Lo schema di decreto legislativo, attualmente all’esame della commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo, prevede l’introduzione di una nuova imposta comunale IMU, che sostituirà l’ICI. Per i terreni, la base imponibile è determinata con le regole già previste per l’ICI (rivalutazione del reddito dominicale per il 25% e successiva moltiplicazione per 75), mentre per le aree fabbricabili si considera il valore commerciale. Lo schema di decreto fa salve le disposizioni che riguardano l’esenzione dall’ICI dei terreni compresi nelle aree montane. “Per quanto riguarda i fabbricati – ricorda Confagricoltura – in seguito ad una sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, il riconoscimento della ruralità è subordinato alla qualificazione nella categoria D/10 per i fabbricati strumentali e A/6 per quelli abitativi. Siamo in attesa – sottolinea l’organizzazione agricola – dell’approvazione di un emendamento che risolva definitivamente l’annosa questione, in modo da considerare rurale qualsiasi fabbricato utilizzato nello svolgimento dell’attività agricola, indipendentemente dalla categoria catastale attribuita”. “Questo decreto legislativo riapre un capitolo che ritenevamo chiuso e che per diverso tempo ci ha visto impegnati, purtroppo, non per ottenere benefici, ma per garantire il diritto degli imprenditori agricoli di non essere doppiamente vessati rispetto alle atre categorie. – Sottolinea Luigi Sidoli Direttore di Confagricoltura Piacenza – L’orientamento legislativo recente in materia di ICI considera la redditività dei fabbricati rurali già assorbita nelle tariffe d’estimo del terreno su cui insistono, ma ciclicamente si ripropone di sottoporre a tassazione i fabbricati rurali subordinandone l’esenzione all’appartenenza di categorie catastali cui fa riferimento anche lo schema di decreto legislativo in questione”. Confagricoltura, pone il suo veto su questo distinguo. “Se una cernita è opportuno effettuarla – rileva Sidoli – la si faccia sull’effettiva natura di questi beni. Questa primavera avevamo condotto con successo la battaglia per l’esenzione dei fabbricati rurali dal contributo di bonifica. Ora c’impegneremo per tutelare lo stesso diritto in termini d’imposte locali, sia che si decida di chiamarle IMU o ICI. Siamo perfettamente concordi sulla necessità di procedere al corretto accatastamento di tutti gli immobili, riteniamo più che doveroso combattere l’evasione fiscale, anche per rispetto di tutti gli onesti contribuenti, come gli imprenditori agricoli che già pagano quanto devono, ma, come già affermato in precedenza – conclude Sidoli – faremo pressing ad ogni livello perché il tributo non scaturisca quando ricorrono i requisiti di ruralità, indipendentemente dalla categoria catastale di appartenenza”.