Obiettivo qualità. Uno stabilimento all’avanguardia, improntato alla sicurezza, energeticamente auto-sostenibile a inquinamento zero per alzare la qualità dell’ambiente di lavoro. Donazioni per incentivare la ricerca e la produzione di nuovi pozzi di acqua potabile per migliorare la qualità di vita di alcune popolazioni africane. Progetti diversi, ma legati dallo stesso obiettivo: puntare sulla qualità per migliorare la vita e l’ambiente di lavoro delle persone.
Con questo obiettivo, i vertici del Gruppo Trevi, alla presenza del Vescovo della Città di Cesena, monsignor Douglas Regattieri, e del sindaco, Paolo Lucchi, nella giornata di lunedì 17 gennaio, hanno inaugurato la nuova unità produttiva di Soilmec e consegnato ufficialmente ai responsabili delle associazioni umanitarie impegnate nell’iniziativa “Acqua per la vita” nuovi mezzi a sostegno del progetto di ricerca e sfruttamento di pozzi d’acqua potabile per alcune popolazioni africane.
Avviato ufficialmente all’inizio del 2009, il progetto “Acqua per la vita”, che vede insieme Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo e Gruppo Trevi (realtà presente anche sul territorio piacentino con l’azienda Drillmec spa ai Casoni di Gariga), continua nel suo programma di sviluppo. Voluto dall’Ong piacentina, fondata a Piacenza da don Vittorio Pastori (più conosciuta come Opera Don Vittorione), da sempre sensibile al tema della mancanza d’acqua e attiva nei paesi più disagiati, il progetto ha trovato nel Gruppo Trevi un partner attento e sensibile, disposto a donare un impianto completo per la ricerca e lo sfruttamento dell’acqua in alcune delle aree più sofferenti del continente africano: Uganda e Sud Sudan.
A distanza di un paio d’anni da quella prima donazione, nel corso dei quali sono stati raggiunti interessanti risultati (vedi sintesi risultati a seguire), il Gruppo Trevi conferma e rafforza il proprio impegno donando altri due camion attrezzati.
L’occasione per la consegna ufficiale delle attrezzature ai rappresentanti di Cooperazione e Sviluppo (presenti alla cerimonia don Maurizio Noberini, presidente di Africa Mission, il direttore generale Carlo Ruspantini, l’assistente spirituale mons. Sandro De Angeli, Egidio Marchetti, responsabile perforazione per Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo, insieme a un gruppo di volontari e operatori dell’organizzazione) è stata l’inaugurazione della nuova unità produttiva di Soilmec, società del Gruppo Trevi specializzata nella progettazione e produzione di tecnologie per l’ingegneria del sottosuolo.
Trattasi di un progetto altamente innovativo, dotato dei più avanzati sistemi di sicurezza e realizzato secondo i più moderni criteri di eco sostenibilità. Infatti, grazie al combinato fra l’impianto di geotermia (impianto a pavimento che sfrutta 80 sonde sotterranee profonde circa 120 metri, in grado di produrre fino a 500Kw) e fotovoltaico (oltre 1700 pannelli per un totale di 370 Kw), il nuovo stabilimento produttivo, di 8.000 metri quadrati, risulta completamente auto sostenibile nel proprio fabbisogno energetico e con un tasso d’inquinamento praticamente nullo. Lo stesso GSE (Gestore Servizi Energetici) ha riconosciuto l’alta efficienza degli impianti di cui l’edificio è dotato, premiandolo con un aumento dell’incentivo.
BREVE SINTESI DEI RISULTATI DEL PROGETTO “ACQUA PER LA VITA”
Pur operando in situazioni tutt’altro che agevoli, l’equipe di Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo, grazie alla piena collaborazione del Gruppo Trevi, ha realizzato diversi progetti nel settore idrico, arrivando, a fine novembre 2010, a realizzare 174 nuovi pozzi d’acqua potabile: 125 in Uganda e 49 in Sud Sudan. I beneficiari complessivi degli interventi effettuati sono stati circa 400mila, in gran parte donne, anziani e bambini.
Tutti i progetti realizzati in linea con il 7° obiettivo del Millennio (target 10), che prevede il dimezzamento, entro il 2015, della percentuale di persone che non hanno accesso a fonti d’acqua sicure e all’igiene di base, hanno portato a un sostanziale miglioramento delle condizioni di vita di molte persone, a un aumento della disponibilità idrica e a una maggiore consapevolezza dell’importanza di un utilizzo corretto dell’acqua e della possibile trasmissione di malattie correlate a fonti non sicure.
Va sottolineato che gli interventi sono stati sempre eseguiti con la piena partecipazione e il coinvolgimento della comunità locale, attraverso la formazione e sensibilizzazione al corretto utilizzo dell’acqua, la creazione di comitati di villaggio e l’addestramento di meccanici locali. Questo per consentire alle popolazioni locali di diventare autonome nella manutenzione e nella cura del pozzo.