La Categoria Fioristi aderenti all’Unione Commercianti di Piacenza all’attacco contro i venditori di fiori abusivi ai semafori e lungo le vie commerciali della città, con una lettera firmata dal capo categoria Enzo Casaroli ed inviata ai Sindaci della Provincia di Piacenza, al Comandante della Guardia di Finanza ed al Comandante della Polizia Municipale del Capoluogo.
Nella lettera il capo categoria Casaroli premesso che “l’attuale momento di grave recessione, soprattutto nei comuni, non esonera neppure una categoria quale quella dei fioristi, i quali spesso devono subire la sleale concorrenza di venditori ambulanti più o meno irregolari e l’attività di vendita di fiori a scopo di beneficenza che sempre più associazioni Onlus propongono in vari periodi dell’anno. Nell’imminenza della festa della donna, appuntamento di grande importanza per la categoria, l’AISM, associazione italiana sclerosi multipla, ha lanciato un’iniziativa tesa a raccogliere fondi: “una gardenia per l’AISM, in occasione della festa della donna regala questa mimosa”. La nostra associazione nazionale Federfiori – sostiene Casaroli – vorrebbe porre un argine, non certo alle iniziative di beneficenza ma all’ostinazione dei loro organizzatori nell’associarli ai prodotti provenienti dal nostro ormai ridotto lavoro. La nostra categoria – sostiene Casaroli – non vuole opporsi a certe iniziative benefiche, ma ritiene che le stesse non debbano andare a scapito delle migliaia di piccole imprese commerciali.
Quindi in vista dell’8 marzo la categoria dei fioristi piacentini, richiama le autorità competenti alla necessità di un controllo rigoroso contro ogni forma di abusivismo commerciale e di vendita irregolare di mimosa, in quanto grave è il danno subito dalla categoria oltre ad essere un elemento demoralizzante per le nostre imprese che pagano regolarmente le tasse e che ogni giorno devono inventarsi qualcosa per poter far quadrare i sempre più ridotti bilanci.”
Casaroli conclude con la certezza che la sua richiesta venga accolta e lancia un messaggio alle associazioni ONLUS e, precisamente, di convincere il cittadino a donare senza chiedere nulla in cambio.