Sabato 11 settembre un gruppo di piacentini ha partecipato al primo viaggio dell’iniziativa “alla scoperta dei parchi urbani realizzati”, organizzata dal Comitato per il parco Pertite per documentarsi sulle esperienze di città italiane e straniere che si sono dotate di parchi urbani, e proporle ai cittadini e all’Amministrazione Comunale di Piacenza come esempi da imitare.
Scopo principale della gita è stata una visita guidata al grande parco urbano del Cardeto, un’ex area militare di 350.000 mq situata sui colli di Ancona, tra la città e il mare. L’Amministrazione Comunale, aderendo alle richieste di un Comitato cittadino, l’ha acquistata, in parte ottenuta in concessione, e bonificata; recuperando come parco naturale l’estesissima superficie vegetata, restaurando i manufatti di maggior valore storico-monumentale, come il bastione S. Paolo, opera di Antonio da Sangallo il giovane, la polveriera e il faro ottocenteschi, l’antico cimitero ebraico.
La rappresentanza piacentina è stata ricevuta nella sala Giunta del Comune di Ancona dal Sindaco Gramillano, dalla Consigliera Freddini, con delega al parco Cardeto, e dalla Dirigente architetto Giovannini, responsabile della progettazione e realizzazione di tutti gli interventi nel parco.
Gli Amministratori e l’architetto hanno spiegato che l’Amministrazione Comunale di Ancona, dagli anni 70 ad oggi, ha come fondamentale principio ispiratore la riqualificazione della città e del suo territorio mediante il recupero dell’immenso patrimonio naturale e storico-monumentale, per usi pubblici di interesse generale (degli abitanti, ma anche dei numerosissimi turisti).
Questo ha permesso al Comune di stabilire con la società civile e con le altre istituzioni rapporti di confronto e di cooperazione.
Gli interventi sono stati cofinanziati o realizzati anche dalla Provincia, dalla Regione, dallo Stato, dall’Unione Europea, dall’Università, dalla Comunità Israelitica, dalla Fondazione Cariverona, dalla Soprintendenza Archeologica. Sono stati stipulati accordi con il Demanio dello Stato e con la Marina Militare. Inoltre è in corso un’importante esperienza di inserimento di soggetti con disagio mentale e di ex detenuti in attività di manutenzione e di servizio nella gestione del Cardeto e degli eventi artistico-culturali che vi si svolgono.
L’area del Cardeto, come altre aree di proprietà pubblica di grande pregio urbanistico, era stata vincolata ad uso pubblico nel Piano Regolatore fin dagli anni ‘70, abbandonando il progetto degli anni ‘60 che prevedeva la trasformazione dell’area militare in un nuovo quartiere urbano residenziale dotato di strada panoramica. Per questo si è conservata intatta fino ad oggi.
Un Comitato cittadino, negli anni ’80, ha organizzato una raccolta di firme per ottenere che il Comune cominciasse ad attuare le previsioni del Piano Regolatore. Sulla proposta di parco Cardeto e sulle sue caratteristiche ed usi si è aperto un ampio confronto nella città e, alla fine, il Comune ha deciso di iniziare l’impresa. Il progetto del parco è stato eseguito dagli uffici comunali con la collaborazione di un gruppo di esperti esterni, tra i quali due giovani architetti facenti parte del Comitato cittadino per il parco Cardeto, allo scopo di assicurare un costante confronto con le istanze dei cittadini.
Il parco è stato inaugurato nel 2005, ma c’è ancora molto da fare.
Per completare e mantenere il parco occorreranno ancora anni di progetti, lavori e investimenti di risorse, perché il patrimonio naturale e architettonico di quest’area è veramente immenso, di grande pregio ecologico, paesaggistico e storico-culturale e la qualità di tutti gli interventi realizzati è degno della bellezza paesaggistica e monumentale di questo luogo e, quindi proporzionatamente costoso.
Ma l’Amministrazione Comunale, ha confermato il Sindaco, anche se sarà costretta a limitare attività e progetti a causa delle difficoltà finanziarie in cui versano oggi i Comuni, non smetterà di investire, cercando tutte le cooperazioni possibili, in questo modello di riqualificazione urbana e di sviluppo del territorio.
La gita è proseguita con una passeggiata in un altro parco urbano, più piccolo, ma di pari valore paesaggistico e monumentale: la Cittadella cinquecentesca di Antonio da Sangallo, perfettamente conservata ma da restaurare, e il suo campo trincerato, grande area verde boscata e a prato, attrezzata per il gioco dei bimbi e con percorsi, servizi, spazi, targhe informative e piante odorose progettati per i non vedenti.
La giornata si è conclusa con la visita, nel porto, della settecentesca Mole del Vanvitelli (ex lazzaretto e luogo di deposito e di quarantena per passeggeri e merci provenienti via mare. Un’architettura monumentale a forma di pentagono, simile a una fortezza.
Buona parte dei 20.000 mq di spazi costruiti sono già restaurati e vengono utilizzati per manifestazioni culturali, aristiche, espositive.
Il recupero per usi di interesse comune di queste tre emergenze urbanistiche della città di Ancona non è certamente meno oneroso e complesso di quello che costerebbe il recupero per finalità di interesse comune dei tre gioielli di Piacenza: l’area Pertite, l’Arsenale Militare e le Caserme di Piazza Cittadella.
Il Comitato per il Parco Pertite rinnova l’invito al Sindaco Reggi a visitare insieme i parchi di Ancona, affinché possa rendersi conto di persona dei risultati raggiunti e delle ricadute positive del modello di sviluppo promosso dal Comune di Ancona.
Prossimamente il Comitato organizzerà un momento pubblico di illustrazione e di informazione sui parchi di Ancona, rivolto alla cittadinanza, allo scopo di sollecitare un confronto aperto sugli usi delle aree militari di Piacenza e dell’area Pertite in particolare.