispetto alla produzione dell’energia elettrica e i settori economici europei prevedono che, nel giro di 20 anni, le centrali nucleari diminuiranno sensibilmente. E’ l’impegno del Piano nazionale per le energie rinnovabili presentato dal ministro Prestigiacomo che creerà dai 150 ai 200mila posti di lavoro in più nei prossimi dieci anni. Recentemente Confindustria ha fatto un proprio piano complessivo straordinario per l’efficienza energetica dimostrando che si risparmierebbe da qui al 2030 il 30% del fabbisogno energetico italiano e al 2050, si produrrebbero 1 milione e 600mila posti di lavoro. Queste sono le risposte da dare alla crisi economica. Ma il Governo e Confindustria nascondono questo piano perché le rinnovabili sottraggono radicalmente ogni ragione economica al fatto che si investa sul nucleare perché è inutile e superfluo”.
Chiude la conferenza Gianluigi Boiardi: “E’ tutto un grande imbroglio. L’informazione sul nucleare che il Governo si vanta di promuovere è solo una grande bugia. Per realizzarla il Governo Berlusconi ha speso oltre 6 milioni di euro. Una partita a scacchi, questo il tema dello spot, bloccata dopo poche settimane dall’Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria perché giudicata “ingannevole” ed “espressione di una sola parte” (favorevole al nucleare). Gli avvenimenti del Giappone fanno sì che oggi, chi parla di non voler scegliere il nucleare sia tacciato di “sciacallaggio”, “fanatismo” e “parolaio”. Pensate che quel “fanatico” di Guenther Oettinger, Commissario all’Energia dell’Unione Europea ha definito una vera e propria “apocalisse” quello che sta accadendo in Giappone. Quella “parolaia” della Merkel, cancelliere tedesco, ha deciso di non prolungare la vita delle vecchie centrali, mentre quegli “agitatori” degli Svizzeri hanno dichiarato lo stop a nuove centrali. Noi invece, noi sì che non siamo dei boccaloni. Il nostro ministro all’Ambiente Stefania Prestigiacomo lo ha detto chiaro e tondo: “Il Governo non cambia idea. Si torna al nucleare”. Il suo collega ministro allo Sviluppo Economico Paolo Romani è stato ancora più incisivo: “Quello che è accaduto in Giappone ci emoziona, ma non dobbiamo prendere decisioni in base alle emozioni, come facemmo nell’87 dopo Chernobyl. Quindi, dobbiamo fermarci, verificare che le condizioni ci siano, condividere con i cittadini la scelta e tornare al nucleare”. Democratico.
E poi non possiamo non avere fiducia nella nostra Protezione Civile che, oggi, ha dichiarato: “Ci sono più radiazioni a Roma che in Giappone in questo momento“. Ecco. Visto che sono tutti d’accordo, perché con una grande e partecipata delegazione, dal ministro Prestigiacomo a Romani o a Scajola, dalla protezione civile al presidente dell’Agenzia per la Sicurezza atomica Umberto Veronesi, non prenotiamo un viaggio di andata per Fukushima già oggi? Il biglietto per Scajola che, nel giardino delle centrali, farebbe giocare i suoi nipotini, lo offriamo noi. Sì, il viaggio è di andata. Per il ritorno ne parliamo. Democraticamente”.