Più attenzione per l’agricoltura anche a Piacenza: volano dell’economia.L’agricoltura continua ad essere trattata come la Cenerentola dei settori economici italiani: ad essa viene riservato un ruolo marginale nell’agenda politica ed economica del Paese. “In quest’ultimo anno – ricorda Luigi Sidoli Direttore di Confagricoltura Piacenza – il reddito degli imprenditori agricoli è calato di oltre il 20%, non si può dunque parlare di un settore fiorente, anzi. L’agricoltura è in forte sofferenza, penalizzata com’è dalla mancanza di incentivi e misure che vengono riservate ad altri settori, dal costo del lavoro, dalla burocrazia. Questo lo ribadiamo continuamente in tutte le sedi istituzionali fino a quando il Paese, oltre a decantare la bellezza dell’agricoltura non ne riconoscerà l’effettiva importanza economica evidenziata anche dai dati Istat sull’export”. Nonostante le difficoltà – sottolinea Confagricoltura – il settore conferma di avere grandi capacità produttive e competitive. La solidità delle imprese e la competenza imprenditoriale hanno fatto sì che potesse crescere l’export dei prodotti agricoli anche in quadro macroeconomico decisamente fosco. I dati Istat diffusi sul commercio estero indicano un aumento delle esportazioni dei prodotti agricoli italiani allo stato naturale del 28,9% (a giugno 2010 su giugno 2009), risultato superiore alla media del semestre (+16,1% a gennaio-giugno 2010 su gennaio-giugno 2009). E’ andata meglio del totale dell’export nel suo complesso, che ha registrato un +22,8% a giugno 2010 su giugno 2009 e (+12,6% nel primo semestre 2010 sul primo semestre 2009). Confagricoltura pone in evidenza però che, se aumentano le esportazioni di prodotti agricoli – anche manifestando un certo dinamismo competitivo – aumentano pure, e velocemente, le importazioni di prodotti agricoli; infatti a fronte di una crescita del 6% nel primo semestre 2010 sul primo semestre 2009, c’è un aumento dell’import del 16,8% a giugno 2010 su giugno 2009. Cresce anche l’export dei prodotti alimentari trasformati, 13,1% giugno, anche se resta al di sotto della media dell’export nel suo complesso. Serve uno sforzo serio a difesa dell’italianità, quella vera – sottolinea Confagricoltura – Il “made in Italy”, sui mercati internazionali, deve riuscire a recuperare terreno sull’ “italian sounding”, quell’insieme di prodotti che all’estero si richiamano nominalmente al Belpaese. Molti in modo assolutamente non corretto si appropriano all’estero di una grossa fetta di mercato che è attratta da qualità, bontà, gusto e cultura che vengono dal nostro Paese. “L’ ‘italianità’ è un richiamo molto forte sui mercati e va tutelata dalle imitazioni – conclude Sidoli- ma la ripresa dell’export deve essere agevolata e promossa attraverso adeguate politiche economiche a favore del settore”.