I consiglieri della camera di commercio si sono riuniti ieri mattina per prendere in esame la proposta di preventivo economico per il 2011.
I proventi correnti sono stati stimati in 7 milioni 480.204 euro, con un aumento dello 0,51% sul dato del preconsuntivo relativo al 2010.
Tale incremento dovrebbe essere legato all’aumento dei proventi provenienti dai servizi offerti dalla camera di commercio ed in misura più limitata da variazioni del diritto annuale.
Sul fronte degli oneri correnti invece si parla di una previsione per 8 milioni 209.053 euro, in aumento del 4,69% sul preconsuntivo, determinato prevalentemente da una crescita delle risorse per gli interventi economici programmati pari all’11,99%.
SUPPORTO ALLA NASCITA E ALLO SVILUPPO DELLE IMPRESE 1.287.000
(di cui 710.000 per sostegno al credito per le imprese, 245.000 per contributi al consolidamento imprenditoriale (compreso il rifinanziamento del bando per l’assunzione di lavoratori a rischio e l’attribuzione del marchio Ospitalità italiana), 130.000 per sostegno a innovazione tecnologica ed iniziative fieristiche e 150.000 destinati alla formazione e all’alternanza)
PROMOZIONE DEL TERRITORIO 432.400
(di cui 160.000 per erogazione contributi a favore di organismi in grado di produrre progetti di promozione turistica per il territorio e 120.000 per progetti di animazione dei centri cittadini)
AZIONI ED INTERVENTI A FAVORE DELLA GLOBALIZZAZIONE
(di cui 205.000 per sostenere iniziative di associazioni e consorzi export) 305.000
PROMOZIONE DELL’AGROALIMENTARE E DELL’ENOGASTRONOMIA
(di cui 185.000 comprendenti il sostegno ai programmi dei consorzi di tutela ed il Premio Coppa d’oro) 393.500
MONITORAGGIO DEL SISTEMA ECONOMICO
(con il consolidamento delle attività tradizionali di informazione economica) 35.000
COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE
(con la realizzazione di pubblicazioni e la prosecuzione dell’adozione della piattaforma CIAO impresa per la comunicazione con le imprese) 45.762
INTERVENTI FINALIZZATI ALLA REGOLAZIONE DEL MERCATO E ALLA TUTELA DEL CONSUMATORE 61.000
Relativi sia ad interventi di vigilanza del mercato in applicazione delle norme contenute nel Codice del Consumo che a potenziare le attività di mediazione in applicazione della riforma del processo civile, tenuto conto che l’organismo di conciliazione della camera risulta accreditato dal Ministero Giustizia
La ripresa? Solo qualche timido segnale
Anche quest’anno il Presidente Giuseppe Parenti ha voluto salutare i giornalisti offrendo in contemporanea un piccolo assaggio dei dati statistico-economici ad oggi disponibili.
Si tratta di una anticipazione rispetto al consueto appuntamento con la Relazione annuale che verrà presentata nel prossimo mese di maggio.
Ha preso parte all’incontro Massimo Guagnini di Prometeia che ha illustrato i risultati dell’indagine trimestrale Unioncamere Emilia Romagna-Prometeia sugli scenari previsionali per l’economia provinciale. Quello che è uscito dal quadro tracciato da Guagnini è di una sostanziale lentezza nella ripresa economica del nostro Paese e della nostra provincia che sconterà nei prossimi anni un rallentamento delle esportazioni e soprattutto un incremento della disoccupazione.
I dati della camera di commercio
Le imprese registrate sono tornate ad essere – al 31 novembre 2010 – poco meno di 32.000. La consistenza effettiva del tessuto imprenditoriale è pari a 31.902 soggetti, con una variazione di 134 unità rispetto all’inizio di gennaio, equivalente ad un incremento percentuale dello 0,4%.
Le iscrizioni complessive sono state 1.859 mentre le cessazioni 1.746. Tra queste sono conteggiate 225 cancellazioni d’ufficio. Dopo un avvio d’anno che ha visto diminuire lo stock di imprese di 266 unità, nel corso del 2010 si è messa in evidenza una progressiva crescita che ha toccato il picco massimo a luglio, dove si è registrato un punto di flesso. Da settembre l’andamento è però tornato ascendente.
Nei primi 11 mesi del 2010 hanno visto una riduzione delle imprese registrate l’agricoltura, il manifatturiero, i trasporti, le attività finanziarie ed assicurative ed ancora le attività estrattive e quelle artistiche e di intrattenimento, mentre nei restanti ambiti se ne è verificata una crescita.
Si può così affermare che è il comparto del terziario quello che ha allargato – in questo lasso temporale- la propria base imprenditoriale.
Il tasso di natalità imprenditoriale piacentino è più contenuto di quello che si rileva altrove. Il dato del 5,85% associato al periodo gennaio-novembre 2010 è inferiore anche a quello medio nazionale (6,27%). Per contro,
escludendo le cessazioni d’ufficio, il tasso di mortalità della nostra provincia risulta migliore di quello di altri territori.
