“Liberi e uniti per due giorni”: sabato 26 febbraio, a partire dalle 9, Fiorenzuola celebra i primi caduti per la Patria che vedrà la luce nel 1861 e la prima volta che il tricolore sventolò sul municipio del capoluogo della Valdarda. In occasione di questa storica giornata, promossa dall’Amministrazione comunale insieme al Circolo Storico e all’Istituto Storico della Resistenza, il sindaco Giovanni Compiani invita tutti i cittadini a esporre la bandiera Tricolore alle finestre o ai balconi delle loro case.
“Fiorenzuola – puntualizza il sindaco Compiani – sarà uno dei primi comuni della provincia di Piacenza a festeggiare i 150 dell’Unità d’Italia. Considerata l’importanza dell’evento, voglio invitare tutti i miei concittadini a esporre la bandiera Tricolore, vero e proprio simbolo dei sentimenti che uniscono gli italiani, emblema della libertà conquistata da un popolo che, a distanza di 150 anni, continua a riconoscersi unito e che trova la sua identità nei principi di fratellanza, di eguaglianza, di giustizia e di pace. Questa giornata vogliamo dedicarla ai nostri primi concittadini che, nel 1831, hanno donato la loro vita per l’Italia e a tutti i patrioti che hanno lottato durante il Risorgimento per costruire un’Italia unita, repubblicana, democratica e libera”.
Ricordiamo il programma della giornata: alle ore 9 l’auditorium San Giovanni (dove sarà allestita una mostra curata da Eugenio Fabris) ospiterà l’introduzione storica alla giornata: dopo i saluti del sindaco Giovanni Compiani, alle 9,15 Fabrizio Achilli (presidente dell’ Istituto Storico della Resistenza) presenterà la relazione “1861/2011. Identità nazionale e locale, passato e futuro nelle celebrazioni del 150°”; a seguire Augusto Bottioni presenterà la relazione “Una storia poco conosciuta: Fiorenzuola, pretesto per l’intervento austriaco nei fatti italiani”.
Alle 10 si terrà la deposizione di fiori sulle lapidi di Paolo Mazza e Bartolomeo Girolamo (Giovanni) Modesti; alle 10,30, in piazza Caduti, la cerimonia dell’alzabandiera.
Il Tricolore italiano è ispirato a quello francese. Fu decretato come bandiera della Repubblica Cispadana a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797. I colori nazionali hanno tuttavia alcuni precedenti nei tricolori di Felina, Novellara, Bologna. Il blu del vessillo francese fu sostituito dal verde probabilmente in relazione ai colori delle divise della Guardia Nazionale milanese. La prima disposizione era orizzontale con il rosso in alto. L’11 maggio 1798 la Repubblica Cisalpina introdusse la versione a bande verticali. Nel 1861 il Tricolore, caricato dello stemma di Casa Savoia, divenne bandiera ufficiale del Regno d’Italia. Alla nascita della Repubblica lo stemma di Casa Savoia fu abolito e il Tricolore, seppure con proporzioni diverse, tornò ad essere quello del 1798.
L’uso del Tricolore è sancito da un’apposita norma della Costituzione:
“La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni”.