Si è tenuto in mattinata il Direttivo della Camera del Lavoro di Piacenza, con la presenza del segretario generale della Cgil Emilia Romagna: Vincenzo Colla, durante la quale si è discusso della fase sindacale in atto.
Dalla discussione sono emerse le azioni del sindacato, in particolare dopo l’accordo Fiat con i lavoratori di Pomigliano. Linee che la Cgil emiliana ritiene non esportabili, come ha confermato lo stesso Colla: “quando spieghiamo questo accordo alla nostra gente risulta ancora più irricevibile”. Nel frattempo il 27 a Bologna si terrà lo sciopero dei metalmeccanici, prima risposta dei lavoratori della Regione a questo tipo di accordi sindacali.
In piazza saranno presenti sia il segretario generale della Cgil Susanna Camusso che il segretario generale della Fiom Maurizio Landini. Sull’accordo di Torino, il segretario regionale Colla ha dichiarato: “ovvio che il terreno dell’emulazione può esserci. Soprattutto avviene sui lavoratori più deboli, come ad esempio in una ditta logistica a Reggio Emilia, sulla quale abbiamo dato risposta sindacale e legale vincendo la causa”.
Nel direttivo non è mancata infine un’analisi sul nuovo corso che sta intraprendendo la Camera del lavoro cittadina, dopo gli scandali avvenuti nell’anno appena concluso. Sempre secondo Colla: “vedo un gruppo dirigente attento a capire i problemi della gente e non a guardare solo ai propri. Con Paolo (Lanna, segretario della Cgil piacentina) ho lavorato molti anni a livello regionale e trovo che in questa prima fase sia riuscito a ben rappresentare un punto di fermezza rispetto alle vicende occorse. E’ una persona che si assume le proprie responsabilità, proprio come dovrebbe fare il segretario di una Camera del lavoro”.
Ordine del Giorno Direttivo Camera del Lavoro territoriale di Piacenza 19.1.11
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VOTATO ALL’UNANIMITA’
Il Comitato Direttivo della Camera del Lavoro territoriale di Piacenza, riunito il giorno 19.01.2011, per discutere la fase sindacale nazionale, dopo ampio dibattito, esprime le seguenti valutazioni e orientamenti.
I recenti scandali e le nuove inchieste giudiziarie che investono il capo del governo producono una ulteriore fibrillazione in una maggioranza parlamentare che si è dimostrata incapace di affrontare i problemi reali del paese.
La crisi economica e finanziaria è ancora grave e la situazione internazionale lascia presagire un periodo ancora molto difficile che richiederà interventi impegnativi a tutti i paesi europei.
Anche nella nostra provincia non si prevedono cenni di miglioramento e di ripresa economica, con il rischio reale di andare incontro ad un ulteriore processo di perdita dei posti di lavoro anche collegato all’esaurimento degli ammortizzatori sociali.
I provvedimenti finanziari di fine anno si dimostrano sbagliati ed inadeguati ad affrontare questo scenario e le risposte delineate in materia di lavoro, con l’approvazione del Collegato e la recente proposta di uno “statuto dei lavori”, confermano la scelta del governo di ridurre i diritti nel lavoro in nome della competizione globale.
Il passaggio dallo Statuto dei Diritti dei Lavoratori a quello dei Lavori sottende la perdita della centralità dei diritti e la scomparsa del lavoratore quale soggetto attivo e protagonista all’interno dello stesso mondo del lavoro, che viene investito dalla demolizione dei sistema dei diritti democratici e dal peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro.
Prova ne sono la crescente precarizzazione dei rapporti di lavoro, il licenziamento di massa messo in atto nella scuola, i tagli all’istruzione pubblica, all’Università e alla Ricerca, che rischia, in tal modo, di perdere autonomia e libertà.
Nel pubblico impiego la non conferma del 50% dei lavoratori precari presenti e del mancato trasferimento di risorse a Regioni ed Enti Locali imporranno, già da quest’anno, pesanti tagli sui servizi erogati ai cittadini, con importanti e negative ricadute in termini di qualità e quantità degli stessi.
Al previsto blocco della contrattazione a tutti i livelli per i prossimi tre anni e all’innalzamento dell’età pensionabile delle donne a 65 anni si deve aggiungere il mancato rinnovo delle RSU, ulteriore conferma dell’attacco alla democrazia sindacale in questo Paese.
In questa situazione si inseriscono le valutazioni approvate dal Comitato Direttivo Nazionale della CGIL il 2 e 3 Dicembre e la decisione, assunta in quella sede, di promuovere una grande iniziativa nazionale per rivendicare politiche nazionali, economiche e industriali, in grado di contrastare finalmente la crisi e rilanciare lo sviluppo.
Gli orientamenti negativi del governo sono stati in questi ultimi giorni quotidianamente ribaditi dai singoli ministri e dallo stesso presidente del consiglio con l’espressione di un appoggio supino e provocatorio alle posizioni arroganti dell’amministratore delegato della Fiat e all’accordo separato di Mirafiori.
La risposta dei lavoratori Fiat, con il referendum, indica ancora una volta il permanere di un significativo dissenso nei confronti dei contenuti più odiosi di tale accordo e conferma un consenso diffuso alle posizioni della FIOM, di difesa del CCNL, dello Statuto dei Lavoratori e per la difesa della democrazia sindacale. I contenuti dell’accordo separato, e del modello di relazioni che prefigura un sistema in cui rappresentanza e rappresentatività delle Organizzazioni Sindacali non hanno più alcun significato, rappresentano un attacco all’intero mondo del lavoro e non solo ai lavoratori metalmeccanici.
Si tratta ora di proseguire nella mobilitazione contro tali attacchi anche assumendo le iniziative giudiziarie necessarie per contrastare i singoli punti degli accordi che prefigurano la lesione di diritti costituzionali. Tutta la CGIL appoggia ed è impegnata a sostenere la piena riuscita della mobilitazione del 27 p.v. e la partecipazione alla manifestazione di Bologna. Il Direttivo della Camera del Lavoro di Piacenza, in questo senso, impegna tutte le Categorie e le Strutture al massimo sforzo al fine di garantire la massima partecipazione di delegati e lavoratori alla manifestazione.
Occorrerà infine individuare i percorsi più adeguati per riconquistare la rappresentanza e la tutela dei lavoratori Fiat al momento della conclusione dell’attuale fase di cassa integrazione. CGIL e FIOM non intendono infatti accettare l’estromissione dalla fabbrica né rinunciare al proprio ruolo contrattuale.
A questo proposito il documento su “Democrazia e Rappresentanza” approvato dal Direttivo Nazionale nei giorni scorsi compone il quadro dell’iniziativa della CGIL e offre ai nostri interlocutori un terreno avanzato di ripresa di relazioni industriali corrette.
Tutta la CGIL è impegnata, nelle prossime settimane, ad allargare il consenso su tali proposte e a rilanciare, a partire dalla mobilitazione del 27, con le marce e i presidi per il lavoro, con la nostra iniziativa di negoziazione territoriale contro la crisi e per la difesa del welfare, la forte richiesta di una svolta nel Paese.
Lo sciopero generale, visto anche il grave contesto nazionale, è lo sbocco naturale e conseguente quale momento di unificazione di tale movimento nell’ambito di tale percorso di mobilitazione, da attuare in tempi idonei a vincere le resistenze che Confindustria e Governo stanno frapponendo a relazioni industriali corrette e a una gestione adeguata della crisi, nonché come strumento utile per una risposta democratica ai pesanti attacchi che i diritti fondamentali delle lavoratrici e dei lavoratori stanno subendo.