Lettera di Ettore Fittavolini, Presidente dell’ Associazione Pendolari Piacenza al sindaco, attraverso la quale manifesta il suo disappunti per la gestione del problema legato al deposito delle biciclette e alla messa in sicurezza dell’area circostante il parcheggio.
Egregio Sig. Sindaco,
la presente per esprimere il nostro più vivo disappunto e la più ferma contrarietà per le modalità con le quali si è arrivati allo ” scippo ” del capannone deposito biciclette e ciclomotori gratuito alla stazione ferroviaria di Piacenza.Innanzitutto i toni che Lei e i suoi assessori hanno usato, e che sono stati riportati dalla stampa piacentina, li rispediamo al mittente.Come già a Lei noto, i pendolari non giocavano e non giocano a scacchi arroccandosi su posizioni pretestuose, né tantomeno dicono bugie.Se in altre città dell’ Emilia Romagna, le locali amministrazioni, folgorate dalle belle pensate del guru della mobilità (leggi assessore tutto minuscolo Peri) si sono lasciate coinvolgere dal faraonico progetto ” bike station ” per favorire le solite cooperative di turno, e tassare i pendolari locali, non si vede perché Piacenza dovesse fare la stessa cosa.I pendolari piacentini sul tema avevano ed hanno le idee ben chiare, da anni.Per quanto concerne i toni usati da un suo assessore ( ” tolleranza zero” !!! contro le biciclette parcheggiate fuori dai depositi) non siamo a New York in emergenza omicidi, i pendolari piacentini non sono dei criminali, ma onesti cittadini pagatori di tasse già vessati dal monopolista della rotaia, che adesso subiscono e subiranno anche le gabelle comunali.Non ci siamo!Dove sono finite le dichiarazioni d’intenti della discesa sui binari a fianco dei lavoratori e degli studenti pendolari vittime dei soprusi e dei disservizi ???Evidentemente i soliti proclami da campagna elettorale, buoni per raccattare voti, mentre la realtà dei comportamenti è tutt’altro, ovvero il nulla in termini reali per migliaia di cittadini.Innanzitutto, una breve cronistoria per ricordarLe il metodo.
Quando ci si incontrò lo scorso luglio con gli assessori referenti, il tema della riunione era la tracciatura delle righe per delimitare gli spazi di sosta nell’area di Borgofaxhall; ci trovammo invece di fronte ad una ipotesi di 20 spazi di sosta per autovetture a pagamento, e l’intenzione di mettere, pure a pagamento, con la scusa di lavori di ricondizionamento dell’area e di dare sicurezza, il capannone delle biciclette.Abbiamo sin da allora espresso la nostra ferma contrarietà e le nostre perplessità.
I pendolari piacentini hanno sì da sempre chiesto la sicurezza dell’area, che però non deve essere fatta pagare, ma che è un diritto garantito costituzionalmente, e foraggiato con le valanghe di soldi di tasse che ci vengono spillate ogni mese dalle nostre buste paga.
Ovvero i controlli da parte delle forze dell’ordine in un ‘area, quella della stazione, purtroppo anche a frequentazione ” particolare “, fatti in primis dalla Polizia Municipale, che ci sembra peraltro sempre in altre faccende affaccendata.
La risposta sono state nel passato le migliaia di euro spese per un sistema di videosorveglianza, rifatto già una volta, con immagini di nuovo poco nitide, e gestito dalla Polfer (e non dal Comune o financo dai pendolari stessi, come più volte chiesto) in una modalità che in caso di furto o danneggiamento lo rende inconsultabile o inutilizzabile dal malcapitato di turno che voglia sporgere denuncia.
A ruota, con informazioni non propriamente esaurienti in un periodo in cui (mese d’agosto) la stragrande maggioranza dei pendolari sono in ferie, sono iniziati i lavori, rimuovendo le biciclette ma dimenticandosi di tutti quei pendolari che, dalla provincia o non piacentini e, vengono da noi a lavorare e studiare ed utilizzano il velocipede per andare dalla stazione ai luoghi di studio e di lavoro, e lì lo lasciano per riprendere il treno.
