Nei suoi lavori degli ultimi anni Luciano Pivotto prende in prestito le immagini dai giornali e da altri media, al fine di evidenziare i profili e le trasformazioni degli stili di vita. Il segno distintivo delle sue creazioni è però la scrittura e la superficie su cui lavora di consueto è la cera. Al di là dell’aspetto gradevole, le sue opere hanno un fondo enigmatico che invita chi le guarda a non fermarsi al primo impatto e ad andare oltre, alla ricerca del loro “messaggio”. Per una sorta di inganno dei sensi, la cera appare come uno schermo che obbliga a guardare a distanza; poi, osservando da vicino, si scopre che i segni incisi per dare vita alle immagini non sono semplici linee, ma frasi.
Come scrive Roberto Borghi il senso del lavoro di Luciano Pivotto sta in un vecchio e celeberrimo slogan di Marshall McLuhan: “il medium non è il messaggio”. Pivotto, secondo Roberto Borghi, “lavora sovrapponendo al ‘medium’ un ‘messaggio’ non suo, sostituendo un codice di comunicazione con un altro, sovvertendo il consueto rapporto tra significante e significato. Il ‘medium’ preso in considerazione dalle sue opere è spesso un codice linguistico figurato che, nel corso del tempo, ha avuto come singoli idiomi le bandiere navali, o i gesti con cui comunicano i sordomuti. Sempre più di frequente, il ‘mezzo di trasmissione del messaggio’ è la semplice, consueta scrittura: o, meglio, dei frammenti di scrittura che vengono ripetuti costantemente all’interno dei medesimi lavori. Si tratta di aforismi, frammenti poetici, massime filosofiche, dettagli di notizie tratte dai quotidiani: in alcune opere queste frasi delineano raffigurazioni complesse, che ricalcano foto pubblicitarie presenti su riviste patinate. Lo scopo è quello di creare una sorta di ‘vanitas’, più postcontemporanea che postmoderna, attraverso cui spogliare l’immagine della sua sontuosità e sabotarne la dinamica comunicativa.”
Luciano Pivotto è nato a Trivero (Bl) nel 1951. Vive e lavora a Biella. Ha tenuto la sua prima mostra nel 1980. Da allora ha esposto le sue opere in numerose città italiane ed europee. Tra le sue ultime personali ricordiamo Hope, Showcase, Amstedam 2003; HELP, Espace Blanche, Bruxelles 2004; quelle presso la galleria Maria Cilena di Milano nel 2005, nel 2007 e nel 2009; Rapporti A2 (insieme con Gigi Piana), Officine Caos, Torino 2010.
La mostra proseguirà fino al 9 aprile 2011, con i seguenti orari: dal martedì al sabato, dalle 16 alle 19 – domenica e lunedì chiuso o per appuntamento.