Sparava ai caprioli con munizioni “spezzate”, cartucce cariche di pallini di piombo che inducono terribili sofferenze pre-morte agli ungulati. Un colpo ha centrato a morte un animale, fatto che ha innescato la sanzione penale e la segnalazione in procura di un 25enne, da parte del nucleo di tutela faunistica della polizia provinciale. Al cacciatore, sprovvisto di regolare permesso per la caccia di selezione agli ungulati, è stata comminata anche una sanzione pecuniaria e gli sono stati sequestrati: armi, munizioni e il cadavere dell’animale, ora a disposizione dell’autorità giudiziaria. L’episodio è accaduto domenica scorsa a Colle San Giuseppe (Alseno) ed è l’ultimo aggiornamento di una lunga sequenza di operazioni messe a segno dal corpo di via Garibaldi con la collaborazione delle forze dell’ordine e delle guardie giurate venatorie volontarie, 250 occhi puntati sul territorio coordinati dalla polizia provinciale.
E proprio il team composto da polizia provinciale, carabinieri, e Guardie venatorie, ha consentito giovedì scorso anche di bloccare e sanzionare l’attività – in corso – di una squadra di cacciatori di cinghiali non autorizzati in alta Valchero. Dotati di attrezzature (radio ricetrasmittenti e armi specifiche) e provvisti di regolare abilitazione, non rispettavano gli obblighi di alta visibilità (la legge prescrive l’utilizzo di giubbini rifrangenti del tutto identici a quelli previsti dal codice stradale), non avevano provveduto a comunicare alla popolazione la loro presenza in valle e praticavano l’attività venatoria in un giorno non consentito. La pratica è infatti prevista unicamente il mercoledì, il sabato e la domenica, fatta eccezione per gli abbattimenti autorizzati. Il caposquadra, individuato e fermato dall’ispettore Roberto Cravedi, dovrà pagare una salata sanzione pecuniaria.
Aumentano inoltre gli episodi di utilizzo illegale delle carabine ad aria compressa. “Si tratta – spiega Cravedi – di armi che fino al 2001 erano equiparate a quelle comuni da sparo. Da quell’anno la normativa è cambiata, ne prevede la libera vendita (per potenze uguali o inferiori ai 7,5 Joule) ma non il libero utilizzo. E’ infatti concesso il trasporto (se riposte nella custodia e scariche) ma non il porto (che ne identifica “l’immediata disponibilità”). Queste armi vanno utilizzate in ambienti chiusi o nei poligoni di tiro”. Domenica 26 settembre – segnala l’ispettore – un 50enne è stato bloccato alla Farnesiana, tra la tangenziale e il distributore Agip, mentre, dalla sua auto, sparava ai fagiani presenti nella zona. L’uomo, accesi quattro lampeggianti, sostava in corsia schivato dalle vetture che sopraggiungevano e – col finestrino abbassato – in piena mattinata cercava di abbattere gli animali che popolano i campi che costeggiano la strada. Episodio analogo è successo qualche settimana fa. Nel mirino delle sanzioni due ecuadoriani e un italiano segnalati grazie al prezioso ausilio delle Guardie volontarie.
Il bilancio dell’attività della polizia provinciale, dall’inizio dell’anno al 31 ottobre, parla di oltre 170 verbali per esercizio irregolare della caccia, per un totale di sanzioni che ammonta a circa 19mila euro. Tra le infrazioni più frequenti: mancanza di idonea documentazione, vicinanza dell’esercizio della caccia ai centri abitati o a vie di comunicazione, violazione degli orari e delle giornate consentite, addestramento irregolare dei cani. Tra gli episodi di rilevanza penale da segnalare: a inizio dell’anno è stato individuato nella zona di Grazzano Visconti un cittadino albanese che catturava uccelli con trappole, il cui utilizzo non è consentito dalla legge. L’uomo è stato denunciato alla procura per uccellagione.
“Polizia provinciale e forze dell’ordine – commenta l’assessore provinciale alla sicurezza Maurizio Parma – sono un presidio fondamentale per prevenire e contrastare i fenomeni di caccia abusiva nelle sue varie declinazioni, fino ad arrivare agli spiacevoli e odiosi episodi di caccia di frodo e bracconaggio. Un ringraziamento va anche alle Guardie giurate venatorie ed ecologiche volontarie, importanti sentinelle del territorio e occhi vigili nella salvaguardia della legalità. Il grande lavoro messo in campo non è solo ai fini della salvaguardia faunistica, ma anche a tutela dei cittadini che frequentano le zone rurali e che hanno diritto di fruire del territorio in totale sicurezza”.
“La capacità di fare squadra – commenta la comandante della polizia provinciale Anna Olati –, soprattutto quando si tratta di monitorare capillarmente il territorio con organici limitati, è fondamentale. I risultati ottenuti dimostrano l’efficacia delle sinergie, di un buon coordinamento e delle positive collaborazioni attuate tra tutti i soggetti che, a vario titolo, garantiscono presidio e sorveglianza, quindi sicurezza e possibilità di interventi tempestivi e puntuali”.