Housing sociale – La Regione Emilia Romagna prevede 100 milioni di euro

Per l’housing sociale in Emilia-Romagna sono in arrivo 100 milioni di euro,
grazie a un protocollo di collaborazione tra Fondazioni bancarie della
regione e la Regione Emilia-Romagna. Con la firma del protocollo, si consolida il percorso verso la costituzione del “Fondo immobiliare etico per l’Housing sociale”. Si tratta di una tappa decisiva che consentirà di dare corso in poco tempo alla costituzione di uno strumento strategico nell’ambito delle politiche abitative regionale.

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Il Comitato promotore del Fondo immobiliare etico costituito da
6 importanti Fondazioni bancarie regionali[1], di intesa con la Regione
Emilia-Romagna, sta perfezionando la costituzione di un fondo immobiliare
chiuso con la finalità di rispondere al disagio abitativo che colpisce fasce
crescenti di popolazione con redditi medio-bassi insufficienti per accedere
alla casa in proprietà ma anche in difficoltà a confrontarsi con il libero
mercato dell’affitto. Il Fondo sarà gestito da una Società di gestione del risparmio (Sgr) con criteri etici e non speculativi.

Il Comitato, attraverso la sottoscrizione del protocollo, si impegna a
condividere con la Regione Emilia-Romagna finalità e criteri che ispireranno
l’attività del Fondo immobiliare. Il protocollo pone così le basi per
definire la struttura e il funzionamento del Fondo e per una valutazione dei
modi e tempi di una partecipazione della amministrazione regionale alle
operazioni del Fondo.

Il Fondo immobiliare avrà un patrimonio iniziale di 35 milioni di euro che
consentirà di accedere al Sistema integrato di fondi nazionale e locale[2]
previsto dal cosiddetto “Piano Casa”, tramite il quale si attiveranno ulteriori
risorse per la partecipazione a Fondi immobiliari di carattere etico locali
nella misura pari al 40% del patrimonio. Il Fondo si avvarrà inoltre di accordi con le amministrazioni locali per la disponibilità di aree e immobili da destinare a interventi di edilizia sociale secondo quanto previsto dal Piano territoriale regionale.
Complessivamente, a regime, il Fondo sarà in grado di attivare interventi
nella regione per oltre 100 milioni di euro, contribuendo così a dare una
risposta a bisogni abitativi oggi insoddisfatti.

La Regione, così come affermato da ultimo anche nel Piano Territoriale
Regionale approvato a febbraio, ritiene prioritario e di grande rilevanza
per il futuro delle politiche di coesione sociale affrontare il tema del
contrasto al disagio abitativo, mettendo in campo numerosi strumenti per
concorrere a dare risposte adeguate, tra cui finanziamenti già destinati
attraverso il Bando per le giovani coppie, il Programma 3000 case per
l’affitto e la prima casa di proprietà, e il “Piano casa” regionale
esplicitato con la legge regionale 6/2009 a cui si somma la recentissima sottoscrizione
dell’Accordo di programma, con il ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti, denominato “Programma di riqualificazione urbana per alloggi a
canone sostenibile”. Il Fondo si va, quindi, ad aggiungere alle diverse misure già
precedentemente varate per intercettare il fabbisogno abitativo di chi, pur
non avendo i requisiti per accedere all’edilizia sociale, non riesce neanche
ad affrontare i canoni dei prezzi di mercato.

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[1] Il Comitato promotore è composto da Fondazione Carisbo, Fondazione Cassa
di Risparmio di Forlì, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione
Cassa di Risparmio di Modena, Fondazione CR Piacenza e Vigevano, Fondazione
Cassa di Risparmio di Rimini.

[2] Il Sistema Integrato di Fondi nazionale e locale presenta una dotazione
di oltre 2,6 miliardi di euro di cui: 1 miliardo della Cassa Depositi e
Prestiti, 150 milioni del Ministero del Tesoro e 1,5 miliardi da Intesa
Sanpaolo, Unicredit, Generali, Allianz e una decina di casse di previdenza
private).