“E’ certamente una buona notizia, anche per noi, che Confagricoltura Lombardia e Libera Associazione Agricoltori Cremonesi abbiano sottoscritto con Italatte un accordo sul prezzo – commenta Michele Lodigiani Presidente di Confagricoltura Piacenza – la situazione era ormai cronicizzata e grazie a Confagricoltura si sta andando verso una svolta. Il prezzo del latte in Lombardia è interessante anche per il nostro mercato provinciale dato che costituisce, volenti o nolenti, un punto di riferimento. L’accordo con Italatte è una tappa importante – prosegue Lodigiani – perché l’azienda rappresenta una fetta importante della trasformazione per il segmento dei formaggi freschi (nel settore lattiero caseario rappresenta oltre il 25% del mercato nazionale): quel segmento che sino ad oggi costituiva una sorta di roccaforte per non riconoscere alla produzione il giusto valore. Ricordiamo, infatti, che i formaggi a pasta dura da mesi registrano aumenti a due cifre che rendono del tutto inadeguato il riferimento al prezzo precedente per il latte alla stalla”. L’intesa sottoscritta stabilisce un prezzo di riferimento variabile nel semestre, mese per mese, con quotazioni che vanno da un minimo di 0,365 €/lt per luglio e dicembre ad un massimo di 0,373 €/lt per agosto e settembre (con un prezzo medio, nell’arco del semestre, di 0,369 €/lt). “Certamente è stato svolto un intenso lavoro di mediazione – sottolinea Lodigiani – e, comunque, anche la trasformazione ha finalmente dato un ‘segnale’ d’apertura verso un modello contrattuale più realistico”. La volatilità, che da qualche anno caratterizza l’andamento delle quotazioni del latte bovino, condiziona la tenuta economica degli allevamenti e richiede relazioni costruttive e capaci di assicurare una maggiore stabilità mercantile, e quotazioni adeguate ai costi di produzione. Negli ultimi mesi – fa sapere Confagricoltura – il mercato dei trasformati aveva dato segnali di attività che la trasformazione pareva non voler riconoscere. L’andamento delle esportazioni di formaggi e latticini italiani (+12,9%) oltre ad essere la conferma dell’apprezzamento per le nostre produzioni è elemento decisivo; occorre consolidare il trend positivo e lavorare affinché si estenda alle altre produzioni lattiere. “In particolare – conclude Lodigiani – auspichiamo che si possa raggiungere un accordo ancor più favorevole per quanto riguarda la trasformazione dei formaggi a pasta dura, come il grana, che interessa il 90% del latte piacentino, ora che le condizioni di mercato lo permettono e dopo anni in cui le aziende hanno prodotto in perdita per il bene della filiera”.