Non ci fu crudeltà, né premeditazione, né futili motivi. E’ su questi presupposti che è basato il ricorso alla Corte d’assise d’appello presentato dall’avvocato Piero Spalla, difensore di Mohammed Chraka, l’uomo accusato di aver ucciso la moglie tagliandole la gola. Chraka, il 4 novembre dello scorso anno, è stato condannato a 30 anni di reclusione per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà. L’uomo colpì con un bastone al capo e poi la trafisse più volte alla gola l’ex moglie Zahira Aitali, 26 anni, in via Vaiarini, in mezzo alla strada. Il massacro avvenne il 10 aprile del 2009. Spalla sta facendo visitare Chraka a uno psichiatra di Reggio Emilia, Millo Grisanti, con l’aiuto di due psicologhe. Le relazioni verranno usate nel nuovo processo da Spalla. Una prima parte di questa analisi è già stata depositata. «Si doveva fare una perizia psichiatrica – ha affermato l’avvocato – ma non venne concessa. In delitti come questo è quasi un obbligo».