Un ulteriore esempio di mobilità sostenibile ad impatto ambientale zero. Risultato : lasciati tutti a piedi.
Abbiamo nel frattempo sottoposto agli assessori su loro richiesta, sviluppato da un architetto (non un analfabeta) pendolare, nostro consigliere, lo schema di tracciatura degli spazi di sosta delle autovetture che riusciva, nel rispetto delle misure del codice della strada, a garantire un incremento dei numeri dei parcheggi, merce rarissima in zona.
Schema pubblicato sulla stampa locale, ed apprezzato da Carbone, assessore di riferimento.
Sono partiti quindi i tam tam sulla stampa locale, senza che noi si venisse informati, se non dei costi spropositati dell’operazione, e solo all’inizio di settembre siamo stati convocati per una riunione ” farsa ” con gli assessori Brambati e Carbone, ove al di là delle dichiarazioni di facciata, i giochi erano fatti.
Tutte le nostre proposte alternative (divisione del capannone in due aree, gratuita e a pagamento, utilizzo delle tecnologie per il controllo degli accessi mediante tesserini elettronici ed anche la nostra proposta della tracciatura dei parcheggi delle autovetture) hanno cozzato contro un muro di gomma.
Abbiamo inoltre dovuto assistere alla presenza di un rappresentante (ed era il solo) dell’altra associazione, che invece dichiarava essere favorevole: peccato non sia pendolare e non si capisca a quale titolo stesse parlando, ripetendo quindi senza averne titolo le manfrine fatte a suo tempo a Bologna da segretario o presidente (una poltrona non la si nega mai a nessuno) del Crufer.
Abbiamo quindi appreso che i posti auto a pagamento diventavano 40 e che gli introiti dei pedaggi sarebbero serviti alla ” meritoria ” opera di contribuzione ai costi della guardiania del deposito biciclette, in una operazione dal costo di gestione ormai lievitato ad oltre 80.000 (!) euro/anno.
Oltretutto con ipotesi di orari di apertura e chiusura che cozzano contro gli ormai variegati movimenti del pendolarismo attuale, per cui ci sarebbero stati (e ci saranno di sicuro, è proprio successo ieri sera ad un nostro consigliere) pendolari che avrebbero trovato il portone chiuso alle 21,30, la bicicletta non recuperabile : a casa a piedi !
Il tutto, lo ribadiamo a chiare lettere, senza che i pendolari avessero chiesto custodia a pagamento od altro.
Per arrivare ai giorni scorsi, ove apprendiamo di cifre già stabilite, di parcheggi gratuiti coperti (ovvero i posti raccattati nell’emergenza perenne degli interminabili lavori di Piazzale Marconi, peraltro occupati da una quota di biciclette comunali a noleggio inservibili) e le ” brillanti ” dichiarazioni rilasciate alla stampa locale da Lei e dagli assessori coinvolti.
E nel frattempo, le nostre richieste di accesso agli atti che hanno portato a questi lavori, sottoposte sia individualmente che come associazione, sono state prima respinte con motivazioni risibili ( ” non avete interesse specifico, e (sic ! ) ” fateci avere il vostro statuto per capire chi siete e cosa fate ” ) che per un’associazione iscritta nei registri del volontariato, che riceve contributi comunali, con statuto depositato ogni anno, utilizza da decenni una sede in locali di proprietà comunale, sono veramente il colmo, e poi con il silenzio delle mancate risposte !!!
Non ci siamo di nuovo !!.
Ci saremmo aspettati, da una amministrazione che fa della sostenibilità ambientale una bandiera e che lotta contro l’inquinamento da traffico con piglio leonino, e che proclama la ciclabilità della nostra piccola Piacenza tutt’altro atteggiamento nei confronti di una categoria disagiata quale quella dei pendolari, oltretutto in bicicletta.
