A fondo pagina la denuncia di Fabrizio Badagnani di Faisa – Cisal, che mette in luce tutte le criticità del servizio di trasporto pubblico dopo l’appalto vinto da una ditta di Bari.
L’intossicazione di due bimbi e dell’accompagnatrice con accompagnamento precauzionale all’ospedale, per esalazioni all’interno dell’abitacolo, a seguito di rottura di uno scuolabus nei pressi di Roncaglia giovedì 25 novembre, è solo l’ultimo episodio che avrebbe dovuto imporre al Comune di Piacenza, almeno qualche interrogativo sulla congruità di quell’appalto.
Un appalto vinto da una ditta di Bari a fronte di un’offerta al ribasso, impraticabile per qualsiasi imprenditore locale grande o piccolo, che lasciò già dall’inizio diverse perplessità.
Nulla da ridire sulla professionalità e sulla bravura del personale di guida e delle accompagnatrici reclutate il loco, che a fronte di un salario con il quale è impossibile vivere, conseguente ad un inquadramento di un contratto a nostro giudizio contestabile, ma che il Comune ha permesso (autonoleggio), meritano un grande encomio, per aver sempre garantito un servizio ottimale anche in condizioni di estrema criticità. Professionalità dimostrata dal personale anche in occasione dell’ultimo episodio di ieri riportato dalla stampa locale.
Noi però nutriamo pesanti perplessità, relative alla tipologia dei mezzi utilizzati che effettuano servizio nel cuore della nostra città. Mezzi vetusti altamente inquinanti, quasi tutti euro zero.
Certo che chi concorre alle gare utilizzando bus di ultima generazione, con filtri antiparticolato, carburanti ecologici e autisti con contratto autoferrotranvieri, non può sperare di mettersi in concorrenza. Ma è corretto fare le gare solo basandosi sui minori costi ignorando tutti gli altri aspetti, compreso il trattamento del personale, l’inquinamento, la qualità e la sicurezza del servizio ?
A seguito di problemi avuti dai dipendenti per la corresponsione del salario, lo scorso anno in occasione di una visita presso il deposito della ditta, riscontrammo su uno scuolabus, nonostante le ripetute segnalazioni dell’ex responsabile (che poi si licenziò per l’esasperazione), era in circolazione con estintori scaduti e documenti di bordo indispensabili scaduti (libretto di circolazione non revisionato e assicurazione scaduta). Stiamo parlando di scuolabus che trasportano bambini.
La situazione fu immediatamente segnalata all’ufficio preposto al controllo degli appalti del Comune di Piacenza, che immediatamente si attivò disponendone la regolarizzazione. Permane però la gravità di fatti inaccettabili e la grandissima perplessità, di come si possa affidare un servizio così delicato, privilegiando unicamente la minor spesa.
Questa è la logica delle gare nel TPL. Una logica che non possiamo condividere se effettuata da un Ente Pubblico come il Comune di Piacenza. L’imperativo è spendere meno ad ogni costo. Poi, di solito, una volta vinta la gara, chi va più a controllarne il rispetto dei requisiti ? A volte le gare si vincono per mezzo punto percentuale o per l’impegno, successivamente disatteso, all’utilizzo di mezzi innovativi altamente tecnologici e non inquinanti.
Con il servizio in precedenza gestito da tanti anni da Tempi spa (azienda certificata per la qualità e l’ambiente) e dai privati locali, questi episodi non si sono mai verificati, ne mai avrebbero potuto verificarsi. Non varrebbe la pena spendere qualche €uro in più per dare più ampie garanzie sulla sicurezza e sulla qualità di un servizio così delicato? Non sarebbe il caso di rivedere l’appalto degli scuolabus, salvaguardando ovviamente tutti i dipendenti e/o controllarne dettagliatamente e periodicamente il rispetto dei requisiti del capitolato ? Chi ha gestito questa gara, faccia le debite considerazioni.