Si tratta di un’arma illegale rubata più di vent’anni fa al sud, la pistola con la quale si è tolto la vita Antonio Barbieri. E proprio sulla pistola, una beretta calibro 7,65, si sono concentrate le attenzioni dei carabinieri di Castel San Giovanni, che non escludono che l’uomo si sia procurato di recente l’arma, appositamente per portare a termine il gesto estremo. Ieri mattina i militari hanno svolto un sopralluogo sul sito del ritrovamento alla ricerca del bossolo, di cui però non c’è ancora traccia. Probabilmente perché il corpo, ritrovato riverso nell’acqua, è stato trascinato dalla corrente del Rio Corona. La procura di Piacenza ha disposto l’autopsia mentre si continua a indagare nella vita privata dell’uomo per tentare di capire i motivi del tragico gesto.