La galleria Biffi Arte inaugura oggi alle ore 17.30 la mostra collettiva “QUELLI DI FONTANA”, a cura di Franco Fontana.
Modenese di nascita, la sua passione amatoriale per la fotografia lo trasforma in un artista cosmopolita. Dalla metà degli anni settanta i suoi scatti hanno conquistato ogni angolo del mondo tanto da figurare in importanti collezioni pubbliche nei più prestigiosi musei di arte contemporanea internazionali. Da 18 anni dirige il Toscana Foto Festival, durante il quale si tiene il workshop “Creatività”, a cui hanno partecipato Carlotta Bertelli, Francesca Della Toffola, Massimo Di Gennaro, Alex Mezzenga e Andrea Razzoli, protagonisti della collettiva alla galleria Biffi Arte. Lo spazio piacentino ha ospitato nel mese di maggio 2010 anche la mostra personale di Franco Fontana “Colori”.
I FOTOGRAFI IN MOSTRA (testi di Luigi Erba)
Carlotta Bertelli. Il tema della realtà, dell’ artificiale, della verità e del falso sono territori fotografici e artistici, ogi indagati e testimoniati nel lavoro di Carlotta Bertelli. “Niente è come sembra” come diceva il Buddha e nel suo lavoro i giochi si mescolano, verità e menzogna, illusioni ed inganni, nascondimenti e rivelazioni, generando eleganti equivoci e cammuffamenti. Ovviamente non tutti gli enigmi si sciolgono o si evidenziano perchè sarebbe come smascherare la creatività artistica e questo non è giusto. Il lavoro della Bertelli emerge proprio in questo contesto attraverso una realizzazione ironica in cui il presupposto è un circolo di confusione che fa riflettere anche sulla nostra ambigua percezione quotidiana.
Massimo De Gennaro ricorda ciò che disse Valéry che la pelle è la sua profondità, come una corteccia. E in queste cortecce? Queste epidermidi, forme di antichi ulivi, dicono proprio… sud. Tre lettere mai tanto profonde, mai tanto comprensive di un tutto. Il suo linguaggio fatto di ombre, luci, materia, ovviamente rimanda al tempo, ma anche alla storia ancestrale di una fotografia che scava come un aratro e accarezza come una mano. Quelle forme ricordano ovviamente la fatica, il lavoro, un rapporto uomo ambiente mai idilliaco…un saper aspettare, quasi un guscio della terra che si dischiuda. E il pensiero mi porta anche alle civiltà passate che avevano nella natura il loro finito- infinito, mai uguale, mai prevedibile e alle loro intelligenze che producevano manufatti zoomorfi, antropomorfi, perché ogni cosa era simbiosi con ciò che vedevano, sentivano e toccavano. Queste piante sono un totus.
Francesca della Toffola con Pelle a pelle presenta uno dei suoi lavori più emblematici per spettro linguistico di significanti e significati. L’accostamento, l’impostazione a dittici comprensiva di parte o tutto dei due fotogrammi non è una divisione ma una fusione; un legare a creare un’ immagine unica, complessa e per questo relativa. La scansione non solo grafica, the black line, come l’ha chiamata in una recente pubblicazione, segna sì il tempo, ma anche la contemporaneità visiva di un complesso che mette in gioco proprio le categorie della ripresa. L’artista si fotografa in una performance, o meglio inserisce il suo corpo nell’ambiente di una villa veneta a due passi da casa. E’ un gioco finzione-ricreazione decisamente basato sull’esperienza, su una rilettura di ambienti che filtrati dalla sua memoria seguono le tracce del tempo, in uno spazio pubblico che ora diviene iconografia privata, interiore, sempre molto leggera, equilibrata.
Alex Mezzenga. Anche qui siamo di fronte ad una reinvenzione attraverso la tipologia di ripresa, della post produzione, l’ utilizzo dei piani e del colore. Focus on Beirut è di per sé un titolo emblematico: è uno sguardo attraverso, un’accentuazione circoscritta. La vicenda, il dramma non è tradizionalmente raccontato, solo sfiorato con la focalizzazione dei volti con una reinvenzione dei piani tradizionali. Rimane un racconto che suggerisce una presenza-evanescenza, un’umanità coinvolta in un divenire quasi provvisorio dove tutto solo apparentemente traspare. Ma le espressioni sono lì. Rimane il pensiero di chi osserva, di chi è fotografato. Il colore è testimonianza di un ambiente, scolpito dall’ombra e dalla storia. Un mondo in divenire, provvisorio, quasi impalpabile, ma reale. Mezzenga sposta con questo lavoro la narrazione tradizionale del reportage; non vuole angosciare, ma attraverso una visione diversa, far pensare.
