Seconda udienza del processo nei confronti di Stefano Bocedi, l’uomo accusato di aver tentato di uccidere lo zio il 14 luglio scorso.
Questa mattina sono stati sentiti i 2 periti medici, uno per la procura, uno per la difesa, i quali sono giunti a conclusioni differenti secondo le modalità con cui sarebbe stato inferto il colpo. In aula è stato ascoltato anche lo stesso Stefano Bocedi, che ha affermato di essere stato aggredito dallo zio. Lo zio si presentò davanti a lui con una roncola in mano e lo minacciò; il giovane solo per difendersi abbrancò un tubo di ferro vicino a sé e lo colpì nel tentativo di disarmarlo. Un colpo finì però al capo dell’uomo che venne prima trasportato all’Ospedale di Piacenza e poi in Neurochirurgia a Parma e operato per una frattura al cranio.
Il processo è stato aggiornato per permettere all’avvocato difensore Ettore Maini il quale ha chiesto un nuovo sopralluogo e impronte digitali sia sulla roncola sia sul tubo e l’acquisizione di cause civili perché fra zio e nipote c’erano state parecchie discussioni riguardo la suddivisione della terra.