Durante il Consiglio Diocesano di oggi si è congedato Mons Lino Ferrari

Si è tenuta questa mattina la penultima seduta del decimo Consiglio presbiterale diocesano che ha parlato della Missione popolare diocesana, della formazione permanente del clero e delle norme per i nuovi oratori. Essendo in scadenza (questo organismo consultivo, detto anche “senato del Vescovo”, è quinquennale e tornerà a riunirsi ancora il 5 maggio) ha dato indicazioni per il proprio rinnovo (entro il 5 maggio dovrebbero essere indicati già i sette rappresentanti dei vicariati a cui si aggiungeranno i cinque membri che verranno eletti in giugno nella giornata del Sacro Cuore) ed ha preso congedo dal vicario generale mons. Lino Ferrari. Come ha lui stesso precisato, con il 14 marzo prossimo lascerà l’incarico al Vicario generale eletto mons. Giuseppe Illica ed il 3 aprile farà il proprio ingresso nella sua nuova parrocchia di Castel San Giovanni.

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La seduta di questa mattina è stata presieduta dal vescovo mons. Gianni Ambrosio ed è stata coordinata da don Federico Tagliaferri.

In apertura vi sono state le abituali comunicazioni di vita diocesana del vicario generale mons. Ferrari; al termine mons. Giuseppe Busani, vicario episcopale per la pastorale, ha aggiornato i presbiteri sulla Missione popolare, facendo riferimento soprattutto all’ultima seduta del Consiglio pastorale diocesano. In tale occasione in vescovo mons. Ambrosio ha presentato la propria “nota pastorale”, sono stati distribuiti i sussidi per i tre ambiti (relazioni, fragilità e cittadinanza) ed è stato distribuito il libro delle “preghiere per benedire e invocare benedizione”, pubblicazione che potrà accompagnare anche le prossime benedizioni delle famiglie nelle singole parrocchie. A questo proposito mons. Busani ha illustrato le diverse note tecniche che gli interessati possono trovare nello specifico sito della Missione popolare, sito che può essere raggiunto partendo dal portale della diocesi: www.diocesipiacenzabobbio.org.

E’ stata poi la volta dell’intervento del Vescovo che ha esaminato un tema, già altre volte affrontato dal Consiglio presbiterale: la formazione del clero. Dopo aver sottolineato che la formazione permanente del presbitero è indispensabile, che non è isolata dal suo ministero, ma è in rapporto al ministero stesso, mons. Ambrosio ha poi citato alcuni documenti pontifici.

La formazione del clero è una questione che sta molto a cuore al Vescovo, per questo ha coinvolto il Consiglio Presbiterale perché occorre trovare insieme anche qualche buon suggerimento pratico per aiutarci a trovare forme e modi che favoriscano l’attuazione di questo preciso dovere di ogni presbitero”.

Mons. Ambrosio ha posto alcune domande: quale cura è in atto oggi per la formazione dei presbiteri nella nostra Chiesa? cosa si potrebbe fare per rilanciare la formazione? visto che la nostra diocesi è vasta – risulta molto difficile incontrarci -, si può pensare a qualche ‘mezzo’ per ovviare a questa (e ad altre) difficoltà: due/tre/quattro giorni residenziali con alcune tematiche da approfondire, collegamento via internet là ove è possibile, ecc.)?

“Le opportunità che abbiamo a disposizione – ha aggiunto il Vescovo – sono: il ritiro quasi mensile (a cui partecipa un buon numero di sacerdoti, anche per il fatto che si svolgono nel vicariato; la durata del ritiro è ristretta a due ore circa, più – ed è cosa buona – l’agape fraterna); gli incontri di formazione previsti (circa tre all’anno, con una relazione e il successivo dibattito): la partecipazione è più limitata, la durata è di due ore circa (più pranzo); gli esercizi spirituali (in versione ridotta): lo scorso anno sono stati tenuti a Bedonia e alla Bellotta (spero che si possa proseguire anche quest’anno); la festa del Sacro Cuore; la festa di san Vincenzo; il Convegno pastorale; la celebrazione del sacramento della riconciliazione”.

Mons. Ambrosio ha riconosciuto che le opportunità di formazione in diocesi sono molte e nella sua analisi ha fatto riferimento anche al ruolo dei documenti del Magistero strumento opportuno per la formazione del clero ed in particolare ne ha richiamati tre: “L’Esortazione apostolica postsinodale Verbum Domini, datata 30 settembre 2010 ma resa pubblica il successivo 11 novembre; il Congresso eucaristico nazionale che si terrà ad Ancona ai primi di settembre; Gli Orientamenti pastorali Educare alla vita buona del Vangelo. È il programma pastorale della Chiesa italiana in questo decennio”.

Su queste indicazioni del Vescovo, ovviamente espresse in modo molto più articolato e documentato, si è sviluppato un ampio dibattito i cui contributi hanno sottolineato come sia importante che, accanto a momenti diocesani, siano curati anche quelli di vicariato.

E’ stata poi la volta dei criteri per la realizzazione di nuovi oratori: il Consiglio Presbiterale si era già interessato di questo problema ed aveva chiesto un supplemento di dibattito sul rapporto tra oratorio, come struttura fisica, progetto educativo ed educatori. Questi due aspetti del problema sono stati richiamati dal don Giuseppe Lusignani, direttore dell’Ufficio per i beni culturali e quindi competente per il finanziamento e la progettazione degli edifici, e da don Paolo Cignatta, delegato per la pastorale giovanile, quindi coinvolto nell’attività degli oratori. Entrambi hanno richiamato i termini principali del problema: per i finanziamenti sono da evitare gli interventi a pioggia e l’intera questione, sia per i contributi Cei come per quelli di istituzioni private o esterne alla diocesi, devono passare attraverso un’unica visione diocesana. Come ha ricordato don Paolo Cignatta (il problema era stato richiamato anche da mons. Ferrari) un progetto di un oratorio deve sempre mettere sullo stesso piano sia la costruzione dell’edificio sia il progetto educativo (per molti quest’ultimo ha la precedenza). Nel dibattito è emerso che, accanto all’oratorio, struttura destinata alla formazione degli adulti alla fede, deve essere tenuta presente anche la necessità di aule per il catechismo (e questo chiama in causa anche parrocchie medio-piccole).

Al termine il Consiglio ha approvato all’unanimità che, nel richiedere la realizzazione di un nuovo oratorio, il progetto di un nuovo edificio sia sempre integrato da quello educativo; inoltre è stato chiesto agli uffici competenti di verificare se esiste la possibilità di destinare parte dei fondi dell’otto per mille anche alla costruzione di quegli oratori che abbiano particolari necessità per il catechismo e quindi riguardino anche parrocchie di dimensioni limitate.