Andrea Razzoli. E se le scarpe potessero parlare, raccontare forse scriverebbero una storia. Se potessero fotografare anche. Quelle di Razzoli sono infatti immagini in cui il punto di vista fotografico è assoluto… ad altezza di punto di scarpa, appunto. La città viene così raccontata in modo insolito al di là di quella retorica dei luoghi a cui siamo troppo assuefatti. Attraverso l’uso totale del grandangolare e del colore parlano quelle superfici-materie, ma anche oggetti che fanno parte di un arredo urbano, vengono decontestualizzati e stanno in bilico tra realtà e sogno una volta tanto non in modo angosciante.
Griglie, tombini, superfici plastiche calpestabili hanno una loro struttura e assumono qui una identità espressiva quasi pensante, attraverso texture, forme, segni. Sullo sfondo la città, gli edifici intravisti come diverse ed evanescenti presenze
BIOGRAFIE
Carlotta Bertelli, classe ’88, nata a Modena ma trasferita a Milano dove lavora come freelance nel campo della moda. Diplomatasi presso la prestigiosa accademia di fotografia John Kaverdash, collabora con le maggiori agenzie di models management italiane e ottiene i primi pubblicati su riviste di settore.
Grazie al fortunato incontro con Franco Fontana, grande maestro della fotografia italiana, è venuta in contatto con il mondo dell’arte, stimolando la sperimentazione e la ricerca personale. Da allora è quindi impegnata in un percorso artistico che affianca all’attività professionale.
Massimo De Gennaro, nato a Brindisi, dopo gli studi al Liceo Artistico si laurea in Architettura a Venezia. Vive e lavora a Modena. Parallelamente alla professione di architetto si dedica alla pittura e alla fotografia; sviluppa la sua ricerca artistica in molteplici direzioni approfondendo il suo interesse per lo studio della figura umana e del paesaggio; frequenta corsi di fotografia con Franco Fontana, Lucien Clergue, Douglas Kirkland, e altri. Oltre a numerose mostre in Italia e all’estero, sue fotografie fanno parte della collezione della Galleria Civica di Modena e dello Spazio Permanente Arte Contemporanea di Casarano (Lecce).
Francesca Della Toffola nasce a Montebelluna (TV) nel 1973. Si laurea a Venezia con la tesi “Sulla soglia dell’immagine: Wim Wenders fotografo”. In seguito svolge studi sulla fotografia e partecipa ad alcuni workshop, tra i quali quello con Franco Fontana che, da subito, si dimostra un’esperienza formativa molto importante. Dopo un iniziale interesse verso la macrofotografia e i particolari, esplora il linguaggio fotografico: la ricerca sui materiali, il legame tra due immagini, la riflessione sulla linea nera, la scoperta dell’autoritratto. Ha esposto in diverse manifestazioni fotografiche e gallerie. Ha vinto premi e riconoscimenti. Attualmente lavora come fotografa e insegnante di fotografia nelle scuole. Sue fotografie fanno parte di collezioni private e archivi fotografici tra i quali l’Archivio Zannier e l’Archivio Storico fotografico della Galleria Civica di Modena.
Alex Mezzenga nasce a Roma nel 1971. Diplomato all’istituto di stato per la cinematografia e la TV “Roberto Rossellini” come fotoreporter e direttore della fotografia, inizia lavorando nel cinema come fotografo di scena. Dal 1998 si dedica alle tematiche sociali collaborando con L’ESPRESSO. Distribuito e rappresentato da LaPresse Photo Agency. E’ allievo del Maestro Franco Fontana. Riceve nel 2003 il premio Le logge al Toscana Foto Festival per il miglior portfolio. Nel 2005 riceve il primo premio Raffaele Ciriello al Lucania Fim Festival nella sezione Giornalismo di Guerra. Attualmente, oltre a seguire notizie di carattere nazionale e internazionale si occupa di progetti a medio – lungo termine legati aiconflitti e ai post-conflitti con particolare attenzione alle situazioni Medio Orientali e Latino Americane.
Andrea Razzoli nasce nel 1965 a Modena, dove vive e lavora.Scopre un’autentica passione per la fotografia e l’immagine partecipando ad un workshop diretto da Franco Fontana; il percorso di formazione continua con la partecipazione a numerosi seminari di studio tenuti da importanti maestri della fotografia contemporanea. L’incontro con Maurizio Galimberti, con cui collabora in alcuni workshops, lo porta ad approfondire con personale interpretazione e creatività, la poetica della pellicola a sviluppo immediato ottenendo risultati di grande rilievo: vince nel 1999 il Premio Portfolio Modena per la Fotografia, nel 2000 il Premio le Logge al Fotofestival di Massa Marittima e nel 2001 il Premio Style Montecarlo. Partecipa a numerose esposizioni personali e collettive sia in Italia che all’estero.