Consiglio comunale: dalla protesta dei pendolari allo scontro Reggi-Carini

Un “dejavu”. Così come era accaduto dodici mesi fa con il sindaco di Piacenza Roberto Reggi che era arrivato addirittura ad adombrare l’ipotesi delle dimissioni, così ieri in maggioranza sono riemerse certe crepe che hanno provocato non pochi patemi alla coalizione che governa il Comune. Ancora una volta, come allora, protagonisti principali dello scontro sono stati il sindaco e il presidente del Consiglio comunale Ernesto Carini, con quest’ultimo autore di una coraggiosa “reprimenda” nei confronti di Reggi (il quale, per tutta risposta, è uscito dall’aula stizzito, vedi articolo sotto).

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Nervi tesi, dunque, dovuti anche a qualche timida contestazione da parte di Christian Fiazza e di Edo Piazza sul vociferato spostamento dell’agente Paolo Periti e sulla scelta politica di aprire il deposito bici a pagamento alla stazione; ma che non hanno comunque impedito al centrosinistra – seppure a fatica e con qualche malcelato struggimento – di portare a casa la variazione di bilancio.

Soprattutto il “prezioso” bando bis sul Parco enogastronomico, quello ritoccato per far spazio a Eataly di Oscar Farinetti, con un emendamento (proposto dal sindaco) che prevede ora “una quota di prodotti di eccellenza enogastronomici locali pari ad almeno il 20% dell’esposizione media fra tutti i reparti”.

A favore ha votato tutto il centrosinistra con Bruno Galvani, anche se Benedetto Ricciardi, che sul Parco enogastronomico si era visto bocciare un emendamento da parte dell’amministrazione (il testo di Ricciardi chiedeva in sostanza di non alterare la filosofia originaria della delibera che prevedeva il 60% di prodotto locali), ha abbandonato l’aula anzitempo piuttosto scuro in volto. Considerato che già otto giorni fa aveva duramente contestato la scelta politica di allargare la Ztl, il suo allineamento all’amministrazione sembra essere quanto meno in discussione.

E’ stato proprio Eataly, insieme con i 30mila euro del deposito bici a pagamento alla stazione, il tema sula quale il centrodestra ha indirizzato tutta la propria rabbia. Se Carlo Mazza (misto) ha parlato apertamente di «pagina vergognosa» senza essere riuscito a discutere un emendamento che chiedeva “almeno il 25% di prodotti tipici locali”, Carlo Mazzoni (Pdl) ha scandito bene: «Questa è turbativa d’asta. Il sindaco non doveva dichiarare, a bando aperto, che avrebbe fatto di tutto pur di far venire Farinetti. Non eravamo contro l’idea in sè – ha poi precisato – ma all’idea di fare il Parco alla Cavallerizza». Per Stefano Frontini (Pc Libera) «non è normale adeguarsi ai voler di un singolo imprenditore».

Il capogruppo Marco Tassi (Pdl) ha sparato a zero su una serie di scelte operate dalla giunta, quella dell’allargamento della Ztl, quella del Parco enogastronomico, ma non solo. Tornando alla pratica Parco enogastronomico durissimo, invece, il commento di Luigi Salice

(Pdl) sull’operato dell’amministrazione: «Non ho nulla in contrario all’arrivo di Farinetti – ha detto – ma l’impianto della pratica è avulso dalla realtà e non voglio responsabilità amministrative. Non c’è stato un adeguato approfondimento della pratica da parte della giunta che ha incassato un’adesione fiduciaria e fideista da parte della maggioranza quando serviva un maggiore sforzo politico. Resta il fatto che questa è una pratica piena di lacune e con perplessità insuperabili».

Ci avevano provato prima gli assessori Luigi Gazzola (Bilancio) e poi Anna Maria Fellegara (Sviluppo economico) a rimarcare la bontà del progetto dell’expo del gusto alla Cavallerizza, «sede ideale anche per percorsi artistico culturali che favoriscano la mobilità del pubblico presente al Parco verso gli altri luoghi di attrazione del centro storico». La Fellegara ha avvertito: «Questa è una scelta condivisa con gli operatori economici che darà i suoi frutti. Se perdiamo questa occasione, togliamo alla città la possibilità di farle fare un grande salto in avanti».

Parco enogastronomico a parte, i numeri della variazione sono: oltre 650mila euro di entrate extra e una spesa non preventivata di 896mila euro, che porta il totale delle uscite correnti per il 2010 a 87 milioni 398mila euro, 662mila euro in meno di quanto previsto.

Il Comune darà poi 200mila euro al Comune di Gossolengo per la costruzione della palestra scolastica a Quarto, spenderà 200mila euro per il rifacimento del cortile e della facciata della biblioteca Passerini Landi. Grazie anche ai contributi regionali farà partire la realizzazione del campo-pozzi a Mortizza (2,5 milioni di euro) e finanzierà un altro pezzo della riqualificazione di Casino Mandelli, sede del Tecnopolo piacentino (1,4 milioni).

Complesso il capitolo delle spese non preventivate, che sfiorano i 900mila euro. Saranno recuperati attraverso storni da altre voci già messe a bilancio, ma quasi la metà della somma, 460mila euro, sarà coperta dalle risorse accantonate per il rinnovo del contratto del pubblico impiego, che in realtà è slittato.

Le spese extra serviranno innanzitutto per coprire il “buco” da 2 milioni di euro nel bilancio di Tempi: il Comune aveva già stanziato 600mila euro, ma in accordo con l’altro socio (la Provincia, che farà lo stesso) ha deciso di arrivare fino a 800mila e quindi ne servivano 200mila in più. Tra le spese non preventivate anche i 157mila euro per lo sgombero della neve l’inverno scorso. Altre spese non

preventivate: 20mila euro per i terremotati di Abruzzo e Haiti, 42mila euro per la manutenzione del verde, 77mila per la cultura, 298mila per interventi dei servizi sociali a favore di minori, anziani e disabili, 39mila per l’apertura e la chiusura delle palestre comunali.