Piccola rivoluzione nel programma del concerto della Filarmonica Arturo Toscanini diretta dal russo Michail Jurowski, in cartellone per domani venerdì 17 alle ore 20,30 al Municipale che prevedeva anche l’esibizione Sonia Ganassi. Purtroppo, causa un’improvvisa indisposizione, il celebre mezzosoprano non potrà essere protagonista del terzo appuntamento della Stagione Sinfonica 2010-2011. Pertanto il programma subirà alcune variazioni. Stando a quanto comunicato dalla Fondazione Toscani a cui è affidata la direzione artistica delle stagioni al Municipale, subito dopo l’Ouverture “Béatrice et Bénédict” di Hector Berlioz, la Filarmonica Arturo Toscanini invece della prevista “scène lyrique” per mezzosoprano e orchestra “La mort de Cleopâtre!” dove si sarebbe esibita Sonia Ganassi, eseguirà il “Prélude à l’après-midi d’un faune” di Claude Debussy, seguita da altri due brani del compositore francese tratti dai Nocturnes: il n. 1″ Nuages” ed il n.2 “Fêtes”.
Immutata la seconda parte del programma, incentrata sull’esecuzione della “Sinfonia n. 6 in si minore op.74 Patetica”, capolavoro assoluto ed ultima composizione di Pëtr I.Ciaikovskij.
A questo punto, la star della serata rimane il direttore Michail Jurowski che vanta un prestigiosissimo curriculum. Personalità insigne del mondo musicale ‘esperto’ del repertorio russo è stato direttore assistente di Gennady Rozhdestvensky alla Grande Orchestra Sinfonica della Radio di Stato di Mosca. Da anni Jurowski – padre dei due direttori d’orchestr Dimitri e Vladimir – nel 1990 si è trasferito in Germania, divenendo in pochi anni uno dei più apprezzati direttori nei teatri di Berlino, Amburgo e Lipsia. Da anni collabora a Berlino sia con la Komische Opersia con la Deutsche Oper e haa inoltre guidato prestigiosi complessi sinfonici quali: Gewandhausorchester Leipzig, Staatskapelle Dresden, Deutsches Symphonie Orchester Berlin, Berlin Rundfunk Sinfonieorchester, WDR Rundfunkorchester Köln, Stuttgart Rundfunk Sinfonieorchester, Czech Philharmonic Orchestra, Oslo Philharmonic Orchestra e le principali orchestre di Spagna, Ungheria, Russia.
Jurowski nel concerto di venerdì eseguirà uno dei brani più amati del repertorio: la celeberrima Sinfonia n.6 in si minore op.74 “Patetica” di Čajkovskij Composta nel 1893, eseguita il 16 ottobre a Pietroburgo, è infatti l’ultima pagina scritta da Čajkovskij, simile a un canto della disperazione, ricco di conturbanti sfoghi di un uomo soggiogato dallo sconforto. Il musicista, ipersensibile e desideroso d’affetto, ebbe un’infelice situazione esistenziale, riguardo la sfera amorosa con un matrimonio fallito, il peso di un’ omosessualità scomoda per quei tempi. Per di più, all’epoca della stesura, era venuto meno anche il sostegno della sua amica e mecenate Nadezda von Meck. Sinfonia atipica rispetto alle sue precedenti in deroga alle consuetudini sinfoniche, prevede in chiusura l’adozione di un movimento lento. Dopo lo Scherzo (Allegro molto vivace), in ritmo di marcia incalzante, viene data una conclusione dal carattere di “gran finale”: ma è un trionfo illusorio: infatti gettata la maschera ritorna un’atmosfera lugubre con l’Adagio lamentoso che ripiega su se stesso, trasformandosi in un’oscura marcia funebre, a segnare l’ unico possibile epilogo della “Patetica”. Sempre lento tra l’altro è il tempo iniziale, tanto da dare alla ‘Patetica’ la forma ciclica dove i due movimenti estremi si assomigliano.
Prima di Čajkovskij due brani in omaggio a un musicista mago dei colori: pochi compositori infatti come Berlioz hanno saputo utilizzare le varie tinte strumentali in modo così caratteristico da disegnare veri affreschi: tali sono i suoi numerosi ‘poemi sinfonici’. Berlioz inoltre è stato un musicista colto, ammiratore della classicità e di Shakespeare. Proprio due brani che attestano questa passione, vengono proposti della serata: l’Ouverture da Béatrice et Bénédict opera che costituisce un adattamento della commedia di Shakespeare Molto rumore per nulla, composta nel 1862.
Considerata una delle pagine sinfoniche più raffinate di Berlioz, l’Ouverture costituisce un concentrato dell’opera, diversamente ad esempio da quella del Benvenuto Cellini il cui tema principale non trova riscontro nel resto della partitura. Il brano infatti racchiude non meno di sei momenti dell’opera utilizzati, nonostante la loro diversità d’origine, con grande maestria da Barlioz per creare un perfetto amalgama all’interno di una forma sinfonica impeccabile sull’esempio delle ouvertures weberiane di Freischütz, Euryanthe e Obéron.