Piano regionale di prevenzione

Consolidare gli interventi di provata efficacia come gli screening oncologici e le vaccinazioni. Sviluppare programmi di prevenzione e di promozione della salute già avviati su stili di vita, sicurezza del lavoro, sicurezza in casa e nella mobilità, prevenzione delle complicanze di malattie croniche. Diffondere in tutto il territorio buone sperimentazioni locali riguardo all’ambiente, alla prevenzione negli adolescenti e nei giovani (con interventi su alimentazione, rischio per fumo, alcol, sostanze, sedentarietà), alla prevenzione della fragilità nelle persone anziane (ad esempio con la promozione dell’attività fisica).

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Il Piano regionale della prevenzione 2010-2012 rilancia con forza, e a tutto campo, l’azione per prevenire le malattie e promuovere stili di vita sani con programmi rivolti alla popolazione generale e a gruppi di popolazione con specifici rischi. E lo fa ispirandosi ai valori e ai principi che sottendono la programmazione sanitaria della Regione: equità, integrazione, partecipazione. Il Piano si fa carico cioè dei problemi che derivano dalle diseguaglianze di fronte alla salute (scarsità di opportunità e risorse aggravate dall’attuale crisi che colpisce parte della popolazione), assume la centralità degli enti locali nella programmazione dei servizi sanitari, socio-sanitari e sociali a rete; promuove inoltre l’integrazione tra servizi sanitari – con il coinvolgimento dei Nuclei di cure primarie e delle Case della salute – e la partecipazione dei cittadini.

Il Piano è stato approvato dalla giunta regionale il 27 dicembre 2010 (delibera 2071), in armonia con il Piano nazionale della prevenzione (approvato in sede Stato-Regioni il 29 aprile 2010). Gli ambiti di intervento più significativi sono riconducibili a 5 grandi aree: promozione della salute, prevenzione e controllo delle malattie trasmissibili, screening oncologici, lavoro e salute, ambiente e salute.

La promozione della salute

L’obiettivo è di contrastare l’insorgere di malattie croniche agendo sui fattori di rischio comuni: inattività fisica, alimentazione non sana, uso di tabacco, alcol e sostanze stupefacenti. E’ noto che queste malattie sono la principale causa di morte nel mondo e che il loro impatto sta crescendo costantemente: in Emilia-Romagna le malattie del sistema circolatorio sono la principale causa di morte (38%), seguita dai tumori (30%). L’eliminazione dei fattori di rischio comuni potrebbe prevenire l’80% delle malattie cardiache premature, l’80% dei casi di diabete tipo-2 e il 40% dei tumori.

L’intervento riguarda dunque gli stili di vita ed è mirato a modificare le conoscenze individuali (pochi sanno che la sedentarietà è pericolosa quasi quanto il fumo di sigaretta) e il contesto sociale (per esempio riportare la vita quotidiana nelle strade dei quartieri, fondamentale fattore di sicurezza anche per i bimbi).

Le azioni sono portate avanti, fin dalla progettazione, con il forte coinvolgimento della popolazione in modo da realizzare interventi che rispondano effettivamente ai bisogni. In particolare, per la promozione dell’attività fisica, programmi specifici sono rivolti a persone per le quali l’attività fisica sia di dimostrata efficacia (come gli anziani) e sono realizzati in stretta collaborazione con i medici di famiglia e le strutture delle cure primarie dei territori: Nuclei di cure primarie e Case della salute.

La prevenzione e il controllo delle malattie trasmissibili

La vaccinazione è il mezzo disponibile più efficace per prevenire importanti malattie trasmissibili. L’Emilia-Romagna già da molti anni registra livelli di vaccinazione molto elevati (tra il 97% e il 93% degli interessati nelle vaccinazioni dell’infanzia, il 71,% delle interessate per il vaccino anti HPV, tutti dati al di sopra della media nazionale). I programmi di vaccinazione hanno permesso anche di contrastare le disuguaglianze garantendo l’offerta attiva della vaccinazione (con chiamata diretta agli interessati) e interventi mirati su gruppi di popolazione più fragili. L’obiettivo è consolidare i risultati nel campo delle vaccinazioni, consolidare i sistemi di sorveglianza e controllo delle malattie infettive (HIV/AIDS, malattie trasmesse da alimenti, malattie trasmesse da vettori (per esempio la Chikungunya da zanzara tigre), e rafforzare la già alta attenzione al problema delle infezioni correlate all’assistenza promuovendo pratiche assistenziali sicure e individuando indicatori utili al monitoraggio sui risultati raggiunti.

Gli screening oncologici

Il Piano prevede di consolidare l’ottimo livello già raggiunto dai tre programmi attivi: screening per la prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori della mammella, del collo dell’utero, del colon retto, intervenendo per favorire l’adesione delle persone che eseguono i test autonomamente e per favorire l’accesso alle persone più fragili.

Per lo screening mammografico, la Regione – unica in Italia – ha allargato, già da gennaio 2010, il programma permettendo il coinvolgimento di tutte le donne dai 45 ai 74 anni. Sempre per la prevenzione del tumore della mammella, a partire dal 2012, sarà offerta la valutazione del “rischio familiare” e la presa in carico delle donne con questo rischio attraverso percorsi dedicati anche al di sotto dei 45 anni.

Lavoro e salute

Gli obiettivi sono la riduzione del 15% degli infortuni sul lavoro registrati nel 2009, e la riduzione dei rischi di malattie professionali (in particolare patologie neoplastiche e muscolo-scheletriche). Gli infortuni sono in diminuzione più che a livello nazionale (-13,1% nel 2009 rispetto al 2008 in Emilia-Romagna, -9,7% a livello nazionale); questa diminuzione può essere messa in relazione anche al calo degli occupati (-1,2% nel 2009 sul 2008). Tuttavia il calo totale degli infortuni è più rilevante di quella teoricamente ascrivibile alla riduzione degli occupati. Il Piano indica i settori e i rischi sui quali concentrare vigilanza e interventi di promozione della salute. Le azioni, coordinate da un Comitato regionale presieduto dal presidente della Regione, sono dirette a ridurre gli infortuni nei comparti a maggior rischio (edilizia e agricoltura), a rimuovere le cause di infortuni provocati da macchine e impianti, a ridurre i fattori di rischio per patologie neoplastiche e alterazioni osteoarticolari, a verificare la qualità dell’formazione sulla sicurezza che i datori di lavoro devono assicurare ai lavoratori.

Ambiente e salute

Il Piano prevede di monitorare e contrastare gli effetti dell’inquinamento atmosferico, imputabile soprattutto al traffico di autoveicoli, con un progetto che riguarda due ambiti: la maggiore conoscenza degli effetti sulla salute e la realizzazione di monitoraggi sistematici; l’approfondimento sull’impatto degli impianti di incenerimento di rifiuti solidi urbani sulla salute con la conclusione di uno specifico studio (Moniter) attraverso un approfondimento specifico delle conseguenze sulla riproduzione (in particolare su nati pretermine).

Un “Centro di studi regionale sulle politiche, l’ambiente e la salute” (a cui partecipano competenze e risorse del Servizio sanitario, di Arpa, di enti pubblici di ricerca e di pubbliche amministrazioni) sarà istituito per favorire la collaborazione, per migliorare le conoscenze e l’efficacia degli interventi. Saranno poi diffuse linee guida per favorire pianificazioni urbanistiche consapevoli delle importanti ripercussioni sulla salute delle scelte urbanistiche e per favorire lo sviluppo di città che promuovano l’adesione a corretti stili di vita.