Chi va in bici da casa in stazione e viceversa in ogni condizione climatica, prendendo freddo, pioggia e financo neve, che non inquina ma contribuisce a ridurre l’inquinamento atmosferico con i suoi comportamenti virtuosi, dovrebbe essere premiato per il contributo alla collettività, e la custodia e la sicurezza di tali mezzi dovrebbe essere addirittura gratuita a prescindere.
Invece ci troviamo gabellati per i nostri comportamenti, oltre al danno la beffa : cornuti e mazziati, direbbe il grandissimo Totò.
Le 370 firme raccolte in pochi giorni ( e tuttora ne arrivano altre) senza che andassimo in giro armati di penne e moduli, ma pervenute spontaneamente dalle centinaia di pendolari che trovano vergognosa ed assurda tale decisione, testimoniano quanto sia forte il convincimento dei cittadini sul tema e ormai siderale la distanza tra le belle parole ed i fatti che questa amministrazione propugna nei nostri confronti.
E sono inoltre non vere le affermazioni da Lei fatte che vi sono dei posti gratuti coperti, poiché tali aree all’aperto non lo sono.
Quella lato ingresso uffici della Provincia presso Borgofaxhll ha una pseudo tettoia e l’altra, che si affaccia su viale S. Ambrogio, è stata ricavata ” provvisoriamente ” (ovvero per la durata degli eterni lavori di Piazzale Marconi) e ospita soprattutto quei rottami che sono le famose biciclette comunali del bike sharing, una volta posizionate di fronte all’ingresso principale della stazione.Chi vogliamo prendere in giro ???Dovremmo esservi grati per una scelta che scippa un deposito biciclette (e motocicli) coperto, di ampia capacità e da sempre gratuito che diventa a pagamento, e regala quattro rastrelliere più o meno in mezzo alla strada ???
Stendiamo un velo pietoso su altri temi sul tappeto da troppo tempo, quali ricorso ad adiuvandum nella nostra causa al Tar, e sulla diffida ad adempiere, nelle azioni legali contro Regione e Trenitalia, e sul fondo per le cause dei pendolari : tutta roba che si è persa anch’essa nel nulla.
Un piccolo esempio: da mesi, per un atto vandalico (rottura del vetro della porta d’ingresso dell’Associazione, fatto avvenuto con l’ex assessore Freda presente in sede, cui è seguita regolare denuncia) stiamo aspettando che qualcuno si degni di venirlo a sostituire al posto del cartone provvisorio messo dal sottoscritto !!!
E non stiamo parlando di difendere 4 gatti, ma delle migliaia di piacentini che onestamente e duramente tutti i giorni si guadagnano il pane lontano da casa, in situazioni di disagio, che contribuiscono con i soldi delle loro tasse al bene comune ed alla crescita economica di questa città e della provincia . E degli studenti future generazioni di lavoratori.
Naturalmente le firme gliele faremo pervenire, a stretto giro.
Con allegata la promessa che non ci faremo sopraffare da questi metodi né dalle vostre parole, ma che attueremo ogni forma di disobbedienza civile a riguardo.
Il sottoscritto per primo, lo ha già detto e glielo conferma, parcheggerà la propria bicicletta, saldamente inchiavardata con catena a prova di fresa, al primo palo disponibile, aspettando che i solerti vigili urbani, comandati dall’ennesima vostra cervellotica ordinanza (se analizziamo quella delle biciclette contromano nei sensi unici della ZTL, siete dei veri genii della materia), arrivino armati di cesoie.
Invece di fare quello che spetterebbe tra i loro compiti, ovvero fare sparire a calci nel sedere i 4 ” pescegatti ” 4 che ammorbano l’area, e che adesso, sfrattati dal capannone, ancora più incattiviti, ubriachi e drogati stanno dando fastidio (ci sono già arrivate lettere di pendolari impauriti a riguardo) nel parcheggio auto a cielo aperto di via dei Pisoni.
Alquanto deluso e molto arrabbiato La saluto a prescindere.
Ettore Fittavolini