Una rivoluzione copernicana per costruire un nuovo welfare, basato sul principio di sussidiarietà. A 10 anni dall’entrata in vigore della legge 1 per le politiche a favore dell’infanzia, il presidente della Provincia Massimo Trespidi sottolinea come sia necessario un cambiamento radicale sull’offerta dei servizi a cui lo Stato ora non garantisce sussistenza. Questo può essere, prosegue Trespidi, un incentivo a esplorare nuove possibilità nell’erogazione di servizi che devono aver come destinatario privilegiato le famiglie. Domani mattina in giunta verrà deliberato il percorso di interventi dell’agenzia per la famiglia tra cui il censimento di quelle piacentine per individuarne le tipologie.
Si è tenuto stamani nella sala del Consiglio provinciale un incontro su “Legge 1, una legge per i bambini. I servizi per la prima infanzia fra opportunità del territorio e scelte delle famiglie” al quale ha partecipato anche l’assessore regionale alla promozione delle Politiche sociali Teresa Marzocchi.
L’Amministrazione provinciale, attraverso il Coordinamento Pedagogico Provinciale, ha realizzato nel corso dell’anno alcuni importanti appuntamenti finalizzati a mantenere alto l’interesse sui servizi per l’infanzia e sui diritti dei bambini riprendendo la L.R. 1 del 2000 “Norme in materia di servizi educativi per la prima infanzia” a dieci anni dalla sua emanazione.
La legge ha rappresentato un importantissimo momento politico e culturale di crescita del territorio, e si configura come una tra le più avanzate in ambito nazionale.
Il primo appuntamento risale a Giugno con l’inaugurazione di una mostra fotografica che ha coinvolto i servizi 0/3 anni e gli enti gestori del territorio provinciale, colti nella loro quotidianità per evidenziarne e documentarne gli aspetti educativi .
L’incontro era rivolto ad amministratori, funzionari, responsabili di servizi sociali ed educativi, enti gestori privati, presidenti di cooperative, imprenditori, personale dei servizi, genitori, rappresentanze sindacali, coordinatori pedagogici.
Dopo i saluti dell’assessore Gallini, sono intervenuti Viviana Tanzi, del Coordinamento pedagogico provinciale di Piacenza, Laura Tibaldi dell’Usl piacentina, Massimo Terenziani, del Comune di Modena, Rossella Piccinini dell’Istituto di ricerca e formazione per i servizi socio sanitari.
“ I tempi sono faticosi e delicati – ha detto l’assessore Pier Paolo Gallini – e le famiglie sono strette tra la morsa della crisi economica e talvolta della mancanza di lavoro o dalla precarietà del lavoro, faticando a darsi un progetto di vita serena, in particolar modo se sono genitori di bambini piccoli. Ma il periodo è altrettanto critico per le Amministrazioni pubbliche, che per applicare le nuove norme di contenimento della spesa pubblica, sono chiamate a fare scelte importanti sui servizi da erogare alla cittadinanza, trovandosi a volte costretti a fare delle scelte su quali priorità applicare. Nel nostro territorio provinciale – ha proseguito l’Assessore – i servizi per la prima infanzia godono di un sistema che unisce l’offerta del pubblico con quella del privato, aumentando e garantendo in tal modo una buona disponibilità di posti. Tuttavia gli enti gestori privati hanno bisogno del sostegno economico delle amministrazioni pubbliche, che convenzionandosi riescono a garantire qualità e molteplicità di scelta”. “Cosa può fare la Provincia? Tra i suoi compiti – ha concluso Gallini – vi è sicuramente quello di sostenere e qualificare i servizi educativi attraverso il Coordinamento Pedagogico Provinciale, un organismo tecnico professionale, composto dai pedagogisti di tutti i servizi per la prima infanzia del territorio provinciale. Questo organismo, in capo alla Provincia secondo la legge regionale, ha il prezioso compito di essere di supporto, sul piano tecnico, alle scelte politiche delle amministrazioni in sede di decisione sui servizi e sulla genitorialià”.
“L’incontro di oggi di oggi ha un doppio valore – ha detto concludendo l’incontro il presidente Massimo Trespidi – da un lato colloca al centro della riflessione l’importanza delle leggi sui servizi educativi, come caposaldo della qualità di un contesto territoriale, dall’altro ha portato riflessioni sui temi economici, sulla centralità della famiglia e del lavoro come fondamenti per garantire la crescita di una comunità sociale.
Entrambi i temi sono strategici sul piano politico.
Da un lato la Legge regionale 1 del 2000 ha fondato, con il valore della norma giuridica, il diritto dei bambini ad avere interventi pensati per la loro crescita equilibrata e serena, dall’altro ha chiamato in causa la responsabilità di amministratori, enti gestori e operatori rispetto al progettare interventi mirati in particolare all’infanzia e, più in generale, alla famiglia e a strumenti che ne promuovono lo sviluppo e ne assicurino la tutela”.
“ La crisi economica-finanziaria chiama la famiglia a svolgere funzioni sociali di sostegno delle persone ancora di più che in passato, e ancor oggi è certamente un fondamentale ammortizzatore sociale. Quindi la famiglia è un soggetto sociale su cui investire per il futuro del Paese e in questa direzione si colloca l’urgenza espressa dalla Conferenza Nazione della Famiglia (tenutasi a Milano 8-10 Novembre) di un Piano nazionale di Politiche familiari. Gli interventi da mettere in atto devono essere compiuti in modo da non sostituire ma sostenere e potenziare le funzioni proprie e autonome delle famiglie, in particolare mediante il supporto ai servizi esterni, come appunto i servizi per la prima infanzia, in una logica sussidiaria”.
“Questa Amministrazione – ha ricordato Massimo Trespidi – sta costituendo l’Agenzia per la Famiglia. Dopo la firma del protocollo d’intesa con la Provincia autonoma di Bolzano, è cominciato un percorso di dialogo partecipato con il Forum provinciale delle Associazioni familiari e le altre realtà locali che si occupano di famiglia. Stiamo lavorando per individuare un nucleo operativo, composto da funzionari della Provincia e rappresentanti dell’associazionismo: un passaggio intermedio verso l’Agenzia vera e propria e l’istituzione l’istituzione di uno ‘sportello famiglia. La Provincia non ha competenze dirette in materia di politiche familiari. Il nostro ruolo sarà quello di sensibilizzare i Comuni rispetto agli obiettivi dell’Agenzia per la famiglia, in modo da attivare un sistema virtuoso sul territorio che incentivi quelle iniziative che non si fermano alla logica dell’assistenza, ma puntano al protagonismo delle famiglie. Un esempio concreto è la messa a punto di un sistema di certificazione territoriale familiare, attraverso il quale la Provincia possa riconoscere tra i provvedimenti avviati dai Comuni quelli che più corrispondono alla nuova cultura amministrativa che mette la famiglia al centro, e pertanto contribuire in modo più deciso alla loro realizzazione, anche dal punto di vista finanziario”