Alla fine di novembre i fallimenti dichiarati ammontavano già a 52, quando in tutto l’arco del 2009 essi erano arrivati a 37. Osservando l’intero arco temporale 2001-2010 non compare un anno che ha totalizzato un risultato superiore all’attuale. Il dato più prossimo è quello del 2005, con 49 sentenze dichiarative di fallimento.
Il settore all’interno del quale si sono concentrati più fallimenti è quello del commercio (15/52, pari al 28,8%), seguito dal manifatturiero (11/52, 21,1%). Otto sono stati invece i casi all’interno del settore edile.
L’importo totale dei titoli protestati nella nostra provincia nel corso dei primi 11 mesi del 2010 è arrivato a 10 milioni 866.200 euro, in ulteriore riduzione rispetto al 2009. La diminuzione ha interessato tutte le tipologie di effetto protestato.
Nel corso del 2010 la cassa integrazione è arrivata a livelli oltremodo ragguardevoli. Il totale delle ore autorizzate ha raggiunto i 7 milioni 385.514, quando nello stesso periodo del 2009 si era fermato a 3 milioni 258.409.
All’interno della cassa integrazione ordinaria, che ammonta a 2 milioni 965.297 ore, ben 2.643.558 sono state chieste dal settore industriale. Di questo totale, il 75,6% si è concentrato in seno all’industria meccanica.
Lo stato di difficoltà del settore meccanico è ben visibile anche prendendo in esame i dati relativi alla cassa integrazione straordinaria. Sono state 2 milioni 501.086 le ore autorizzate tra gennaio e novembre ed ancora una volta questo settore ha giocato un ruolo determinante, assorbendone l’80,2%.
Il terzo addendo che compone la cassa integrazione è quello della cassa in deroga. Non si può dire che abbia rivestito un ruolo limitato, tenuto conto che ha raggiunto 1.919.131 ore, ovvero il 26% circa del totale. In questo caso è stato l’artigianato a risultare più bisognoso; il comparto ha infatti avuto autorizzazioni per 1 milione 304.411 ore, ossia per quasi il 68% dell’ammontare complessivo.
La variazione intervenuta tra il 2009 ed il 2010 nel numero di ore di cassa integrazione richieste vede Piacenza con un + 126,7%.
Secondo gli ultimi commenti diffusi dall’INPS, il tiraggio, ovvero il rapporto tra ore utilizzate ed ore autorizzate, è del 48,67%, in riduzione rispetto al 65,34% dell’anno passato.
Nei primi 9 mesi del 2010 l’interscambio piacentino è arrivato a valere 3.409.288.347 euro, dato in aumento per circa 1 punto percentuale sul 2009. Questa variazione si compone però di una crescita del valore delle importazioni e di una contestuale riduzione di quello delle esportazioni, complice probabilmente l’incremento del prezzo delle materie prime acquistate.
Le esportazioni piacentine hanno raggiunto quota 1.449.355.697 euro, perdendo 12,2 punti percentuali rispetto al 2009. Va detto che anche l’anno passato il confronto era stato in perdita per 11,2 punti percentuali, per cui, nel biennio, lo stop delle esportazioni è stato significativo.
Quando si osserva in quali ambiti di attività si sono realizzati i cali maggiori delle vendite all’estero, spicca il dato relativo ai macchinari, il settore più internazionalizzato dell’economia piacentina.
Tra settembre 2009 e settembre 2010 la riduzione percentuale è stata del 39,5% (da 714 milioni di euro a 432 milioni di euro). Un segno meno si trova anche accanto al dato relativo alle esportazioni dei metalli e prodotti in metallo (altra voce sostanziale dell’export piacentino) ma la perdita in questo caso è “solo” del 3,4% (circa 10 milioni di euro in meno). Una performance positiva è stata quella dei prodotti tessili (da 78 a 121 milioni di euro), dei mezzi di trasporto (da 130 a 170 milioni di euro), degli apparecchi elettrici (da 88 a 100 milioni di euro) ed ancora dei computer ed apparecchi elettronici ed ottici (da 12 a 22 milioni di euro). Ha reagito bene anche il comparto degli alimentari, le cui vendite sono passate da 73 milioni di euro a 86 milioni di euro.
Da Piacenza le merci vengono indirizzate in tutto il mondo. Il 64,2% dei beni prodotti viene distribuito nel continente europeo (e di questo l’83% è venduto nell’Unione europea), il 18,3% raggiunge l’Asia, l’8,11% l’America, l’8,6% l’Africa ed il restante 0,7% l’Oceania. Nel 2010 si sono accresciute le esportazioni in Europa e nell’America del Sud mentre sono risultate in calo le vendite nelle altre aree geografiche.
Le indagini congiunturali fanno notare i primi timidi segnali di risalita. Il fatturato delle imprese industriali ha conosciuto nel terzo trimestre una prima variazione positiva e lo stesso ha fatto quello delle imprese artigiane.