Nei giorni scorsi il Comitato Difesa Trebbia Nure e Aveto ha incontrato l’Assessore Regionale all’Ambiente, Sabrina Freda. Erano presenti, oltre ai rappresentanti del comitato, Laura Chiappa, Presidente del circolo piacentino di Legambiente, e Claudio Ghelfi, Presidente Provinciale dei pescatori della FIPSAS. L’incontro è stato chiesto dal Comitato subito dopo la deroga concessa dalla Regione al Consorzio di Bonifica di Piacenza relativamente al rilascio del Deflusso Minimo Vitale nel Trebbia alla derivazione di Mirafiori.
Il 3 Agosto scorso, infatti, la Regione, per il secondo anno consecutivo, ha concesso al Consorzio di non rispettare la legge che prevede di lasciare al fiume 1.500 litri di acqua al secondo, quella quantità che dovrebbe consentire al Trebbia di mantenere vivo il suo ecosistema anche d’estate.
Il Comitato considera la deroga ingiusta e dannosa per motivi diversi, sostanziali e formali:
Una deroga può essere concessa solo in situazione di emergenza. Come si fa a parlare di emergenza quando da più di trent’anni il Consorzio deriva tutta l’acqua possibile, lasciando al fiume solo quello striminzito rigagnolo che filtra tra le barriere di ghiaia?
Controllo del deflusso. Nell’atto della deroga tutti i controlli sull’acqua che viene effettivamente rilasciata sono affidati al Consorzio di Bonifica. Con una impostazione molto anglosassone ci si affida al cosiddetto autocontrollo, che significa che il controllato diventa il proprio controllore. Peccato che qui siamo in Italia… Viene scritto anche che il Servizio Tecnico di Bacini (organo della Regione) può comunque fare le sue contro-verifiche per validare le misure prese dal Consorzio. Purtroppo però lo stesso organo ha effettuato una sola rilevazione nel mese di Luglio e addirittura nessuna rilevazione nel mese di Agosto. Più che una deroga sembra un assegno in bianco…
Valutazione del DMV. In modo profondamente errato, la deroga prevede che il DMV non sia concretamente misurato nel fiume a valle delle derivazioni, ma che venga solo calcolato come differenza tra la quantità d’acqua presente a monte e quella prelevata. Questo significa che l’acqua del Trebbia potrebbe ingrottarsi tutta e il dato ufficiale potrebbe riportare un DMV corretto.
Lo studio effettuato dall’ittiologo incaricato dal Consorzio non spiega assolutamente niente di quello che dovrebbe spiegare: cioè il danno che viene fatto al fiume quando non si rilascia il DMV. Parla delle misure di compensazione (qualche buca) ma non del danno che si crea..
Il Comitato si è dunque rivolto all’Assessore per far presente questi problemi, ma anche per comprendere i motivi che hanno portato alla decisione della concessione e, soprattutto, per sapere quali azioni la Regione intende intraprendere per non dover più concedere deroghe in futuro.
Da parte dell’Assessore è stata dimostrata grande attenzione alla questione. L’Assessore ha fatto rilevare che, rispetto alla deroga data l’anno passato, vi sono elementi di discontinuità. Innanzitutto il Deflusso consentito è di 1.000 litri al secondo, e non di 600 litri come l’anno scorso. Inoltre è stato chiesto al Consorzio di bonifica di presentare una documentazione più adeguata:
lo studio degli effetti che la riduzione dell’acqua doveva avere sull’ambiente (studio che il comitato contesta, vedi punto 4 sopra)
il piano di interventi mirati a scongiurare il fatto che l’anno prossimo possa rinnovarsi la richiesta di deroga.
Proprio a partire da questo piano, che prevede di fare tre laghi di cava e alcuni laghetti interaziendali, c’è stata grande sintonia tra l’Assessore e il comitato. Infatti, di questi laghi – e di altre misure per ridurre il deficit idrico dell’agricoltura in Provincia – si parla da anni (da quando è stato licenziato lo studio del tavolo del Trebbia nel 2007), ma nulla è ancora stato fatto. C’è stata condivisione sul fatto che finora è mancata la volontà di intervenire da parte di chi ha la responsabilità istituzionale in merito (in primo luogo Provincia, Consorzio di bonifica e agricoltori).
Il comitato ha chiesto quindi che venga istituito un percorso partecipato, un osservatorio che tenga monitorato l’andamento dei lavori, per assicurare che quella di quest’anno sia l’ultima deroga concessa. L’Assessore si è detta assolutamente convinta del percorso da seguire e della necessità che gli ambientalisti vengano considerati interlocutori importanti in questo percorso.
Per quanto riguarda l’assenza di controlli effettuati dagli organi competenti, l’Assessore si è impegnata a verificare immediatamente quanto accaduto (o meglio: non accaduto) finora e a dare direttive perché i controlli vengano ripristinati quanto prima.
Il Comitato No tube ha accolto molto favorevolmente le proposte dell’Assessore, nella speranza che queste possano costituire una svolta rispetto al muro di gomma che negli ultimi anni hanno trovato le istanze di coloro che vogliono difendere la vita dei fiumi e vedere la legge applicata