La Regione Emilia Romagna rinnova il protocollo d’intesa con CONAI, Consorzio Nazionale Imballaggi, siglato per la prima volta nel 2007, per promuovere sul territorio regionale un’efficace gestione della raccolta e del recupero dei rifiuti di imballaggio di acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro.
La raccolta differenziata, realizzata dai Comuni, rappresenta infatti un mezzo per giungere al fine ultimo del riciclo: migliore è la qualità dei rifiuti urbani raccolti (con livelli di impurità ridotti al minimo), maggiori saranno i risultati di riciclo dei materiali.
In Emilia-Romagna la raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio è una realtà concreta con punte di eccellenza. Tuttavia è possibile migliorare ulteriormente i risultati, sensibilizzando i cittadini ad una corretta differenziazione domestica, separando nel modo giusto i diversi materiali, riducendone il volume (delle bottiglie o delle scatole), riconoscendo con attenzione il tipo di materiale, ripulendo gli imballaggi dai residui di cibo.
Proprio per questo, la Regione insieme a CONAI, ritengono fondamentale, oltre a sensibilizzare i cittadini su questi temi, informarli sui corretti percorsi che intraprendono i rifiuti che vengono riciclati. Uno degli obiettivi del Protocollo, infatti, è tracciare l’itinerario dei rifiuti, dalle città, dove vengono raccolti ai centri di selezione, dove subiscono le prime lavorazioni, fino agli impianti di trattamento veri e propri, che trasformano i rifiuti in materie prime seconde: barre di acciaio, bobine di carta, lingotti di alluminio, chips di legno, granuli e scaglie di plastica e rottame di vetro. Tutti semilavorati pronti per essere i impiegati i nuovi cicli produttivi e diventare nuovi oggetti, come pentole, mobili, oggetti d’arredamento, caffettiere, biciclette, giornali, carta da scrivere, capi d’abbigliamento in pile, ecc.
Ulteriori aspetti dell’accordo riguarderanno l’individuazione di nuove aree dove avviare progetti specifici di raccolta differenziata (ad esempio i porti), la promozione del recupero delle frazioni metalliche, in uscita dagli impianti di termovalorizzazione e non valorizzabili energeticamente, e la
valutazione delle possibili sinergie per ottimizzare il ciclo di recupero dei rifiuti di imballaggio in plastica, mediante la produzione di combustibili alternativi di qualità in sostituzione di combustibili fossili.
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Conai
Conai è il consorzio privato senza fini di lucro costituito dai produttori e utilizzatori di imballaggi con la finalità di perseguire, in una logica di responsabilità condivisa fra cittadini, pubblica amministrazione, imprese, gli obiettivi di legge di recupero e riciclo dei materiali di imballaggio. In più di dieci anni, ha garantito il recupero del 74% dei rifiuti di imballaggio immessi al consumo, di cui il 64% sono stati riciclati e la restante parte avviata a recupero energetico. In oltre dieci anni, sono state più che raddoppiate le quantità riciclate ed è stato più che dimezzato il ricorso alla discarica.
Rifiuti, aumenta la raccolta differenziata, diminuiscono la produzione e il ricorso alla discarica.
Il Rapporto 2010 sulla gestione dei rifiuti in Emilia-Romagna.
Nel 2009 la produzione di rifiuti urbani in Emilia-Romagna si è, per la prima volta nell’ultimo decennio, ridotta rispetto all’anno precedente, con una diminuzione dello 0,9% in termini assoluti e dell’1,8% in termini di produzione pro-capite. E’ diminuito del 10% anche il ricorso alla discarica che nel 2009 ha interessato solo il 46% (meno di 1 caso su 2) del totale dei rifiuti indifferenziati, continuando un trend discendente iniziato nel 1996 quando il 77% del totale dei rifiuti indifferenziati urbani era destinato alla discarica. Continua poi ad aumentare (+2%) la raccolta differenziata che ha raggiunto il 47,4% dei rifiuti urbani, pari a 323 kg pro-capite. Un dato questo che pone l’Emilia-Romagna nettamente al disopra del dato medio nazionale di 165 kg per abitante e che è prossimo all’obiettivo del 50% previsto dalla normativa nazionale. Solo nel 2001 la percentuale di raccolta differenziata in Emilia-Romagna era del 25,4%.
E’ quanto emerge dal Rapporto 2010 sui rifiuti elaborato da Arpa in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna.
I dati per provincia, le percentuali di recupero.
Secondo il Rapporto, che fotografa il sistema di gestione dei rifiuti su tutto il territori regionale, nel 2009 la produzione complessiva di rifiuti urbani è stata di poco inferiore ai 3 milioni di tonnellate corrispondente a circa 682 kg per abitante. Nel 2008 il corrispondente dato medio regionale era di 695 kg pro capite. Questo dato risente della scelta che la Regione ha fatto di “assimilare” ai rifiuti urbani anche parte dei rifiuti legati alle attività commerciali e artigianali, che vengono in questo modo sottoposti ai controlli e alle regole della gestione pubblica.
La provincia che produce meno rifiuti in Emilia-Romagna è quella di Parma con 613 kg pro capite, quelle che producono di più quelle costiere di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena (rispettivamente 837, 793 e 781 kg pro capite), a causa della forte incidenza delle presenze turistiche nel periodo estivo.
Anche la raccolta differenziata presenta un andamento differenziato sul territorio, con punte del 65% in alcuni Comuni e quantitativi fermi al 35% in altri.
Mediamente i risultati migliori vengono raggiunti nei comuni di piccole-medie dimensioni, anche grazie alla possibilità di sperimentare pratiche innovative come il “porta a porta”.
Una considerazione questa che può contribuire a spiegare il dato della provincia di Bologna del 39%. I territori provinciali che “differenziano” di più sono quelli di Parma e Reggio Emilia (54,3 e 54%).
Dei circa 1 milione 400 mila tonnellate di rifiuti urbani che sono raccolti in modo differenziato la percentuale che viene avviata a recupero è intorno al 78%. Considerando le diverse frazioni merceologiche, al primo posto vi è il legno con l’89%, seguito da carta-cartone con l’84%, plastica con il 75%, vetro con il 64%, metalli 51%. La quasi totalità del verde e dell’organico raccolti in modo differenziato viene avviata a recupero. Complessivamente la frazione “secca” (carta, plastica, vetro, metalli, alluminio e legno) costituita prevalentemente da rifiuti da imballaggio rappresenta circa il 53% del totale dei rifiuti differenziati raccolti e una parte significativa di questa rientra nella gestione del sistema consortile Conai/Consorzi di filiera, al quale aderiscono in Emilia-Romagna 134.500 imprese.
La parte di rifiuti che non è raccolta in modo differenziato (circa 1 milione 600 mila tonnellate) viene avviata per il 46% in discarica, per il 42% ai termovalorizzatori, per il 9% a impianti di biostabilizzazione, per il 2% è trasformata in combustibile da rifiuti e per l’1% in materiale di recupero.
Osservando l’andamento nel tempo del ricorso a discarica o ad inceneritore, si nota come il primo stia progressivamente diminuendo ( da quasi il 70% del 2001 al 46% del 2009), mentre il secondo stia aumentando ( da poco più del 20% del 2001 al 42% del 2009), i linea con quanto previsto dalle direttive europee.
Il sistema impiantistico in Emilia-Romagna. I rifiuti speciali
Per quanto riguarda i rifiuti urbani l’Emilia-Romagna può contare su un articolato sistema impiantistico che conta 10 impianti di trattamento meccanico-biologico, 8 inceneritori con recupero energetico più uno già programmato a Parma e 22 discariche controllate. Tale sistema garantisce all’Emilia-Romagna la piena autosufficienza nella gestione dei rifiuti urbani prodotti.
Per quanto riguarda i rifiuti speciali in Emilia-Romagna gli ultimi dati disponibili sono fermi al 2008 e indicano una produzione di oltre 10 milioni 800 mila tonnellate, anche in questo caso con un trend in calo ( oltre il 3%) rispetto al 2007. Questo tipo di rifiuti è caratterizzato da un regime di libero mercato, con la possibilità per il produttore/detentore di scegliere la destinazione finale anche fuori dai confini regionali. In Emilia-Romagna nel 2008 i rifiuti speciali trattati in impianti entro i confini regionali sono stati più di quelli prodotti cioè 16 milioni 800 mila tonnellate, con un bilancio (entrate/uscite) dunque in attivo. Il relativo sistema impiantistico conta 11 inceneritori, 25 discariche, 10 impianti per il recupero energetico, 74 impianti per il trattamento chimico-fisico e biologico, 95 impianti per il trattamento dei veicoli fuori uso, 13 impianti per il trattamento e lo stoccaccio dei PCB, 41 impianti per il trattamento dei RAEE e oltre 800 impianti di stoccaggio.